4 Ottobre, 2024
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Referendum, 183 costituzionalisti dicono No

Risposta all’appello di Huffpost.

“Non può trascurarsi lo squilibrio che si verrebbe a determinare qualora, entrata in vigore la modifica costituzionale, non si avesse anche una modifica della disciplina

“Le ragioni del nostro NO al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari”, questa l’intestazione del documento firmato da 183 costituzionalisti, che l’HuffPost pubblica integralmente. 

Il documento, che i cinque promotori tengono a precisare “scaturisce da un’iniziativa autonoma e totalmente indipendente sia dal Coordinamento per la democrazia costituzionale (CDC), sia dal Comitato nazionale per il No al taglio del Parlamento”, è stato frutto “di un lavoro immane in risposta all’appello del direttore dell’HuffPost Mattia Feltri, dello scorso 8 agosto”.

 

“Per molti osservatori (compreso il Pd) – scriveva Feltri – la riforma della Carta prevista dal prossimo referendum è pericolosa senza il proporzionale. La Costituzione sarebbe dunque in balia di una legge ordinaria, che per di più ancora non c’è. Si può approvare una riforma del genere?”. 

 

“Non può trascurarsi, – confermano i 183 -, lo squilibrio che si verrebbe a determinare qualora, entrata in vigore la modifica costituzionale, non si avesse anche una modifica della disciplina elettorale, con essa coerente, tale da assicurare – nei limiti del possibile – la rappresentatività delle Camere e, allo stesso tempo, agevolare la formazione di una maggioranza (sia pur relativamente) stabile di governo”.

Se da un lato, “la materia costituzionale non può essere svilita fino a diventare argomento di mera propaganda elettorale”, nel merito, “il taglio lineare prodotto dalla revisione incide sulla rappresentatività delle Camere e crea problemi al funzionamento dell’apparato statale”, si legge nel testo.

Il documento, promosso da Alessandro Morelli, Fiammetta Salmoni, Michele Della Morte, Marina Calamo Specchia e Vincenzo Casamassima, dettaglia in cinque punti le ragioni tecniche per le quali è necessario opporsi alla riforma, “illustrando i rischi per i principi fondamentali della Costituzione che la revisione comporta”. Revisione che “sembra essere espressione di un intento ‘punitivo’ nei confronti dei parlamentari – visti come esponenti di una ‘casta’ parassitaria da combattere con ogni mezzo” – ed “è il segno di una diffusa confusione del problema della la qualità dei rappresentanti con il ruolo stesso dell’istituzione rappresentativa”.

Tra le adesioni, negli atenei da Nord a Sud, si segnalano il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuseppe Tesauro, e i professori emeriti Giuseppe Ugo Rescigno, Gianni Ferrara, Paolo Caretti, Pasquale Costanzo, Antonio D’Atena, Alfonso Di Giovine, Silvio Gambino, Aldo Loiodice, Antonio Ruggeri, Michele Scudiero, Luigi Ventura, Massimo Villone.

Ecco l’appello integrale e i 183 firmatari:

Le ragioni del nostro NO al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari In risposta all’appello del Direttore della testata online Huffington Post Mattia Feltri, pubblicato lo scorso 8 agosto, le sottoscritte e i sottoscritti, docenti, studiose e studiosi di diritto costituzionale, intendono spiegare le ragioni tecniche per le quali si oppongono alla riforma sulla riduzione del numero dei parlamentari, illustrando i rischi per i principi fondamentali della Costituzione che la revisione comporta.

Si precisa che il presente documento scaturisce da un’iniziativa autonoma e totalmente indipendente sia dal Coordinamento per la democrazia costituzionale (CDC), sia dal Comitato nazionale per il No al taglio del Parlamento, così come da ogni altro ente, organismo e associazione, esprimendo considerazioni frutto esclusivamente dell’elaborazione collettiva dei sottoscrittori.

Il testo di legge costituzionale sottoposto alla consultazione referendaria, introducendo una riduzione drastica del numero dei parlamentari (da 945 componenti elettivi delle due Camere si passerebbe a 600), avrebbe un impatto notevole sulla forma di Stato e sulla forma di governo del nostro ordinamento.

Tanti motivi inducono a un giudizio negativo sulla riforma: qui si illustrano i principali.

