13 Maggio, 2024
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Scontro tra bici elettrica e furgone sulla Barletta-Andria: muoiono tre ragazzi fra i 17 e i 19 anni

L’impatto, violentissimo, pochi minuti dopo le 5: albeggiava sulla statale 170 che collega Barletta a Castel del Monte, quando tre ragazzi fra i 17 e i 19 anni, tutti e tre in sella alla stessa bici elettrica, sono stati travolti da un furgone che, come loro, viaggiava in direzione di Andria.

Pasquale Simone aveva 17 anni come Giovanni Pinto, invece il più grande dei tre, Michele Chiarulli, ne aveva 19: il primo è morto all’ospedale Bonomo di Andria, dov’era arrivato in condizioni disperate, gli altri due sono morti sul colpo un centinaio di metri prima della stazione di servizio Esso, che a quell’ora era aperta ma soltanto come self-service.

A chiarire la dinamica dell’incidente saranno le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza dell’impianto. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri di Barletta, coordinati dal pm di Trani, Giuseppe Francesco Aiello, la e-bike con i tre giovani era sulla corsia di sorpasso, a ridosso dello spartitraffico, poi ha cambiato direzione, probabilmente per sposarsi sulla corsia di marcia. In quel momento è sopraggiunto il furgone bianco guidato da un fioraio di Trinitapoli che, insieme con la moglie e la figlia, stava andando ad acquistare la sua merce da un vivaista di Andria.

L’impatto ha fatto sbalzare i corpi dei tre giovani un centinaio di metri più avanti, spezzando la bici elettrica della quale non è stato ritrovato il fanalino posteriore: “È possibile che non avesse luci”, spiega un investigatore. I tre giovani avevano trascorso la serata insieme a Barletta e stavano accompagnando Simone in località Montaltino, dove abitava, per poi tornare a casa nella città della Disfida. Lì, però, sono arrivati chiusi in una bara.

“Non ci sono parole per esprimere il sentimento di dolore per la morte di tre ragazzi”, dice il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito. “Ai loro familiari, che stanno vivendo una tragedia immane, giunga il cordoglio mio personale e di tutta la città. Erano troppo giovani per morire e per questo – continua il primo cittadino – voglio dire ai loro coetanei di stare attenti, di essere prudenti”. E poi: “A quell’età ci si sente invulnerabili, forti e non si fa attenzione, ma poi il dolore è grande davanti a una vita spezzata. Contenere l’esuberanza dei ragazzi è difficilissimo – conclude Cannito – ma è necessario dedicare loro attenzione, sempre, perché non ci sono orari o parti della giornata più pericolose o più a rischio di altre, e da parte di tutti, perché tutti siamo responsabili, non solo i genitori di ciascuno. Oggi piangiamo questi tre ragazzi. E il dolore per questo grave lutto è di tutta la comunità”.

Fonte: LaRepubblica.it

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