29 Aprile, 2024
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Ladispoli. La risposta del PD al M5s sull’Auditorium Massimo Freccia

Pubblichiamo la nota stampa inoltrataci dall’Ufficio Stampa Pd di Ladispoli.

Come un film/polpettone, da flop al botteghino, il Movimento 5Stelle di Ladispoli insiste sulle sceneggiature a tinte fosche. Uno degli ultimi copioni della serie ha come soggetto l’Auditorium Massimo Freccia e relativo bando pubblico. Ci riferiamo al comunicato, apparso nei giorni scorsi, dai soliti toni intimidatori e sospettosi nei confronti dell’ Amministrazione comunale. Toni tipici di chi, al grido “vogliamo vederci chiaro”, non sa curare il proprio strabismo o non fa uso di quegli igienici salviettini utili per le lenti appannate. A leggere la lunga filippica dei 5Stelle salta agli occhi l’avversione quasi viscerale nei confronti dell’iniziativa privata (“Ladispoli bazar” senza tener conto che nel “bazar” ci sono posti di lavoro) l’illusione di un sogno autarchico antistorico (sarebbe questa la “decrescita (in) felice”?) e la sindrome da esclusi quanto alle decisioni che l’Ente legittimamente prende. Esclusi dal Consiglio comunale per propria volontà – ricordiamo – alle ultime elezioni amministrative. I “nostri” entrano a gamba tesa nel mondo dello spettacolo (l’Auditorium è una struttura spettacolo-polivalente) con perfetta ignoranza e malafede di tutto ciò che regna all’interno della gestione di questo settore. In gergo politico si chiama “salto della quaglia”. Si spargono sospetti su “strane coincidenze” e si fa finta di non sapere che il project del Comune per il cinema teatro, che accrescerà l’offerta culturale della nostra città, è stato pubblicato sul sito del Comune e su quotidiani nazionali già da febbraio 2016. I Comuni non gestiscono sale né possono costringere gli esercizi privati a stare aperti. Dal canto nostro, come PD, ci siamo rivolti agli addetti ai lavori e per chiarezza nei confronti di chi legge, trasmettiamo come funziona una struttura-spettacolo: Deve avere in pianta un organico che ne garantisca il funzionamento e cioè un Direttore/programmatore, due cassiere che si alternino sulla base degli orari, un addetto alla sala. A ciò si aggiungono gli addetti alle pulizie e quelli alla supervisione tecnologica. In più le spese correnti e le tasse. Programmare significa avere contatti stabili con i distributori delle Case cinematografiche per il noleggio delle pellicole ( con percentuali alte e variabili) e relativa Siae e pubblicità e con gli impresari teatrali che non fanno certamente beneficenza. Tutto ciò sulla base di una garanzia di gestione della struttura in termini temporali permanenti e non episodici pena l’aumento dei costi di programmazione. Chiaramente una struttura di questo tipo è in grado di offrire alle varie fasce di spettatori una scelta variegata e di qualità. Quando ci sono le condizioni i Comuni possono offrire ai privati la possibilità di gestire immobili pubblici per fini culturali: grazie ad una programmazione iniziata venti anni fa, oggi il Comune di Ladispoli può facilitare il percorso per arrivare ad un cinema teatro Auditorium. Senza scomodare termini da linguaggio globalizzato, significa fare sinergia, tramite bando, coi privati (ovviamente professionisti e non improvvisatori) stipulando un accordo in termini temporali ed economici con i piatti della bilancia perfettamente allineati. E’ il caso di molti Comuni più piccoli, uguali o più grandi di Ladispoli che si sono mossi come gestione su queste coordinate: il privato ha in dotazione una quota calendario, mentre l’Ente si riserva un’altra quota calendario per utilizzare la struttura come spazio aperto, fruibile dalla comunità culturale del luogo. Forse per i 5Stelle tutto ciò significa “vivacchiare”, non la pensano così altri Comuni che già operano come sopra descritto e con piena soddisfazione dei cittadini.

Ufficio Stampa PD Ladispoli

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