5 Maggio, 2024
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il piano del Comune di Milano per far rientrare suoi dipendenti a casa

Smartworking “a rotazione” e orari flessibili: il piano del Comune di Milano per far rientrare (almeno) la metà dei suoi dipendenti a casa

Al Comune di Milano si torna al lavoro. Stavolta in sede. Se le aziende private stanno ancora valutando come muoversi in autunno, Palazzo Marino ha tracciato un piano di rientro che coinvolge la metà dei suoi 7mila dipendenti ancora a casa. Parola d’ordine: flessibilità. Orari personalizzabili, ingressi posticipati fino alle 11 e possibilità di recuperare le ore di sabato. Oltre a test sierologici e “campagna per il vaccino anti-influenzale”: lo ha annunciato l’assessora alle Politiche per il lavoro Cristina Tajani, a margine di un evento sul futuro di Milano organizzato dall’assessore Pierfrancesco Maran all’East River sulla Martesana.

Settemila dipendenti comunali (poco meno della metà dei 15mila totali) hanno lavorato da remoto, rimanendo a casa anche durante l’estate. Adesso la quota di telelavoro sarà limitata al massimo al 50%: quindi, 3.500 sui 15mila totali. Lo smartworking prolungato – nel pubblico e nel privato – ha dato origine a un altro fenomeno: il southworking. In molti, tra chi si era trasferito a Milano per lavoro, hanno deciso di fare ritorno nelle proprie zone d’origine continuando a lavorare da remoto. I vantaggi? Un minor costo della vita a parità di stipendio e la vicinanza ad amici e parenti. Ma tutto questo avrà un impatto sulle economie della città del Nord (Milano in testa): meno contratti d’affitto, meno introiti per bar, ristoranti e servizi alla persona.

Ed è uno dei punti centrali nel dibattito sul lavoro in sede “contro” smartworking. Adesso l’idea – almeno per Palazzo Marino – è di tornare a timbrare il cartellino. Ma con un nuovo ritmo, come ha spiegato l’assessora Cristina Tajani. L’obiettivo è avere “orari sempre meno collettivi e sempre più individuali o per gruppi”.

Almeno fino all’inverno, quindi, la pubblica amministrazione lavorerà con “con un mix di lavoro in presenza e in remoto“.

Lo smartworking non sparirà, quindi, ma verrà effettuato al massimo dal 50% dell’organico “a rotazione” privilegiando le “fasce deboli“, chi ha particolari esigenze e le categorie più fragili. Tutti gli altri in ufficio, anche se con orari più flessibili e, per la prima volta, con il recupero il sabato. E con un’attenzione più alta: il piano del Comune prevede una costante “vigilanza sanitaria con una campagna per il vaccino anti-influenzale e test sierologici“.

Per i servizi allo sportello invece si procederà ancora con le “interlocuzioni programmate“, quindi per appuntamento, in modo da evitare code e assembramenti. Tajani poi rivolge un invito “a incentivare la flessibilità anche nelle aziende private” in modo da “conciliare anche le esigenze di cura dei piccoli e di evitare la congestione del traffico negli orari di punta

(Il Fatto Quotidiano)

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