9 Dicembre, 2025
spot_imgspot_img

Giornale del Lago e della Tuscia edito dall'Associazione no-profit "L'agone Nuovo". Per informazioni su pubblicità e le nostre attività: 339.7904098 redazione@lagone.it

Blog Pagina 19

COP30: Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite

COP30: 30° Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Si è svolta dal 10 al 21 novembre a Belem in Brasile, alla Foce del Rio delle Amazzoni.

    1. Conclusioni della COP30
    2. Il bicchiere, per alcuni, non è completamente vuoto
    3. COP30: Ecocidio e genocidio sono parti della stessa crisi

 

1.  Conclusioni della COP30

E’ stato un ennesimo fallimento per chi si aspettava passi avanti verso l’adozione di decisioni concrete; un parziale debole successo – il massimo ottenibile – per chi, invece, ritiene importante non aver fatto passi indietro rispetto a quanto deciso alle precedenti COP 28 di Dubai e COP 29 di Baku su obiettivo climatico e adattamento: insomma, non hanno preso il sopravvento i negazionisti del clima e i Paesi che puntano ancora sull’insostenibile sviluppo economico basato su fossili e sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, ma continuano a bloccare le indispensabili politiche per il contenimento delle emissioni di CO2, rinviate continuamente al futuro. E intanto la crisi climatica, e sociale, avanza, con perdite di foreste e terreni coltivabili, desertificazione e crescente carenza di acqua potabile, eventi estremi, e guerre!

Ci si aspettava un passo importante verso il superamento, seppure graduale, dell’era dei fossili, ma la proposta del presidente brasiliano Lula, sostenuta da una ottantina di stati, in primis Europa, Australia, America Latina e piccole isole, è stata affossata dalla lobby dei fossili: Arabia Saudita e tutti i paesi arabi, Russia, India e gran parte degli Stati africani.

Il documento principale della conferenza, il Global Mutirão, neanche nomina i combustibili fossili, e rimanda tutto a futuri approfondimenti, individuando – ai punti 41 e 42 – due strumenti, il “Global implementation accelerator” e la “Belém mission to 1.5°”: il primo prevede la redazione, entro la fine del 2026, di un rapporto da parte dalle presidenze di COP30 e COP31 (Turchia); il secondo ha un obiettivo analogo, e sarà guidato dalle presidenze di COP 29, 30 e 31, e opererà per i prossimi tre anni.

Petrolio e gas continuano a indirizzare le decisioni, e se si registra un aumento del ricorso alle fonti rinnovabili, a questo non corrisponde una diminuzione dell’uso dei fossili.

In Italia, ad esempio, un rapporto ENEA evidenzia che nel terzo trimestre del 2024 la produzione energetica da fonti rinnovabili è cresciuta dell’8% e, accanto a un calo del carbone (-40%), si registra un incremento nell’utilizzo di gas (+3%) per la generazione elettrica e di petrolio (+2,5%) nel settore della mobilità.

Il Global Mutirão è stato approvato dall’intera comunità internazionale per consensus, una sorta di unanimità che prevede che nessuno si opponga al documento finale prima che il presidente batta il martelletto, operazione condotta a grande velocità pere impedire, a detta di alcuni, la formalizzazione del dissenso; è considerato debolissimo da molti paesi e organizzazioni, ed è stato platealmente contestato da alcuni paesi.

La ministra francese della Transizione ecologica Monique Barbut ha affermato: “Non possiamo dire che sosteniamo questo testo perché non contiene il livello minimo di ambizione che ci attendavamo sull’abbandono dei combustibili fossili e sulla lotta contro la deforestazione, ma non ci opporremo perché non vogliamo far pagare il prezzo ai paesi più poveri”.

Persino il nostro Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin si aspettava di più: “Questo documento non è l’ambizione che si era data l’Unione europea che ha sempre funto da traino, ma il quadro politico a livello mondiale è cambiato molto e bisogna prenderne atto”.

E non mancano le contraddizioni; basta pensare al Brasile, che da un lato ha spinto affinchè si adottassero impegni più forti sui fossili, dall’altro ha intensificato le proprie attività petrolifere:  a inizio 2025 ha aderito all’Opec (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio), e dopo anni di battaglia tra Petrobras, l’industria petrolifera statale brasiliana, e Ibama, l’organismo di controllo ambientale, il governo di Lula ha autorizzato il 20 ottobre 2025 l’esplorazione, ai fini di successive trivellazioni di 19 Blocchi alla Foce del Rio delle Amazzoni.

2.  Il bicchiere, per alcuni, non è completamente vuoto

Non tutti sono così critici, in particolare chi ricorda che questa COP aveva “soltanto” l’obiettivo di implementare alcune decisioni prese in precedenza; infatti viene confermata la volontà di triplicare i finanziamenti per l’adattamento da parte dei paesi del nord del mondo verso i paesi più soggetti alle conseguenze della crisi climatica, impegnando circa 120 miliardi (parte dei 300 miliardi previsti alla COP29 di Baku) per progetti di adattamento a un clima che è già cambiato).