1) La riforma svilisce, innanzitutto, il ruolo del Parlamento e ne riduce la rappresentatività, senza offrire vantaggi apprezzabili né sul piano dell’efficienza delle istituzioni democratiche né su quello del risparmio della spesa pubblica.
I fautori della riforma adducono, a sostegno del «SÌ» al referendum, la riduzione di spesa che la modifica della composizione delle Camere determinerebbe. Si tratta, però, di un argomento inaccettabile non soltanto per l’entità irrisoria dei tagli di cui si parla, ma anche perché gli strumenti democratici basilari (come appunto l’istituzione parlamentare) non possono essere sacrificati o depotenziati in base a mere esigenze di risparmio.
La riduzione del numero dei parlamentari non deriverebbe, inoltre, da una riforma ragionata del bicameralismo perfetto (il vigente assetto parlamentare in base al quale le due Camere si trovano nella stessa posizione e svolgono le medesime funzioni). Tale sistema non sarebbe toccato dalla legge costituzionale oggetto del referendum.
Spesso si fa riferimento agli esempi di altri Stati ma non può correttamente compararsi il numero dei componenti delle Camere italiane con quello di altre assemblee parlamentari in termini astratti, senza tenere conto del numero degli elettori (e, dunque, del rapporto eletti/elettori). Si trascura, inoltre, che in molti degli ordinamenti assunti come termini di paragone si riscontrano forme di governo e tipi di Stato diversi dai nostri.

2) La riforma presuppone che la rappresentanza nazionale possa essere assorbita nella rappresentanza di altri organi elettivi (Parlamento europeo, Consigli regionali, Consigli comunali, ecc.), contro ogni evidenza storica e contro la giurisprudenza della Corte costituzionale.
I fautori della riforma sostengono ancora che la riduzione del numero dei parlamentari non arrecherebbe alcun danno alle esigenze della rappresentatività perché sarebbero già tanti gli organi elettivi (Parlamento europeo, Consigli regionali, consigli comunali, ecc.) la cui formazione dipenderebbe dal voto dei cittadini. La rappresentanza nazionale, secondo questa tesi, potrebbe trovare un’espressione parcellizzata in altri luoghi istituzionali. A prescindere, però, da ogni altra considerazione sul ruolo e sulle competenze degli organi elettivi richiamati (ad esempio, i Consigli regionali italiani non sono paragonabili ai parlamenti degli Stati membri di una federazione), si può ricordare che la Corte costituzionale ha chiarito che «solo il Parlamento è sede della rappresentanza politica nazionale, la quale imprime alle sue funzioni una caratterizzazione tipica ed infungibile».
Basta leggere, del resto, le materie attribuite dalla Costituzione alla competenza esclusiva del legislatore statale (e considerare l’interpretazione estensiva che di molte di queste materie ha dato la stessa Corte costituzionale nella sua giurisprudenza) per avere un’idea dell’importanza delle Camere.

3) La riforma riduce in misura sproporzionata e irragionevole la rappresentanza di interi territori.
Per quanto riguarda la nuova composizione del Senato, alcune Regioni finirebbero con l’essere sottorappresentate rispetto ad altre. Così, ad esempio, l’Abruzzo, con un milione e trecentomila abitanti, avrebbe diritto a quattro senatori, mentre il Trentino-Alto Adige, con le sue due province autonome e con una popolazione complessiva di un milione di abitanti, avrebbe in tutto sei senatori; e ancora la Liguria, con cinque seggi, avrebbe una rappresentanza al Senato, in sostanza, della sola area genovese.

4) La riforma non eliminerebbe ma, al contrario, aggraverebbe i problemi del bicameralismo perfetto (anche se è spesso presentata dai suoi sostenitori come un intervento volto a raggiungere gli stessi obiettivi di precedenti progetti di riforma, diretti a rendere più efficiente l’istituzione parlamentare).
Come si è già detto, l’attuale riforma non introduce alcuna differenziazione tra le due Camere ma si limita semplicemente a ridurne i componenti, il cui elevato numero costituisce una caratteristica del Parlamento e non del bicameralismo perfetto. Tale assetto, in teoria, potrebbe anche essere modificato senza alterare in modo così incisivo il numero dei parlamentari, anche solo per il tramite di una contestuale riforma dei regolamenti parlamentari di Camera e Senato. Al contrario, se si considerano i problemi di rappresentanza di alcuni territori regionali che la riforma comporterebbe, risulta che paradossalmente la legge in questione finirebbe con l’aggravare, anziché ridurre, i problemi del bicameralismo perfetto.

