2 Maggio, 2024
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Coronavirus, svanisce la religione: al suo posto regna la scienza. Persino il Papa se n’è accorto

Mai come in questa epidemia è apparsa così evidente l’eclissi della religione dalla scena pubblica. Per la prima volta dai tempi del medioevo un grande fenomeno come la peste imperversa e domina ogni spazio nell’assenza totale dei simboli religiosi. Prova più lampante della secolarizzazione e del suo spessore non poteva esserci.

Per mille anni l’Europa cristiana ha sempre osservato nei grandi momenti di catastrofe il prorompere del sentimento religioso e dei suoi apparati. Il risuonare delle litanie, chiese stipate di fedeli imploranti, strade percorse da processioni di supplici, i frati nel lazzaretto, i preti solitari nelle città silenziose ad accompagnare i morti o portare l’estrema unzione agli infermi. E nel momento in cui crollava il picco della mortalità, si innalzavano le colonne dedicate alla Madonna salvatrice dalla peste.

Nella civiltà dell’immagine l’assenza risalta. Sul palcoscenico odierno svanisce la Religione, resta padrona incontrastata la Scienza. Eroi e martiri sono medici e infermieri, il verbo è diffuso dai governanti, dai sindaci, dai governatori di regione, l’unica liturgia è la conferenza stampa serale con il suo elenco di morti, guariti, raccomandazioni da seguire. Che al personale medico venga affidata la missione di dare un’ultima benedizione ai morenti è quasi un atto di resa da parte del clero.

E’ un fatto inevitabile. L’unica via per combattere il morbo è quella dettata dalla scienza. Stare insieme provoca contagio. Stare insieme è letale. Pensare di presentarsi ai malati come messaggeri del Signore rischia di provocare danni.
Il dato impressionante è che l’oscuramento investe – in alcuni luoghi simbolici – entrambe le grandi religioni mondiali, il cristianesimo e l’islam. Tutte e due imperniate sull’adorazione di Dio in comunità, in spazi assembleari. Non è solo deserta piazza San Pietro, altrettanto deserta – riferisce l’agenzia Asia News – è la spianata davanti alla Kaaba alla Mecca. Chiusa è la Cupola della Roccia a Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri del mondo mussulmano.

L’eclissi del religioso investe anche l’immaginario. Tramontata la credenza del castigo divino, causato dai peccati dell’uomo, sparita la visione tragica e grandiosa della Danza macabra, che nel suo corteo livella le disparità sociali, trascinando nella polvere principi e contadini, imperatori e re, abati e mercanti, gran dame e prostitute – l’immaginario svuotato si riempie di visoni cospirative. Il morbo deve avere per forza un’origine tenebrosa. E’ colpa dei pipistrelli mangiati dai cinesi… è colpa dei soldati americani andati in Cina… è colpa del Nemico. La notte della ragione genera continuamente mostri.

Papa Francesco ha mostrato di accorgersi di questa eclissi. Ha contrastato la prospettiva di chiese totalmente sbarrate. E si è fatto ritrarre a piedi per le strade di Roma. Ma è stato un flash fotografico troppo breve per risultare incisivo. Perciò in queste ore sembra essere passato al contrattacco. L’idea lanciata domenica di un Padre Nostro mondiale, recitato alla stessa ora, in tutti i continenti, da tutti i seguaci di Cristo quali che siano le loro denominazioni, rivela l’intenzione di riconquistare almeno per un momento lo spazio pubblico. Lanciando il messaggio che la lotta al male non è solo impegno medico, scientifico e tecnico ma anche sforzo spirituale di speranza, di fratellanza, di fiducia e anelito al Padre che non abbandona i suoi figli.

Fonte: IlfattoQuotidiano.it

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