Osserviamo che continuando di questo passo i fondi per l’adattamento dovranno aumentare esponenzialmente, preferendo intervenire per rimediare ai disastri piuttosto che prevenirli, impiegando tecnologie sempre più avanzate e contribuendo alla crescita del PIL: è una delle contraddizioni più profonde che caratterizzano questo modello di sviluppo malato, dominato sempre più da quella tecnocrazia tanto contestata nella splendida enciclica di Papa Francesco.

Il Climate action network (composto da organizzazioni non governative senza scopo di lucro che non rappresentano l’industria, hanno interesse nella promozione dello sviluppo sostenibile e sono interessate alle questioni relative ai cambiamenti climatici) titola: “COP30 takes a hopeful step towards justice, but does not go far enough – La COP30 compie un passo promettente verso la giustizia, ma non abbastanza”, sottolineando l’importanza del meccanismo per la transizione giusta, considerato “l’impianto più avanzato in termini di diritti che abbiamo mai visto in una decisione di una COP”.

Il think tank italiano Ecco sostiene che “la COP30 di Belém si chiude con un risultato che, pur non risolvendo tutte le divergenze, dimostra che la cooperazione multilaterale sul clima prosegue nonostante le tensioni geopolitiche. Sebbene la Mutirão Decision non citi esplicitamente i combustibili fossili e non accolga l’appello del Presidente Lula e di oltre 80 Paesi per una roadmap su fossili e deforestazione, mantiene viva la traiettoria tracciata a Dubai su questo tema. L’avvio di nuovi processi per accelerare la transizione energetica, come il Global Implementation Accelerator e la Belém Mission to 1.5, offrono strumenti concreti per permettere ai Paesi di collaborare, ciascuno con i propri percorsi, per avanzare nella definizione del “come” uscire dai combustibili fossili”.

Tutto vero, ma andando avanti a forza di piccoli passi compiuti in decenni di negoziati, le emissioni continuano a crescere e la temperatura pure, e con essa la crisi climatica esplode in maniera sempre più evidente. Siamo all’ecocidio, che ormai si chiede venga incluso nell’elenco dei crimini perseguibili dalla Corte Penale Internazionale.

3.  COP30: Ecocidio e genocidio sono parti della stessa crisi

Affrontare la giustizia climatica obbliga a discutere contemporaneamente anche di pace, la pace con la terra e con i popoli, perché se giustizia climatica e giustizia sociale sono due facce della stessa medaglia, ecocidio e genocidio sono parti della stessa crisi.

Alla COP30 hanno partecipato vari personaggi in rappresentanza di movimenti e associazioni, laiche e cattoliche; fra questi Padre Dario Bossi, missionario comboniano e membro della Rete Chiese e Miniera, della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) per la Miniera e l’Ecologia Integrale, e consulente della Rete Ecclesiale Pan-Amazzonica (REPAM-Brasile), che si batte insieme a diversi membri della rete “Preti contro il genocidio” per i diritti vittime dell’ecocidio/genocidio, principalmente i poveri della terra.

La crisi socioambientale è figlia della degenerazione del sistema socio-economico consolidatosi  nel secolo scorso, basato sul ciclo distruttivo di “estrarre, consumare e scartare”, dove le persone sono fattori di produzione e anch’esse vengono consumate e poi scartate.

E padre Bossi ricorda che “c’è una stessa logica dietro la violenza ambientale e le guerre, provocata dal fatto che siamo giunti al limite della sopravvivenza del pianeta, dove si impone la logica del più forte, il diritto alla violenza, sia da parte delle multinazionali che violano i territori delle comunità, sia del conflitto armato che elimina i popoli”.

L’ecologia integrale, quindi, è una risposta completa, una profonda conversione del modello predatorio, e non semplici rattoppi palliativi. Una risposta che collega diverse sfide e opportunità, come affermano i vescovi delle chiese del sud globale: “Senza giustizia climatica non c’è pace, senza conversione ecologica non c’è futuro; senza ascoltare i popoli non ci sono soluzioni reali”.

Questo tema, che è un po’ la sintesi, l’inviluppo di tutte le questioni, rimane sullo sfondo anche alla COP30, evocato ma considerato oggetto di riflessioni culturali piuttosto che occasione di progresso, men che meno campo di battaglia politica.

Giuseppe Girardi

TORNA A ROMA LA XVIII FIERA NAZIONALE DEL PANETTONE E DEL PANDORO

Riceviamo e pubblichiamo

SABATO 6 E DOMENICA 7 DICEMBRE ALL’HOTEL CRISTOFORO COLOMBO

Cresce l’attesa per la XVIII edizione della Fiera Nazionale del Panettone e del Pandoro, storica manifestazione ideata nel 2008 dal patron Emanuele Giordano e divenuta nel tempo uno degli appuntamenti più autorevoli e seguiti in Italia dedicati ai grandi lievitati artigianali.