5) La riforma appare ispirata da una logica “punitiva” nei confronti dei parlamentari, confondendo la qualità dei rappresentanti con il ruolo stesso dell’istituzione rappresentativa. La revisione costituzionale sembra essere espressione di un intento “punitivo” nei confronti dei parlamentari – visti come esponenti di una “casta” parassitaria da combattere con ogni mezzo – ed è il segno di una diffusa confusione del problema della qualità dei rappresentanti con il ruolo dell’organo parlamentare. Non è dato riscontrare, tuttavia, un rapporto inversamente proporzionale tra il numero dei parlamentari e il livello qualitativo degli stessi. Una simile riduzione dei componenti delle Camere penalizzerebbe soltanto la rappresentanza delle minoranze e il pluralismo politico e potrebbe paradossalmente produrre un potenziamento della capacità di controllo dei parlamentari da parte dei leader dei partiti di riferimento, facilitato dal numero ridotto degli stessi componenti delle Camere.
Non può trascurarsi, inoltre, lo squilibrio che si verrebbe a determinare qualora, entrata in vigore la modifica costituzionale, non si avesse anche una modifica della disciplina elettorale, con essa coerente, tale da assicurare – nei limiti del possibile – la rappresentatività delle Camere e, allo stesso tempo, agevolare la formazione di una maggioranza (sia pur relativamente) stabile di governo.
È illusorio, in conclusione, pensare alle riforme costituzionali come ad azioni dirette a causare shock a un sistema politico-partitico incapace di autoriformarsi, nella speranza che l’evento traumatico possa innescare reazioni benefiche. Una cattiva riforma non è meglio di nessuna riforma. Semmai è vero il contrario. Respingendo questa riforma perché monca e destabilizzante, ci sarebbe spazio per proposte equilibrate che mantengano intatti i principi fondanti del nostro ordinamento costituzionale; al contrario sarebbe più difficile mettere in discussione una riforma appena avallata dal corpo elettorale. Occorrono, in definitiva, interventi idonei ad apportare miglioramenti al sistema nel rispetto della democraticità e della rappresentatività delle istituzioni.
Per queste ragioni i sottoscritti voteranno convintamente «NO»!

Promotori

Alessandro Morelli, Professore ordinario di diritto pubblico, Università degli Studi di Messina; Fiammetta Salmoni, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Università Telematica degli Studi di Roma Guglielmo Marconi;
Michele Della Morte, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi del Molise; Marina Calamo Specchia, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale comparato, Università degli Studi di Bari Aldo Moro; Vincenzo Casamassima, Professore associato di diritto costituzionale, Università del Sannio di Benevento 

Firmano (in ordine alfabetico):

