C’è un ostacolo sulla strada della ripresa del campionato. Un ostacolo politico, che nulla ha a che vedere con questioni sportive.
Il verbale del Cts che da venerdì ha di fatto introdotto la “quarantena soft” non è in discussione:
il problema è che per essere applicabile potrebbe aver bisogno prima di un passaggio formale, almeno secondo il ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora che ha dichiarato a Porta a porta: “Il Cts ha detto sì alle modifiche del protocollo dal punto di vista scientifico, però bisogna cambiare la norma, quella dei 14 giorni. O si fa un emendamento oppure bisogna cambiarla nel prossimo decreto legge.
Cercheremo di fare il prima possibile, ma in entrambi i casi non credo possa essere efficace dal 20 giugno (giorno della ripresa del campionato, ndr). Ne parlerò con il presidente del Consiglio e con il ministro Speranza, abbiamo bisogno di un provvedimento che vada a modificare il decreto. Come tempi è più facile agganciarci al nuovo dl”. In realtà nella formazione di governo non tutti ne sono convinti: il ministro della Salute Roberto Speranza dopo una iniziale perplessità, ha dato il suo via libera all’introduzione del nuovo modello, che permetterà alle squadre che dovessero registrare un caso di positività di isolare il contagiato e continuare a giocare regolarmente il campionato, evitando così il rischio di uno stop in corsa. Per lui, quel parere del Cts non rappresenta un superamento della quarantena.
Di diverso avviso però è il ministro Spadafora. Che ritiene invece che il testo, per essere applicabile, abbia bisogno di un passaggio politico, ritenendolo in contrasto con il testo del decreto del 16 maggio e ancora regolarmente in vigore, in cui al punto 7 si legge: “La quarantena precauzionale è applicata con provvedimento dell’autorità sanitaria ai soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di soggetti positivi al virus Covid 19”. Per questo, chiede un passaggio che modifichi il decreto, magari attraverso un maxi emenadamento. Una cosa è certa: bloccare la quarantena “soft” metterebbe nuovamente a rischio non solo la regolare conclusione del campionato, ma la sua stessa partenza.
La Federcalcio, che ha ottenuto il parere favorevole del Cts e il via libera del ministero della Salute sull’applicabilità del protocollo,
deve attendere ora il parere dalla Presidenza del Consiglio a cui il ministero ha inoltrato la questione per sciogliere il dubbio sull’interpretazione del testo. Un testo, tra l’altro, attualissimo, visto il caso del Venezia, dove è stato riscontrato un caso di positività a poche ore dal debutto in campionato sabato a Pordenone alle 20.30. Come dovrà comportarsi il club veneto? Una risposta è imminente, ma anche il calcio d’inizio dei campionati. Intanto Figc e Lega Serie A hanno pubblicato una lettera per esprimere “grande soddisfazione e ringraziano il Ministro della Salute Roberto Speranza e gli esperti dello stesso CTS per la professionalità, la sensibilità e la disponibilità dimostrate al fine di consentire lo svolgimento delle competizioni ufficiali”.
“Serie A in chiaro, siamo a buon punto”
Il ministro per le Politiche giovanili e lo sport ha anche aperto alla possibilità di trasmettere in chiaro alcune partite della Serie A: “Ho avuto la disponibilità da tutti i soggetti interessati (Sky, Rai, Dazn, ndr)” ha detto Spadafora, “dobbiamo trovare delle forme che garantiscano tutti, a partire dagli italiani per avere qualche partita in chiaro. Nel giro delle prossime 24-48 ore avremo una soluzione. Credo ci saranno un paio di partite in chiaro e ci sarà spazio per tutte le televisioni”. L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha rivelato quali potrebbero essere le due partite: “Una dovrebbe essere Atalanta-Sassuolo, l’altra potrebbe essere Verona-Cagliari. La prima su Tv8, la seconda sul canale YouTube del broadcaster ufficiale”.
(La Repubblica)