L’edizione 2025 si terrà sabato 6 e domenica 7 dicembre, dalle ore 10.30 alle ore 19.30, presso le sale dell’Hotel Cristoforo Colombo (via Cristoforo Colombo 710 – zona EUR).

Quest’anno la kermesse raggiunge la sua “maggiore età” e si presenta con un ricco programma di iniziative sostenute dagli sponsor ufficiali: Artecarta Italia (azienda specializzata nella produzione di scatole), Panettone POP (nuovo brand dedicato alla destagionalizzazione del panettone) e il nascente Museo Nazionale del Panettone, ente che rappresenta storia e cultura del panettone in Italia.

Tra le attività in programma spicca il premio “Panettone for Peace”, dedicato al tema della Pace nel mondo e pensato per valorizzare il panettone come simbolo universale di unità. Torna inoltre il riconoscimento al miglior packaging, con votazioni affidate al pubblico tramite QrCode, come avvenuto nell’ultima edizione.

La fiera renderà omaggio anche ai 155 anni dalla scomparsa di Charles Dickens, con un percorso tematico tra gli espositori: ogni azienda proporrà un panettone ispirato ai personaggi del celebre racconto A Christmas Carol. Sarà inoltre allestito lo spazio “Christmas Vibes”, dedicato ai visitatori che vorranno condividere un pensiero sul vero significato del Natale: i più significativi saranno selezionati e premiati.

L’edizione 2025 celebra anche il primato dell’organizzazione, che in diciotto anni ha realizzato 35 eventi tra fiere, anteprime, iniziative estive e incontri internazionali, oltre alle due edizioni milanesi del Premio del Museo Nazionale del Panettone. Un percorso che conferma la kermesse come punto di riferimento culturale italiano nel settore dei lievitati natalizi.

Durante l’evento verrà presentato anche il calendario 2026 del progetto Panettone POP, dedicato alla destagionalizzazione del panettone attraverso un percorso ispirato alle ricorrenze dell’anno.

«Il 2025 rappresenta un traguardo importante: 18 anni di storia, iniziative e dialogo costante con centinaia di aziende che abbiamo accompagnato nella loro crescita», dichiara il Patron Emanuele Giordano, «Il premio “Panettone for Peace” nasce dal desiderio di promuovere una riflessione autentica attorno al panettone, simbolo di unità, pace e prosperità.

A questo si aggiungono due novità: il percorso dedicato a A Christmas Carol e l’angolo “Christmas Vibes”, dove i visitatori potranno condividere pensieri sul Natale. Da quest’anno la nostra kermesse diventa anche un’esperienza emozionale, capace di coniugare profumi, sapori, storia e valori universali.»

GESTIONE DELL’EMERGENZA SANITARIA NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI: IL WEBINAR DELLO SPRESAL ASL ROMA 4

Riceviamo e pubblichiamo

Il Webinar dello scorso 20 novembre 2025 organizzato dal Servizio Spresal della ASL Roma 4 per le aziende delle costruzioni e per le imprese del porto e dell’area industriale costiera di Civitavecchia

Il rischio per i lavoratori del comparto delle costruzioni e di quelli che operano in scenari peculiari come le aree costiere e i porti ha ancor oggi particolare rilievo soprattutto in ragione della frequenza e delle conseguenze del fenomeno infortunistico.

Pertanto, nell’ambito della settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro 2025 si è tenuto lo scorso 20 novembre 2025 il Webinar su “Gestione dell’emergenza sanitaria nel comparto delle costruzioni” organizzato dal Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Spresal) della ASL Roma 4.

L’iniziativa – seguita da oltre 30 stakeholder operanti a vario titolo nelle aziende insistenti sul territorio della ASL Roma 4, medici competenti e operatori dei Servizi Spresal delle ASL del Lazio – è stata introdotta dal Dott. Pierluigi Ugolini (Direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL Roma 4) che ha sottolineato l’importanza dell’evento che si colloca all’interno del massiccio impegno della ASL Roma 4 nella prevenzione dei danni da lavoro e nella promozione della salute dei lavoratori.

Relatori il Dr. Angelo Sacco (Direttore della U.O.C. Spresal della ASL Roma 4) che ha inquadrato il tema degli aspetti normativi del primo soccorso in azienda, il Prof. Simone De Sio (Associato di Medicina del Lavoro presso la “Sapienza” Università di Roma) che ha illustrato il tema della gestione del soccorso nelle grandi opere infrastrutturali, Il Dr. Andrea Cancellaro (Tecnico della Prevenzione esperto in sistemi di gestione SSL) che ha definito gli aspetti tecnici dell’organizzazione e della gestione delle emergenze e, infine, il Dr. Antonio Scotto di Carlo (medico del lavoro) che ha delineato il ruolo del medico competente nella collaborazione col datore di lavoro alla organizzazione del servizio di primo soccorso nelle aziende edili.