1. Fulvia Abbondante, Ricercatrice di diritto pubblico, Università degli Studi di Napoli Federico II
2. Ugo Adamo, Assegnista di ricerca di diritto costituzionale, Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro
3. Cristiano Aliberti, Ricercatore di diritto pubblico, Università degli Studi Roma Tre
4. Umberto Allegretti, già Professore ordinario di diritto pubblico, Università degli Studi di Firenze
5. Carlo Amirante, già Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Napoli Federico II
6. Adele Anzon, già Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi Tor Vergata di Roma
7. Antonio Arena, Assegnista di ricerca di diritto costituzionale, Università degli Studi di Messina
8. Marco Armanno, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Palermo
9. Paolo Armaroli, già Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Genova
10. Francesca Bailo, Ricercatrice a tempo determinato. Università degli Studi di Genova
11. Enzo Balboni, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università Cattolica di Milano
12. Vincenzo Baldini, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
13. Rosa Basile, Ricercatrice di diritto costituzionale, Università degli Studi di Messina
14. Francesco Saverio Bertolini, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Teramo
15. Cristina Bertolino, Professoressa associata di diritto pubblico, Università degli Studi di Torino
16. Marco Betzu, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Cagliari
17. Raffaele Bifulco, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi Luiss Guido Carli
18. Felice Blando, Ricercatore di diritto pubblico, Università degli Studi di Palermo
19. Salvatore Bonfiglio, Professore associato di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Roma Tre
20. Monica Bonini, Professoressa associata di diritto pubblico, Università degli Studi di Milano-Bicocca
21. Andrea Bonomi, Ricercatore a tempo determinato, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
22. Roberto Borrello, Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Siena4
23. Giuditta Brunelli, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Università degli Studi di Ferrara
24. Fernanda Bruno, già Professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
25. Gaetano Bucci, Ricercatore di diritto pubblico, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
26. Camilla Buzzacchi, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Università degli Studi di Milano-Bicocca
27. Giulia Caravale, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
28. Maria Cristina Cabiddu, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Politecnico di Milano
29. Mia Caielli, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli studi di Torino
30. Marina Calamo Specchia, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale comparato, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
31. Quirino Camerlengo, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Pavia
32. Laura Cappuccio, Professoressa associata di diritto costituzionale, Università degli Studi di Napoli Federico II
33. Giuliana Giuseppina Carboni, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Sassari
34. Paolo Caretti, Professore emerito di diritto costituzionale, Università degli Studi di Firenze
35. Rossana Caridà, Professoressa associata di diritto pubblico, Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro
36. Sara Carnovali, Dottoressa di ricerca in diritto costituzionale, Università degli Studi di Milano
37. Vincenzo Casamassima, Professore associato di diritto costituzionale, Università del Sannio di Benevento
38. Rino Casella, Professore associato di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Pisa
39. Fabrizio Cassella, Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Torino
40. Massimo Cavino, Professore ordinario di diritto pubblico, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”
41. Eleonora Ceccherini, Professoressa associata di diritto costituzionale, Università degli Studi di Genova
42. Marcello Cecchetti, Professore ordinario di diritto pubblico, Università degli Studi di Sassari
43. Alfonso Celotto, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
44. Omar Chessa, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Sassari
45. Anna Ciammariconi, Ricercatrice di diritto pubblico comparato. Università degli Studi di Teramo
46. Pietro Ciarlo, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Cagliari
47. Ines Ciolli, Professoressa associata di diritto costituzionale, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
48. Anna Maria Citrigno, Ricercatrice di diritto pubblico, Università degli Studi di Messina
49. Giovanni Coinu, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Cagliari
50. Gian Luca Conti, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Pisa
51. Giovanni Cordini, Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Pavia
52. Pasquale Costanzo, Professore emerito di diritto costituzionale, Università degli Studi di Genova
53. Matteo Cosulich, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Trento
54. Entela Cukani, Assegnista di ricerca di diritto pubblico comparato, Università degli Studi del Salento
55. Giovanni D’Alessandro, Professore ordinario di diritto pubblico, Università Telematica degli Studi di Roma Niccolò Cusano
56. Maria Elisa D’Amico, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Milano
57. Luigi D’Andrea, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Messina
58. Marco Dani, Professore associato di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Trento
59. Antonio D’Atena, Professore emerito di diritto costituzionale, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
60. Luciana De Grazia, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Palermo
61. Michele Della Morte, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi del Molise
62. Bruno De Maria, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Napoli Federico II
63. Francesco Raffaello De Martino, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi del Molise
