19 Aprile, 2024
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Gestione idrica: respinto ricorso comuni viterbese

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso dei 18 comuni del viterbese che si oppongono all’ingiunzione di cedere a Talete Spa le infrastrutture di proprietà comunale per la gestione del servizio idrico, servizio che svolgono in via autonoma in attesa della definizione dei nuovi bacini idrografici. La Regione Lazio si era impegnata a compiere questo passo fondamentale entro dicembre 2014 per dare piena attuazione alla legge regionale sulla “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale il 4 aprile del 2014. Da quel giorno, malgrado innumerevoli promesse, alla Regione è tutto fermo.

In alcuni dei Comuni cosiddetti “resistenti” del viterbese e della provincia di Roma si è votato a giugno scorso e nei prossimi mesi si vedrà se le amministrazioni neo-elette vorranno continuare su questa stessa linea.

Intanto, il consiglio di amministrazione di Talete Spa, società interamente pubblica, ha emesso un bando di conoscenza per la ricerca di un partner privato. Non sorprende che i criteri stabiliti dal bando siano tagliati su misura per Acea! Spetta ora all’assemblea dei sindaci accettare questo bando e stabilire la percentuale delle quote da cedere.

La vendita di quote di Talete a privati segnerebbe l’inizio di un processo di privatizzazione di un bene comune, apertamente contrario alla volontà popolare espressa con i referendum. Bengasi Battisti del Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e la Gestione Pubblica del Servizio Idrico” lancia un appello ai Sindaci del viterbese “affinché fermino questo processo di svendita che renderà definitivamente impossibile il consorzio di gestione e chiuderà a ogni possibilità di controllo e partecipazione delle Comunità. Dai Governi locali può affermarsi una nuova alleanza che garantisca tutela e restituzione dei beni comuni e che argini quella insopportabile protervia del Governo Nazionale e Regionale che legiferano in contrasto con gli interessi delle Comunità e contro le volontà chiaramente espresse dal popolo italiano”.

Alessandra Lombardi

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