La seconda parte dell’evento ha visto come protagoniste le aziende del porto e dell’area costiera di Civitavecchia con gli interventi dell’Ing. Sara Frattari (responsabile HSEQ Enel Produzione di Civitavecchia) e dell’Ing. Glauco Cozzi (RSPP della azienda Roma Cruise Terminal) che hanno illustrato, rispettivamente, le esperienze dell’Enel Produzione e della RCT nella organizzazione delle emergenze anche alla luce dei nuovi scenari emergenziali come gli eventi climatici estremi e delle esigenze di safety e security.

L’evento si è tenuto nella cornice delle iniziative di assistenza a imprese e lavoratori previste dal Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025 (Programma Predefinito n. 7) e del progetto aziendale “Cantieri Sicuri 2025” e ha avuto l’obiettivo di presentare il piano di assistenza, vigilanza e controllo sul tema della gestione delle emergenze negli ambienti di lavoro, e, nel contempo, di promuovere la consapevolezza degli stakeholder del territorio della ASL Roma 4 (imprese del porto e dell’area industriale costiera di Civitavecchia, aziende delle costruzioni, ecc.) chiamati a riflettere sull’importanza di far fronte alle nuove sfide con le migliori pratiche disponibili.

Il Natale di Aism a Cerveteri: sabato in Piazza Aldo Moro stand solidale per sostenere la ricerca sulla Sclerosi Multipla

Riceviamo e pubblichiamo

Appuntamento per sabato 29 novembre a partire dalle ore 09:00 con tanti prodotti solidali: pandori, panettoni, candele profumate, cioccolatini e squisite caramelle. La Consigliera comunale e Volontaria Aism Adele Prosperi: “Sostenere la Ricerca, per un mondo libero dalla Sclerosi Multipla”

A Cerveteri torna il Natale di Aism, la campagna di sensibilizzazione e di raccolta fondi dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Sabato 29 novembre, a partire dalle ore 09:00, i Volontari dell’Associazione saranno in Piazza Aldo Moro a Cerveteri con i tradizionali prodotti natalizi, il cui ricavato, come sempre, andrà a sostenere le attività di Ricerca Scientifica su una malattia come la Sclerosi Multipla che ad oggi nonostante il grande lavoro quotidiano di medici e ricercatori ancora non ha una cura.

A coordinare lo stand solidale di Cerveteri, come ogni anno, la Consigliera comunale di Cerveteri Adele Prosperi, anche storica volontaria di Aism.

“Tra il mondo di Aism e Cerveteri c’è un rapporto estremamente solido che prosegue oramai da oltre un decennio – ha dichiarato la Consigliera comunale Adele Prosperi – così come avviene per tantissime altre iniziative legate alla promozione della Ricerca Scientifica, la risposta della nostra città è sempre molto forte, facendo di fatto di Cerveteri una città amica delle attività di Ricerca.

La Sclerosi Multipla è una malattia che ad oggi non ha una cura: il lavoro costante e quotidiano di medici e ricercatori, sostenuti da Aism, realtà che da oltre mezzo secolo rappresenta una delle maggiori finanziatrici in ambito europeo per la Ricerca Scientifica ha portato a progressi importanti, ma purtroppo non ancora ad una cura.

Anche per questo, sabato vi aspettiamo come sempre numerosi al nostro stand solidale: acquistando anche un singolo prodotto, insieme, potremo dare un grande contributo alla ricerca e sperare, insieme, in un mondo finalmente libero dalla Sclerosi Multipla”.

Come sempre tantissimi i prodotti solidali disponibili. Si parte dal classico dolce del Natale, ovvero il Pandoro e il Panettone, una Produzione Bonifanti, eccellenza gastronomica totalmente made in Italy dal 1932. Una confezione elegante, in un formato da 500grammi, per un prodotto realizzato con il cuore nel pieno rispetto della ricetta tradizionale di un dolce davvero magico. Il costo è di 14euro per ogni singolo prodotto.

Sempre in tema di dolci natalizi, anche le “boules di cioccolato”, un’idea regalo originale, elegante e solidale. Al suo interno, deliziose palline di cioccolato, confezionate singolarmente e racchiuse in un formato natalizio a forma di piramide. Un prodotto di prima qualità! Il costo è di 10euro ciascuno.

Dopo il grande gradimento riscosso lo scorso anno, tornano anche quest’anno altri due prodotti davvero speciali: le candele profumate, in vari colori e con eleganti decorazioni natalizie, e le gocce al miele, buonissime caramelle al miele in un grazioso barattolino. Le candele hanno un costo di 8euro, mentre le gocce al miele di 3,50euro.