64. Giovanna De Minico, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Napoli Federico II
65. Gianmario Demuro, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Cagliari
66. Andrea De Petris, Ricercatore di diritto costituzionale, Università Giustino Fortunato di Benevento
67. Valeria De Santis, Ricercatrice di diritto pubblico, Università degli Studi Parthenope di Napoli
68. Giovanni Di Cosimo, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Macerata
69. Maria Dicosola, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
70. Alfonso Di Giovine, Professore emerito di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Torino
71. Angela Di Gregorio, Professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Milano
72. Enzo Di Salvatore, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Teramo
73. Mario Esposito, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi del Salento
74. Laura Fabiano, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
75. Gianluca Famiglietti, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Pisa
76. Gennaro Ferraiuolo, Ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Napoli Federico II
77. Gianni Ferrara, Professore emerito di diritto costituzionale, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
78. Daniele Ferrari, Dottore di ricerca in diritto costituzionale, Università degli Studi di Genova
79. Justin Frosini, Professore associato di diritto pubblico comparato, Università Luigi Bocconi di Milano
80. Davide Galliani, Professore associato di diritto pubblico, Università degli Studi di Milano
81. Silvio Gambino, Professore emerito di diritto pubblico comparato Università della Calabria
82. Paolo Giangaspero, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Trieste
83. Federico Girelli, Professore associato di diritto costituzionale, Università Telematica degli Studi di Roma Niccolò Cusano
84. Daniele Granara, Ricercatore di diritto costituzionale, Università degli Studi di Genova
85. Andrea Gratteri, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Pavia
86. Maria Cristina Grisolia, già Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Firenze
87. Enrico Grosso, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Torino
88. Cosimo Pietro Guarini, Professore associato di diritto pubblico, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
89. Carlo Iannello, Professore associato di diritto pubblico, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
90. Antonio Iannuzzi, Professore associato di diritto pubblico, Università degli Studi Roma Tre
91. Emma A. Imparato, Professoressa associata di diritto pubblico, Università degli Studi di Napoli L’Orientale
92. Giuseppe Laneve, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Macerata
93. Salvatore La Porta, Ricercatore di diritto pubblico, Università degli Studi di MilanoBicocca
94. Eva Lehner, Ricercatrice di diritto costituzionale, Università degli Studi di Siena
95. Sara Lieto, ricercatrice a tempo determinato di diritto pubblico, Università degli Studi Parthenope di Napoli
96. Aldo Loiodice, Professore emerito di diritto costituzionale, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
97. Andrea Lollo, ricercatore a tempo determinato di diritto costituzionale, Università Magna Graecia di Catanzaro
98. Fabio Longo, Ricercatore universitario di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Torino
99. Donatella Loprieno, Ricercatrice di diritto pubblico, Università della Calabria
100. Laura Lorello, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Palermo
101. Federico Losurdo, Ricercatore a tempo determinato di diritto pubblico, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
102. Alberto Lucarelli, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Napoli Federico II
103. Giovanni Luchena, Professore associato di diritto pubblico dell’economia, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
104. Patrizia Macchia, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Torino
105. Gianfranco Macrì, Professore associato di diritto pubblico, Università degli Studi di Salerno
106. Gabriele Maestri, Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Scienze politiche,
Università degli Studi Roma Tre
107. Patrizia Magarò, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Genova
108. Maurizio Malo, Professore associato di diritto pubblico, Università degli Studi di Padova
109. Michela Manetti, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Siena
110. Raffaele Manfrellotti, Professore ordinario di diritto pubblico, Università degli Studi di Napoli Federico II
111. Giuseppe Marazzita, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Teramo
112. Gianluca Marolda, Dottore di ricerca in diritto costituzionale, Università degli Studi di Bologna Alma Mater Studiorum
113. Francesco Marone, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università Suor Orsola Benincasa di Napoli
114. Pamela Martino, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
115. Pietro Masala, Ricercatore a tempo determinato, Università degli Studi di Siena
116. Ilenia Massa Pinto, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Torino
117. Anna Mastromarino, Professoressa associata di diritto pubblico comparato,
Università degli Studi di Torino
118. Giuditta Matucci, Ricercatrice di diritto costituzionale, Università degli Studi di Pavia
119. Alessandro Mazzitelli, Professore associato di diritto pubblico, Università degli Studi della Calabria
120. Luigi Melica, Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Università degli Studi del Salento
121. Luca Mezzetti, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Bologna Alma Mater Studiorum
122. Roberto Miccù, Professore ordinario di diritto pubblico, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
123. Giovanna Montella, Ricercatrice di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
124. Alessandro Morelli, Professore ordinario di diritto pubblico, Università degli Studi di Messina
