27 Aprile, 2024
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“Mi impegno per Roma ma non mi candido a sindaco”, parla Michela Di Biase

Michela Di Biase è Consigliera regionale del Lazio dopo aver dato battaglia in Campidoglio come capogruppo Dem.

Una vita da militante sin dal liceo, con la tempra forte di chi è nata ai bordi di periferia: avrà pure sposato Dario Franceschini ma rimane l’ala sinistra della casa.

La violenza sulle donne nasce dalla dipendenza, la prima forma di sopraffazione è quella della “violenza economica”.
Purtroppo è così. La disoccupazione femminile rimane troppo alta. E ci sono venti insopportabili punti di differenza salariale tra uomini e donne che fanno lo stesso lavoro: il gender pay gap è una delle questioni che dovremmo affrontare con maggior determinazione.

La pandemia ha peggiorato le cose. Figli a casa con la scuola a distanza e diciamocelo: anche certi mariti diventano spesso ostacoli per il lavoro delle donne.
Sì, la pandemia ha provocato una crisi nella crisi, che le donne pagano più degli uomini. La nuova povertà, ci dice la Caritas, ha il volto di una donna di quarant’anni con due figli. Ha costretto molte donne a stare a casa, a rinunciare al lavoro o a smettere di cercarlo. Un passo indietro drammatico.

E come si fa un passo avanti?
Ci vogliono contromisure concrete. Meccanismi di premialità per le aziende che pareggiano i salari di uomini e donne, e sanzionare chi, per lo stesso identico lavoro, li retribuisce in modo ingiustamente diverso. In Francia c’è una legge che obbliga le aziende a pubblicare annualmente i loro dati sulle retribuzioni nel gender equality index; in caso di squilibrio devono colmare il gap. Qualora non ottemperino, vanno incontro a sanzioni pecuniarie.

La vediamo attiva su una buona pratica che ha per acronimo Stem. Qual è la sua proposta?
I percorsi Stem (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) avviano verso percorsi professionali che sono cresciuti moltissimo, e che vedranno un ulteriore incremento: dell’8%, si calcola da qui al 2025. E che cosa ci dice questo dato? Che nello Stem troveranno lavoro i 2/3 dei giovani che entreranno nel mercato del lavoro nel futuro, rimpiazzando chi va in pensione. È chiaro che il legislatore a questo punto deve intervenire e orientare l’istruzione superiore e accademica in questa direzione. Nel prossimo futuro saranno l’80% dei lavori a richiedere competenze scientifiche e digitali. Ad oggi le ragazze, per tutta una serie di questioni, sono invece scoraggiate verso quei percorsi di laurea. Il rapporto Pisa indica tra le cause gli stereotipi culturali. Le donne non vengono orientate a crescere verticalmente, a studiare per brillare nelle professioni scientifiche e tecnologiche. E con questo è tutto il sistema Paese a darsi la zappa sui piedi.

Non è solo una questione di civiltà, ma anche di potenzialità economica generale…
Se le donne fossero impiegate già oggi al 100% delle loro possibilità, con i loro titoli di studio, con le loro competenze, portando il lavoro femminile al 60%, il Paese guadagnerebbe il 7% di Pil. È uno studio di Bankitalia.

Per la prima volta ci sono state due donne sindaco di città importanti, Raggi e Appendino. Due fiaschi clamorosi, dispiace dirlo. Alla prima ha fatto opposizione in Campidoglio.
Di Virginia Raggi do un giudizio negativo guardando ai fatti: rifiuti, trasporti, manutenzioni, nessuno dei problemi di Roma è stato risolto. Si è smesso di progettare il futuro, la mancata candidatura alle Olimpiadi è una vicenda che ancora brucia. Non c’è stata nessuna idea di che cosa debba diventare Roma, che è una città complessa anche dal punto di vista socio-economico, perché contiene decine di città diverse tra loro. Raggi non l’ha capita, non l’ha saputa interpretare. Altri avevano una visione, penso alla Roma di Rutelli e di Veltroni. E penso a Walter Tocci, che è stato e continua ad essere visionario su trasporti e urbanistica. Con l’amministrazione Raggi l’ordinario è diventato straordinario. Puliscono una caditoia e lo raccontano sui giornali come fosse chissà cosa. Una umiliazione per una grande capitale internazionale, questa esperienza.

E forse le è mancata anche l’attenzione verso le donne.
Ecco, questa è una cosa che mi ha ulteriormente stupito. Non si è mai appassionata a questi temi. La Casa delle Donne rischiava di chiudere – chi vive a Roma sa quanto sia importante – e Raggi cosa ha fatto? Le ha recapitato lo sfratto. La Casa è stata salvata da un intervento governativo, pensi un po’. Ho chiarito più volte che non mi candiderò, faccio la Consigliera regionale e la vivo come una esperienza molto gratificante. È stata da poco approvata una mia legge sulla cooperazione internazionale allo sviluppo sostenibile, che è un altro dei miei temi. E mi sta a cuore portare a termine gli impegni, come questa mia proposta di legge che incentiva lo studio Stem. Partendo dalla formazione, dobbiamo consentire alle ragazze di trovare lavoro nei settori strategici. È una battaglia di civiltà.

(Il Riformista)

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