Infine, la novità delle lenticchie, un prodotto tipico del Natale e di buon auspicio per il nuovo anno. Prodotte dall’Antico Pastificio Umbro, le trovate in confezione da 350grammi. L’auspicio, è che oltre al famigerato “guadagno” che la tradizione indica per chi le mangia, porti anche la speranza per un mondo finalmente libero dalla Sclerosi Multipla.

“La generosità e la sensibilità sul tema da parte della cittadinanza anche quest’anno sono state davvero grandi e sentite: in questi primi giorni, tanti i fondi raccolti grazie al passaparola e agli amici che sempre, ogni volta, sostengono le attività di Aism – ha aggiunto la Consigliera comunale Adele Prosperi – un importante risultato lo avevamo raggiunto già in primavera, con le iniziative ‘Bentornata Gardensia’ e ‘Le Erbe Aromatiche’, e altrettanto stiamo facendo in questo Natale.

Come di consueto, al termine della campagna sarà pubblicato sui social e invieremo alla stampa locale, copia del bonifico che effettueremo in favore dell’Associazione con i fondi raccolti. Insieme siamo più forti, sosteniamo la Ricerca, per un Mondo libero dalla Sclerosi Multipla”.

𝟐𝟓 𝐍𝐨𝐯𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 – 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥’𝐄𝐥𝐢𝐦𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐕𝐢𝐨𝐥𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥𝐞 𝐃𝐨𝐧𝐧𝐞: Evento “DONNA LIBERTA’ “

Riceviamo e pubblichiamo
𝐄𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨 “𝐃𝐎𝐍𝐍𝐀 𝐋𝐈𝐁𝐄𝐑𝐓𝐀̀”
In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Comune di Bracciano, in collaborazione con il Centro Donna, presenta “Donna Libertà” un ragionamento articolato in tre parti sulla liberazione dal patriarcato.
 Teatro del Lago – Delia Scala, Via delle Ferriere
 ore 17.30
𝐈𝐥 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐁𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐞̀ 𝐚𝐥 𝐟𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞, 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨.
Donna libertà

Fibonacci: dal matematico alla bellezza delle forme (parte 2)

La sezione aurea

La progressione di Fibonacci, non è solo un gioco né riguarda solo l’economia: descrive un modello di crescita naturale, un ordine nascosto che lega matematica e natura e che è presente in ogni cosa che riteniamo “bella” e che diventa simbolo di armonia universale. È un esempio perfetto di come un calcolo pratico possa trasformarsi in mito culturale. È strettamente legata alla “sezione aurea” che è un numero che descrive una proporzione percepita dall’uomo come armoniosa. Il nome “aurea” fu introdotto in epoca moderna, in particolare nel XIX secolo, ma la proporzione era già nota agli antichi Greci e, nel Rinascimento, fu celebrata da Luca Pacioli come “Divina Proportione”.

La sezione aurea si ottiene dividendo un segmento in due parti in modo che:

segmento totale sta alla parte maggiore come la parte maggiore sta a quella minore

in formule se indichiamo con “a” il segmento maggiore e con “b” il minore, la definizione si trascrive come

(a+b) : a = a : b

cioè:

1 + b/a = a/b

Il rapporto “a/b” risultante fra i due segmenti è un numero irrazionale, indicato con la lettera greca φ (phi), pari a circa 1,618033…. che è detto anche “numero aureo”, “proporzione aurea”, “rapporto aureo”.

Già Euclide (III sec. a.C.) descriveva la “divisione in estrema e media ragione” nei suoi “Elementi”. La scuola pitagorica la considerava simbolo di armonia. Luca Pacioli, nel 1509, la celebrò nel trattato “De Divina Proportione”, illustrato da Leonardo da Vinci, collegandola alla bellezza e all’arte. L’espressione “sezione aurea” si diffuse solo nell’Ottocento, quando matematici e storici dell’arte iniziarono a chiamarla così per sottolinearne il valore estetico e “prezioso”. L’associazione con la lettera Φ (phi) deriva dal nome dello scultore greco Fidia, che si riteneva avesse usato questa proporzione nei suoi capolavori.

La sezione aurea compare in molti capolavori dell’arte e dell’architettura:

Piramide di Cheope (2550 a.C.): il rapporto tra l’altezza dell’apotema e metà della base richiama φ.

Partenone di Atene (V sec. a.C.): proporzioni della facciata e delle colonne vicine al rapporto aureo.

Cattedrali gotiche: i rosoni e le facciate rispettano proporzioni auree per trasmettere armonia.

Leonardo da Vinci: nell’ “Uomo Vitruviano” e nelle illustrazioni del trattato “De Divina Proportione” di Luca Pacioli, la sezione aurea è centrale.

Sandro Botticelli: nella Nascita di Venere la disposizione delle figure segue proporzioni auree.

Piero della Francesca: studi matematici e pittorici basati sulla proporzione aurea.

Salvador Dalí: in La Ultima Cena (1955) la struttura del dipinto è costruita su un dodecaedro aureo.

