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Invasione degli extra-lacustri nel lago di Bracciano – Parte 2

LE SPECIE AUTOCTONE ANIMALI E VEGETALI NELL’AREA DEL LAGO DI BRACCIANO

di Sebastiano De Luca e Francesco Merlino

Un ecosistema ha un equilibrio delicato: quindi l’introduzione di nuove specie causa un contraccolpo all’ambiente che può portare all’estinzione della specie rivale oppure ad una fluttuazione di popolazioni. Tuttavia, alla fine, si ricrea un equilibrio che non è più quello originale.  Altri fattori però possono influire come la qualità dell’acqua, la temperatura, le piogge e anche la vegetazione. Il problema principale sono gli interventi dell’uomo: l’aumento o la diminuzione repentina del livello delle acque del lago, come si è verificato in questi ultimi anni, non ha dato il tempo alla natura di adeguarsi al cambiamento.

Le oscillazioni di livello, per esempio, hanno causato l’estinzione di alcune specie della fauna delle sabbie e della flora. Un ambiente, più è ricco di specie diverse, e più resiste alle perturbazioni: quindi più è in equilibrio più è in salute.

L’abbassamento di livello inoltre ha fatto sì che saltassero cicli di nidificazione e riproduttivi: l’uomo ha avuto accesso a zone che prima non erano facilmente transitabili o sommerse e che erano luogo preferito proprio dagli uccelli.

I mammiferi e i volatili sono fondamentali per il contenimento della popolazione di alcune specie ittiche e di alcuni crostacei. Questo è stato possibile grazie al ripopolamento degli ardeidi, specie aviaria autoctona, che era quasi scomparsa, il cui areale si sta espandendo: garzette, cavalieri d’italia. Adesso che è diminuita la loro caccia si stanno riproducendo e sono di nuovo stanziali. Negli ultimi decenni sono stati importati al lago uccelli come i cigni e sono diventati stanziali uccelli che, come le folaghe, in precedenza migravano. Adesso qualche coppia sta cominciando a riprodursi.

Oltre alle specie ittiche, anche i mammiferi hanno creato danni: uno di questi è la nutria, chiamata castorino e di origine del Sud America conosciuta come animale da pelliccia. Al lago per fortuna, viste le basse temperature invernali, non ha potuto riprodursi in modo consistente. Mediamente partoriscono 5 piccoli alla volta, con un minimo di un solo nascituro ed un massimo di 13. È comunque dannosa perché si nutre di germogli di piante costiere e attacca le coltivazioni vicino alle rive. Hanno un’areale di qualche chilometro quindi se non trovano le condizioni adatte tendono a spostarsi.

Altro mammifero è il cinghiale, che non è il cinghiale originario, ma è incrociato con quello ungherese e con i maiali. Se ne vedono sempre di più e provocano danni alle colture e lungo le rive del lago devastandone la vegetazione.

 

Per quanto riguarda la vegetazione a terra stanno prendendo il sopravvento specie aliene come il bambù che sta soppiantando le nostre canne come la Arundo Pliniana e la Arundo Donax: importanti microhabitat per anfibi, piccoli pesci e per la deposizione delle uova di questi e degli uccelli.

La robinia, l’ailanto cinese sono piante infestanti che soppiantano ad esempio le querce. Al lago di Bracciano, ad esempio, le querce sono state sostituite dai pini.

Per quanto riguarda, invece, le piante acquatiche o le alghe, non vi sono stati grossi sconvolgimenti a parte l’Elodea Canadensis originaria del Nord America che ha preso piede in tutta Europa ed è infestante.

Si ringrazia Andrea Balestri (Hydra Ricerche)

Classe 1R

 

 

 

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