28 Aprile, 2024
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L’ultimo saluto di Houston a George Floyd. Biden: “È l’ora della giustizia razziale”

I familiari e gli amici intimi danno l’estremo saluto a George Floyd, due settimane dopo la sua uccisione mentre era sotto la custodia della polizia di Minneapolis.

Il funerale privato si svolge alla Fountain of Praise Church della città texana, dove il reverendo Al Sharpton pronuncerà l’elogio funebre. Il reverendo è entrato in chiesa seguito dai familiari di Floyd mentre il coro intonava “Broken but I’am Healed”. Parenti e amici sono tutti vestiti di bianco o nero. In abiti bianchi sono in prevalenza le donne, compresa la piccola Gianna, la figlia di 6 anni. Il carro funebre che trasportava la bara d’oro di Floyd è arrivato questa mattina in chiesa. Il feretro è stato trasportato da sei uomini mentre una fila di poliziotti lo ha accolto sull’attenti.
Nella chiesa Fountain of Praise, il pastore Mia Wright ha detto aprendo la cerimonia funebre: “È l’ora di celebrare la vita di Floyd”. Per poi aggiungere: “Forse piangeremo, vivremo il nostro lutto, ma troveremo conforto e speranza”.

“L’America può fare meglio”, “non si possono voltare le spalle al problema del razzismo”. Così l’ex vice presidente Joe Biden,

candidato democratico alla Casa Bianca, nel suo video messaggio al funerale di George Floyd. “Ora è il momento della giustizia razziale”, ha esortato Biden rivolgendosi in particolar modo alla figlia di 6 anni di Floyd, Gianna, e rilanciando le parole della piccola: “Tuo padre ha cambiato il mondo”. Quando sarà fatta giustizia per George Floyd, gli Usa saranno sulla buona strada per la “giustizia razziale”.
L’ex vice presidente ha aggiunto:  “Non possiamo voltare le spalle” al problema del razzismo, “non dobbiamo voltargli le spalle” e vanno denunciati gli “abusi sistematici che ancora affliggono” la società americana. Poi, sempre rivolgendosi alla figlia di Floyd, Gianna, ha affermato: “So che hai molte domande. Nessun bambino dovrebbe fare le domande che troppi bambini neri hanno dovuto fare per generazioni. Perché? Perché il papà se n’è andato?”.

Dopo la cerimonia, il corpo di Floyd sarà scortato dal dipartimento di polizia di Houston negli Houston Memorial Gardens di Pearland. Il suo corpo percorrerà l’ultimo miglio della processione in una carrozza trainata da cavalli. Floyd sarà sepolto vicino alla madre a Pearland, un sobborgo di Houston.

Fino a poco prima dell’inizio della cerimonia funebre, oltre 6.000 persone hanno reso omaggio a George Floyd nella chiesa dove ieri era stata allestita la camera ardente aperta al pubblico. La’Torria Lemon, portavoce della società di pompe funebri Fort Bend Memorial Planning Center, ha fatto sapere che la gente ha cominciato a mettersi in fila alle 8 del mattino anche se l’apertura era prevista per le 12:00.

Anche la polizia di Houston seguirà il corteo funebre

Ci sarà anche la polizia di Houston nell’ultimo tratto del percorso verso il cimitero della città texana per seguire il carro funebre, trainato da cavalli, che oggi porterà George Floyd dalla Fountain of Praise Church al campo santo. Il percorso è stato transennato per permettere “alla popolazione di rendere omaggio al feretro, garantendo la loro sicurezza” e quella dei familiari di Floyd. La città di Houston ha esortato tutti i partecipanti ad indossare la mascherina e mantenere le distanze per evitare nuovi contagi da coronavirus.

500 gli invitati al funerale, tra politici, celebrità, amici e famigliari

Sono circa 500 gli invitati al funerale di George Floyd tra amici, famigliari e celebrità come la star della box mondiale Floyd Mayweather. Tra gli speaker, figura in video anche l’ex vice presidente Joe Biden che ieri ha incontrato a Houston la famiglia di Floyd. Gli altri speaker indicati nel programma sono i deputati Al Green e Sheila Jackson Lee oltre al sindaco di Houston Sylvester Turner, tutti afroamericani. Tra gli invitati, anche i familiari di altre vittime del razzismo e della violenza degli agenti: ci sono il padre di Michael Brown e la madre di Eric Garner.

La nipote di Floyd: “Basta crimini d’odio”

“Qualcuno dice Make America Great Again, ma quando mai l’America è stata grande!”. L’urlo di Brooke Williams, la giovanissima nipote di George Floyd, si è levata nella Fountain Praise Church riferendosi allo slogan simbolo del presidente Donald Trump. “Basta crimini d’odio, per favore, basta! Perchè il sistema deve essere così malvagio e corrotto, bisogna fare giustizia”, ha aggiunto la giovane ricordando come nessuno degli agenti coinvolti nella morte dello zio ha mostrato segni di pentimento.

Il sindaco di Houston: il 9 giugno giornata per George Floyd in Texas

Sylvester Turner, sindaco di Houston, ha annunciato che il 9 giugno sarà la ‘Giornata per George Perry Floyd’ nella città del Texas dove sono in corso i funerali dell’afroamericano ucciso a Minneapolis. “Lo onoriamo non perché fosse perfetto, lo onoriamo oggi perché con quel suo ultimo respiro ha permesso di respirare a tutti noi”, ha detto Turner durante le esequie.

De Blasio, una via Black Lives Matter in ogni distretto di NY

Lo slogan ‘Black Lives Matter’, alla base del movimento di protesta nato negli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd a Minneapolis durante un fermo di polizia diventerà una strada in ogni distretto di New York. Lo ha annunciato il sindaco Bill de Blasio, citato dalla Cnn. “Deve essere chiaro – ha detto – che ora questa città, così come l’intero paese, devono sentire nel profondo che ‘le vite dei neri contano'”.

Il Tweet di Trump sull’anziano buttato a terra dai poliziotti di Buffalo: “E se fosse tutta una montatura?”

Mentre si stanno svolgendo i funerali, Donald Trump non placa le polemiche sollevate dalla morte di George Floyd e si esprime ancora una volta via Tweet insinuando che l’anziano manifestante scaraventato a terra dai poliziotti a Buffalo sia in realtà “un provocatore antifascista” che ha esagerato la caduta, un facinoroso che voleva sabotare gli apparecchi radio degli agenti. “Se fosse tutta una montatura?”, si chiede il presidente americano. Martin Gugino è ora fuori pericolo, ma le immagini del lago di sangue sul marciapiede dopo aver battuto violentemente la testa resteranno tra le immagini simbolo di queste storiche giornate di protesta

(La Repubblica)

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