Un detto popolare recita; “altezza mezza bellezza”, ma in realtà ciò che rende piacevole e “bello” un corpo è avere le proporzioni che si avvicinino il più possibile alle proporzioni auree, come le cariatidi dell’Eretteo sull’acropoli di Atene o le bambole “Barbie”: la distanza dal capo all’ombelico e dall’ombelico ai piedi tende, larghezza della bocca rispetto alla larghezza del naso, distanza tra occhi e bocca rispetto all’intera lunghezza del volto, posizione degli occhi rispetto alla fronte e al mento, lunghezza dell’avambraccio rispetto alla mano, lunghezza delle falangi delle dita: ogni segmento è in rapporto aureo con il successivo, larghezza delle spalle rispetto alla lunghezza del torso, rapporto tra busto e gambe.

rapporti di bellezza
rapporti di bellezza

 

In fotografia

Anche nella fotografia la sezione aurea è impiegata come regola di composizione per guidare lo sguardo: le linee che si vedono nella inquadratura sono quelle della “regola dei terzi” che indicano i “punti forti”, ma si avvicinano molto alla sezione aurea.

La sezione aurea è una proporzione ideale, ma la regola dei terzi è una scorciatoia pratica: più semplice da applicare, più diffusa, più adatta alla fotografia quotidiana. La sezione aurea resta un riferimento per chi vuole creare immagini con un senso di armonia “naturale” e profonda, ma non è lo standard perché richiede più consapevolezza e tempo.

Per chiarirsi: i punti forti sono le intersezioni delle linee della griglia fotografica e indicano le zone dell’inquadratura dove l’occhio umano tende naturalmente a posarsi. Sono importanti perché il nostro sguardo è attratto da queste aree più che dal centro geometrico dell’immagine. Collocare il soggetto principale su un punto forte evita la rigidità del “tutto al centro” e crea movimento. Insomma i punti forti aiutano a bilanciare soggetto e sfondo, dando respiro all’immagine.

Un volto collocato su un punto forte cattura subito l’attenzione senza risultare statico. In paesaggi, l’orizzonte posto lungo una linea della griglia e un elemento (albero, barca, sole) su un punto forte rende la scena più naturale e bilanciata. Nella fotografia di strada, un soggetto in movimento collocato su un punto forte suggerisce direzione e dinamismo.

La sezione aurea è la “misura segreta della bellezza”, capace di dare equilibrio e armonia alle forme.

 

Fibonacci e la sezione aurea

Per comprendere la relazione fra la progressione di Fibonacci e la sezione aurea prendiamo la sequenza di Fibonacci (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34…) e facciamo il rapporto tra un termine e quello precedente. Si ottengono valori che si avvicinano sempre di più a φ (phi), cioè la sezione aurea:

3/2 = 1,5

5/3 = 1,6666…

8/5 = 1,6

13/8 = 1,625

21/13 = 1,615 …

… e così via, tendendo a 1,618…

In altre parole, la sequenza di Fibonacci converge alla sezione aurea.

La sequenza di Fibonacci è come una scala che sale verso la sezione aurea: ogni gradino (rapporto tra due numeri) si avvicina sempre di più a quella proporzione perfetta. La sezione aurea è il limite, la meta; la sequenza di Fibonacci è il percorso che ci porta lì.

Ecco la visualizzazione che mostra come i rapporti tra numeri consecutivi della sequenza di Fibonacci si avvicinano progressivamente alla sezione aurea:

convergenza alla sezione aurea
convergenza alla sezione aurea

La linea orizzontale del grafico rappresenta φ, mentre la curva dei rapporti mostra come la sequenza di Fibonacci “sale a gradini” verso quella proporzione perfetta.

I valori inizialmente oscillano (1,5 – 1,66 – 1,6…), ma, man mano che la sequenza cresce, i rapporti si stabilizzano sempre più vicino a φ ≈ 1,618. Questo dimostra in modo visivo che la sequenza di Fibonacci è un percorso che converge verso la sezione aurea, trasformando un semplice gioco numerico in una legge universale di armonia.

 

per leggere la prima parte

 

Riccardo Agresti

Fibonacci: dal matematico alla bellezza delle forme

Oggi 23 novembre, nella notazione anglosassone (che pone prima il mese e poi il giorno) è l’11/23 e qualcuno avrà notato l’inizio di una famosa sequenza numerica: quella di Fibonacci.

Ma perché questa sequenza è così importante da dedicargli addirittura una giornata specifica: oggi, il Fibonacci day?

In questo articoletto, diviso in due parti, illustreremo come sia iniziato tutto, quali conseguenze ha avuto sulla nostra vita quotidiana, sulla economia e che connessioni forti abbia con l’arte, con la Natura e la bellezza.

 

Leonardo Pisano

Leonardo Pisano, detto Fibonacci, nacque a Pisa nel XII secolo. Figlio di un mercante, viaggiò tra Mediterraneo e Nord Africa dove entrò in contatto con la matematica araba. La sua opera più celebre, il Liber Abaci (1202), introdusse in Europa il sistema numerico indo-arabico, rivoluzionando il calcolo e aprendo la strada alla modernità.

