28 Marzo, 2024
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“Il tradimento di Matteo Salvini”, di Luca Cesari, direttore de ‘L’Agone Nuovo’

La grande trappola di Matteo Salvini e l’ingenuità politica di Luigi Di Maio. In queste ore il dibattito si sta concentrando sulla decisione del presidente Mattarella, ma rischia di trascurare l’azione premeditata del leader della Lega, che ha trovato nel Capo dello Stato il migliore dei capri espiatori.

Nelle ultime settimane Salvini ha maturato la decisione di spezzare l’abbraccio mortale con il M5S, ma non poteva rompere con Di Maio per non trovarsi contro l’elettorato dei Cinquestelle. Ecco allora che la scelta è caduta sul presidente Mattarella. Il campione del compromesso era riuscito a far eleggere al Senato Elisabetta Casellati dopo i veti su Paolo Romani, mentre alla Camera Roberto Fico aveva preso il posto di Riccardo Fraccaro. Ma nessuno giudicò quei veti come un attentato alla democrazia e tutti apprezzarono le capacità di mediazione del leader leghista. Queste abilità si sono invece irrigidite sul nome di un ottuagenario professore in pensione. Le altre forze politiche dovevano accettare figure di mediazione per i presidenti dei due rami del Parlamento, mentre non si può trattare sui nomi fatti dalla Lega.

Le prerogative del presidente Mattarella sono indiscutibili e dopo i ripetuti avvertimenti sulla indisponibilità a nominare Paolo Savona ministro dell’Economia non poteva tirarsi indietro sulla irrispettosa provocazione fatta da Salvini. Ma perché il leader leghista ha fatto saltare il banco dopo aver tenuto in ostaggio per tre mesi il Paese? Salvini ha voluto abbandonare l’alleanza con il M5S, che lo vedeva come azionista di minoranza, con un contratto di governo opaco e irrealizzabile in molti punti, che avrebbe finito per logorare il consenso della Lega senza alcuna reale possibilità di incidere. Ma soprattutto metteva a rischio la tenuta della coalizione di centrodestra, insieme a Forza Italia e Fratelli d’Italia, con cui governa molti Comuni e molte Regioni del nord Italia.

Meglio allora passare subito all’incasso con nuove elezioni politiche e aggiudicarsi quel 24-25% di consensi che gli attribuiscono gli ultimi sondaggi. Alla guida della coalizione di centrodestra Salvini supererebbe il 40% dei voti e avrebbe la maggioranza assoluta alla Camera e al Senato. FI e FDI sono alleati più affidabili del M5S: governano insieme già molte amministrazioni locali. Meglio essere tra qualche mese il premier di un governo a trazione leghista, che oggi il ministro degli Interni di un governo a guida Cinquestelle.

Matteo Salvini ha usato Luigi Di Maio per una propria visibilità mediatica e un proprio tornaconto elettorale, infliggendo un duro colpo al futuro politico del M5S. il presidente Mattarella è stato purtroppo lo strumento usato dal leader leghista per raggiungere il proprio obiettivo, senza nessuna forma di rispetto per le istituzioni. Salvini ha avuto solo la decenza di non chiedere l’impeachment per il Capo dello Stato, lasciando da solo il M5S ad invocare a gran voce un atto contro Mattarella. Simbolo evidente di una frattura pensata e perseguita con meticolosa cura.

 

Luca Cesari

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