18 Maggio, 2024
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Corte costituzionale, Cartabia: “Io super partes, mai scesa nell’agone politico”

(La Repubblica) – “Trovo sia inappropriato attribuire al presidente della Corte l’intendimento di scendere nell’agone politico: se c’è una virtù, un principio, che il presidente della Corte tiene a preservare è quello di essere super partes”. Lo ha detto la presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, in un incontro in streaming con la Stampa estera. “Sono stata sorpresa e anche dispiaciuta, ma soprattutto sorpresa – ha detto – che il richiamo a ripartire dal fondamento dell’ordinamento giuridico che è la Costituzione abbia potuto essere speso in riferimento a singoli aspetti politici del momento o a singole contese di tipo politico che erano in corso”.

“Sarebbe gravissimo che un presidente della Consulta volesse entrare nella discussione per dire ‘questo atto del governo non va bene’. Non so come si possa immaginare un atteggiamento del genere, anche per la mia storia. Vengo da un percorso accademico e a settembre quando scadrà il mio mandato tornerò alla ricerca e a insegnare.  C’è una fierezza nell’essere indipendenti , prima che un dovere è una prerogativa che un giudice si deve gustare sino in fondo”, ha precisato Marta Cartabia.

“E’ compito del presidente della Consulta ricordare i principi costituzionali e dire che occorre ripartire dalla Costituzione perchè è una bussola era semplicemente doveroso” , ha spiegato Cartabia, ricordando che quel passaggio su cui si sono scatenate le interpretazioni era solo un frammento della sua relazione molto più ampia. “Era un richiamo ai principi, non l’applicazione di quei principi a casi concreti. In secondo luogo ho detto che non esiste lo stato di eccezione: è un’affermazione quasi ovvia che qualunque professore direbbe ai suoi studenti del primo anno. E ho anche specificato che il fatto che la Costituzione non preveda lo stato di eccezione non significa che sia insensibile al contesto della realtà. I principi costituzionali sono finestre aperte sulla realtà: restano principi ma si declinano in modo diverso”.

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