Leonardo Pisano Fibonacci
Leonardo Pisano Fibonacci

Prima del 1202, in Europa si usavano numeri romani e sistemi di calcolo macchinosi. Fibonacci mostrò come con nove cifre e lo zero si potesse scrivere qualsiasi numero in maniera più comoda di quelli precedentemente utilizzati e questo comportò la sostituzione progressiva degli scomodi numeri romani e dell’abaco, trasformando profondamente il commercio, la contabilità e la matematica occidentale. Lo “zefiro” (dal termine arabo ṣifr), cioè lo zero, fu una novità assoluta permettendo l’uso di algoritmi molto più rapidi (i calcoli “in colonna” che usiamo ancora oggi con carta e penna). Il “Liber abaci” non si limitava a spiegare le cifre, ma presentava metodi di calcolo, proporzioni, frazioni e problemi pratici: un vero e proprio manuale rivolto ai mercanti che permise di gestire conti, interessi e cambi con maggiore facilità. Non fu solo un libro di matematica: fu una rivoluzione culturale ed economica, che cambiò il modo di pensare i numeri e di organizzare la vita quotidiana. Un esempio perfetto di come un testo tecnico possa diventare mito culturale: un ponte tra civiltà differenti che ha trasformato la memoria collettiva.

 

Il problema dei conigli

Nel Liber Abaci, Fibonacci propose un quesito semplice ma geniale:

“Se una coppia di conigli viene posta in un campo chiuso, quanti conigli nasceranno in un anno, supponendo che ogni mese una coppia generi una nuova coppia, che diventa fertile dal secondo mese?”

Le regole del gioco sono quindi:

  1. Si parte con una coppia di conigli appena nata.
  2. Ogni coppia diventa fertile dopo un mese.
  3. Ogni coppia fertile genera una nuova coppia ogni mese.
  4. I conigli non muoiono mai.

Ecco cosa accade seguendo le regole indicate:

  • Mese 1: abbiamo 1 coppia appena nata.
  • Mese 2: abbiamo 1 coppia che ora è diventata fertile.
  • Mese 3: nasce una nuova coppia quindi siamo a 2.
  • Mese 4: la prima coppia, quella originaria, genera ancora, mentre la seconda diventa fertile, siamo a 3 coppie presenti.
  • Mese 5: entrambe le coppie generano per cui siamo a 3 precedenti più 2 nuove appena nate, siamo a 5 coppie.
  • Mese 6: ora le 3 precedenti generano ancora (3 coppie nuove) e le 2 del mese precedente diventano fertili e siamo a 8 coppie.
  • … e così via per cui ogni mese abbiamo le coppie presenti nel mese precedente cui si aggiungono nuove coppie derivanti dalla generazione delle coppie presenti nel mese antecedente (perché quelle appena generate sono diventate fertili, ma la gestazione dura un mese).

Matematicamente la regola si esprime semplicemente:

F(n) = F(n-1) + F(n-2)

dove “F(n)” indica il numero di Fibonacci, cioè coppie di conigli presenti al mese numero “n” e chiaramente “n-1” e “n-2” indicano le coppie presenti rispettivamente nel mese precedente e in quello antecedente: ogni mese il numero di coppie è la somma delle coppie del mese precedente e di quelle di due mesi prima.

 

Utilizzo in economia

Oggi, quella stessa sequenza è entrata nelle sale di trading e nei grafici delle borse mondiali. Gli analisti tecnici usano linee di ritracciamento di Fibonacci per individuare zone di supporto e resistenza, punti in cui il prezzo di un titolo può fermarsi o invertire la sua corsa. Percentuali come 23,6%, 38,2%, 61,8% derivano direttamente dai rapporti della sequenza e vengono usate per prevedere movimenti di mercato.

La forza di Fibonacci in economia, però, non sta in una legge naturale immutabile, ma in un fenomeno psicologico: milioni di trader guardano a quei livelli e proprio questa attenzione collettiva li rende significativi. È una sorta di “profezia che si autoavvera”, dove la matematica diventa linguaggio condiviso e influenza reale.

 

La spirale di Fibonacci

La spirale di Fibonacci è una costruzione geometrica che rende visibile il legame tra la progressione (cioè questo tipo particolare di sequenza in cui i termini seguono una regola precisa) e la Natura.