125. Giovanni Moschella, Professore ordinario di diritto pubblico, Università degli Studi di Messina
126. Angela Musumeci, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Teramo
127. Ilario Nasso, Dottore di ricerca in diritto costituzionale, Università degli Studi di Bologna, e magistrato
128. Anna Maria Nico, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
129. Raffaella Niro, Professoressa associata di diritto pubblico, Università degli Studi di Macerata
130. Walter Nocito, Ricercatore di diritto pubblico, Università della Calabria
131. Alessandro Pace, Professore emerito di diritto costituzionale, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
132. Saulle Panizza, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Pisa
133. Claudio Panzera, Professore associato di diritto costituzionale, Università
Mediterranea di Reggio Calabria
134. Stefania Parisi, Professoressa associata di diritto costituzionale, Università degli Studi di Napoli Federico II
135. Fulvio Pastore, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
136. Barbara Pezzini, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Bergamo
137. Paola Piciacchia, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
138. Roberto Pinardi, Professore ordinario di diritto pubblico, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
139. Andrea Pisaneschi, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Siena
140. Marco Plutino, Professore associato di diritto costituzionale, Università di Cassino e del Lazio Meridionale
141. Giovanni Poggeschi, Professore associato di diritto pubblico comparato, Università degli Studi del Salento
142. Anna Maria Poggi, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Torino
143. Daniele Porena, Professore associato di diritto pubblico, Università degli Studi di Perugia
144. Salvatore Prisco, Professore ordinario di diritto pubblico, Università degli Studi di Napoli Federico II
145. Andrea Pugiotto, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Ferrara
146. Fernando Puzzo, Ricercatore di diritto pubblico, Università della Calabria
147. Maria Letteria Quattrocchi, Ricercatrice di diritto costituzionale, Università degli Studi di Messina
148. Alberto Randazzo, Ricercatore a tempo determinato di diritto pubblico, Università degli Studi di Messina
149. Francesca Rescigno, Professoressa associata di Istituzioni di diritto pubblico, Università degli Studi di Bologna Alma Mater Studiorum
150. Giuseppe Ugo Rescigno, Professore emerito di diritto pubblico, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
151. Antonio Riviezzo, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Siena
152. Raffaele Guido Rodio, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli studi di Bari Aldo Moro
153. Maria Grazia Rodomonte, Professoressa associata di diritto pubblico, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
154. Graziella Romeo, Ricercatrice a tempo determinato di diritto pubblico, Università degli Studi Bocconi di Milano
155. Laura Ronchetti, Ricercatrice a tempo determinato di diritto costituzionale, Università degli Studi del Molise
156. Monica Rosini, Ricercatrice a tempo determinato di diritto pubblico, Libera
Università di Bolzano
157. Antonio Ruggeri, Professore emerito di diritto costituzionale, Università degli Studi di Messina
158. Fiammetta Salmoni, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Università
Telematica degli Studi di Roma Guglielmo Marconi
159. Lucia Scaffardi, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Parma
160. Simone Scagliarini, Professore associato di diritto pubblico, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
161. Lucia Sciannella, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Teramo
162. Vincenzo Sciarabba, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Genova
163. Michele Scudiero, Professore emerito di diritto costituzionale, Università degli Studi di Napoli Federico II
164. Massimo Siclari, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi Roma Tre
165. Giorgio Sobrino, Ricercatore a tempo determinato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Torino
166. Giusi Sorrenti, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Messina
167. Giovanni Tarli Barbieri, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Firenze
168. Giuseppe Tesauro, Presidente emerito della Corte costituzionale
169. Massimo Togna, Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e istituzioni politiche
comparate, professore a contratto di Information Law and Ethics, Università degli Studi dell’Aquila
170. Roberto Toniatti, Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Trento
171. Vincenzo Tondi della Mura, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università del Salento
172. Alessandro Torre, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
173. Dario Elia Tosi, Professore associato di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Torino
174. Michele Troisi, Professore associato di diritto pubblico, Università degli Studi del Salento
175. Lara Trucco, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Genova
176. Luigi Ventura, Professore emerito di diritto costituzionale, Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro
177. Paolo Veronesi, Professore ordinario di diritto costituzionale, Università degli Studi di Ferrara
178. Luca Vespignani, Professore associato di diritto costituzionale, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
179. Massimo Villone, Professore emerito di diritto costituzionale, Università degli Studi di Napoli Federico II
180. Lorenza Violini, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Università degli Studi di Milano
181. Maria Paola Viviani Schlein, Professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato, Università dell’Insubria
182. Luigi Volpe, già Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
183. Jens Woelk, Professore ordinario di diritto pub

(HuffPost)

 

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