17 Maggio, 2024
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Bracciano. Intervento record: operata una donna di 99 anni

Un intervento da record, quello che è stato eseguito all’Ospedale “Padre Pio” di Bracciano ad un
donna di quasi 100 anni. La signora, affidata alle cure del reparto di Chirurgia, è stata sottoposta ad
un’operazione chirurgica di viscerolisi.
L'équipe, composta dai chirurghi Nicola Pepe, Massimo Lupi e Giuseppe Passa, è riuscita con
successo a stabilizzare le condizioni dell’anziana signora, che a distanza di soli sette giorni è stata
dimessa.
In linea generale qual era il quadro clinico della signora?
“La paziente – dichiara il Dottor Pepe – presentava un’occlusione intestinale per la quale siamo
dovuti ricorrere ad un intervento. Le difficoltà di un’operazione senza un servizio trasfusionale e
una sala rianimazione sono sempre alte, specie nel trattamento di persone anziane e affette da
comorbilità, ma grazie alla professionalità dello staff medico, infermieristico e chirurgico siamo
riusciti a regalarle i suoi prossimi 100 anni di età”.
Esiste un limite di età per affrontare interventi di questo genere?
“Non esiste un limite di età per eseguire un intervento chirurgico – afferma il Dottor Lupi – qualsiasi
patologia che metta a repentaglio la vita di una persona, è dovere del chirurgo fare tutto ciò che è
necessario per salvarla, come in questo caso è stato per la signora centenaria. Diversamente, se
parliamo di over treatment, il cosiddetto “accanimento terapeutico” per non sconfinare
nell’esasperazione delle cure mediche e chirurgiche.
Molto spesso si pensa che le persone anziane facciano maggior fatica nella ripresa postoperatoria,
tuttavia non è sempre vero. La medicina non è una scienza esatta e la paziente in questione ne è un
esempio, infatti si è ripresa in una settimana”.
Dal punto di vista umano che tipo di riscontro avete avuto?
“E’ stato il superamento di un limite – aggiunge il Dottor Pepe – avere in cura una paziente così
anziana: per noi è stata una grande soddisfazione, oltre che una grande sorpresa, poiché non
credevamo in una piena riuscita dell’intervento. Proprio per questo abbiamo fin da subito reso
partecipe la famiglia, è stata un decisione condivisa”.
“Salvare una vita è sempre motivo di gratificazione – prosegue il Dottor Lupi – che questa sia di un
giovane, di un adulto o anziano. Per questo caso specifico siamo rimasti estremamente contenti del
risultato, a dir poco inaspettato sia per noi che per la famiglia. Come medici e come chirurghi, ogni
giorno compiamo dei piccoli atti eroici, nonostante i pochi mezzi a nostra disposizione,
impieghiamo il massimo dell’impegno sia dal punto di vista umano che tecnico”.
Quali sono gli aspetti che rendono difficile il vostro lavoro?
“Purtroppo una problematica – concludono Pepe e Lupi – è l’informatizzazione eccessiva della
nostra professione. Tutto ciò che viene codificato e immesso in un sistema computerizzato sottrae
tempo ai nostri pazienti. Ci piacerebbe poter avere un supporto amministrativo in quanto, ne
beneficerebbe tutta l’equipe. Il nostro obiettivo principale è il paziente e per poterlo assistere in
maniera completa dalle diagnosi alle cure, sarebbe opportuno non occuparsi delle mansioni
amministrative. Lo stesso Sistema GIPSE gestisce il ciclo del paziente presente in pronto soccorso,
richiede un tempo minimo di compilazione di circa 20/30 min. Per noi, come per il resto del
personale sanitario, è tempo sottratto all’attività assistenziale”.

Erica Trucchia

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