  1. Si parte dalla sequenza di Fibonacci: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13…
  2. Si costruiscono quadrati con lati lunghi quanto i numeri della sequenza.
    • Un quadrato di lato 1, accanto un altro di lato 1.
    • Sopra, un quadrato di lato 2.
    • Poi uno di lato 3, uno di lato 5, e così via.
    • Disposti a spirale, questi quadrati formano un rettangolo che cresce secondo la sequenza.
    • Tracciando archi di quarto di cerchio dentro ciascun quadrato, si ottiene una curva continua: la spirale di Fibonacci.
spirale di Fibonacci
spirale di Fibonacci

La spirale di Fibonacci approssima la “spirale aurea” e man mano che i quadrati crescono, la curva si avvicina sempre di più alla spirale aurea perfetta che troviamo in Natura: nelle spirali delle conchiglie, nelle corna degli animali, nella forma delle galassie, nella disposizione dei semi nel girasole, delle pigne, delle foglie e anche in arte dove è usata per creare composizioni armoniose, dalla pittura rinascimentale al design moderno.

La spirale di Fibonacci è la traduzione visiva della sequenza: dai numeri nasce una forma che incarna crescita, armonia e proporzione. È un ponte tra matematica e natura, tra calcolo e bellezza.

per leggere la seconda parte

 

Riccardo Agresti

RIMETTERE AL CENTRO I TERRITORI. A Canale, incontro organizzato dal PD per discutere di aree interne

Al Palazzo dei Granaroni di Canale Monterano, stamattina 23 novembre, si è parlato di aree interne e di piccoli comuni: il tema è stato affrontato in chiave politica in un incontro pubblico organizzato dai circoli del PD di Canale e Oriolo coinvolgendo le Federazioni Provinciali di Roma e Viterbo del Partito Democratico.

Autorevoli i relatori intervenuti, tra cui i consiglieri regionali del PD Eleonora Mattia, Massimiliano Valeriani ed Enrico Panunzi, il segretario regionale del Lazio Daniele Leodori, alla vice segretaria regionale responsabile segreteria provinciale Viterbo Alessandra Troncarelli e il segretario della Federazione Provinciale di Roma Rocco Maugliani.

Dei sindaci del territorio invitati, erano presenti solo il sindaco padrone di casa Alessandro Bettarelli e il sindaco di Oriolo Emanuele Rallo.

Ha introdotto il tavolo dei relatori il segretario del circolo del PD Emanuele Magagnini che ha sottolineato di aver avvertito la necessità di discutere sulle politiche relative alle aree interne e ai piccoli comuni che sono i più penalizzati dalle attuali politiche regionali.

“Stiamo difendendo i paesi dove siamo cresciuti, le piazze, le vie, che ci hanno insegnato il senso di comunità”, dice Magagnini “i nostri territori meritano un futuro e quel futuro lo vogliamo costruire insieme”.

Il consigliere regionale Valeriani apre gli autorevoli interventi anticipando: “Venire qui e fare l’elenco di quello che non va, non è giusto ne leale ma dobbiamo farlo. Abbiamo bisogno come comunità e come partito, di elaborare una politica di sviluppo del nostro Paese.”

Fa un’analisi della politica internazionale e nazionale che vede interrotto quanto fatto precedentemente dalle amministrazioni di sinistra, avvertendo la necessità di un cambiamento. “Credo che questa assemblea”, conclude Valeriani, “debba avere l’obiettivo di evidenziare che nei nostri territori, possa essere effettuata una politica di rilancio. Le aree interne richiedono lavoro, sviluppo e servizi; la politica è fatta di scelte e le scelte riflettono le risorse che vengono impiegate”.

Sulla scia del precedente intervento, ha proseguito il consigliere regionale Enrico Panunzi, che ha aggiunto: “Molto spesso c’è una discrasia tra la velocità di un comune e un altro; ci sono i progetti ma non c’è personale competente per seguirli. La regione ha presentate tre aree interne tra le quali il sistema Cimino dove rientra anche il comune di Oriolo. Ci hanno riconosciuto e sono arrivati i primi finanziamenti, dobbiamo tornare a una comunicazione diretta e far sì che questa comunicazione abbracci quante più persone possibili”.

Eleonora Mattia ha dichiarato con enfasi che soltanto con politiche vere ci sarà una inversione di tendenza, chiedendo che vengano ripristinati i due milioni l’anno per i piccoli comuni.

Alessandra Troncarelli, vice segretaria regionale responsabile segreteria provinciale VT con delega agli enti locali, si è concentrata sulle strategie per evitare lo spopolamento con l’obiettivo di vedere concretizzata l’idea dei trenta minuti: nei piccoli comuni deve essere data la possibilità ai cittadini di raggiungere i servizi essenziali in trenta minuti.

La parola è quindi passata ai sindaci che si sono espressi con una visione improntata sull’esperienza diretta dei propri territori. Il sindaco Rallo ha dichiarato che è necessario concentrare l’attenzione centralmente, capire cosa è veramente indispensabile per il territorio, garantire un servizio e poi depotenziarlo perchè non ci sono le possibilità per mantenerlo e gestirlo, dà un segnale profondamente negativo.

Ha chiosato Betteralli che “per ragionare sulle aree interne dovremmo guardare il modello partendo dalla nostra visuale, è necessario invertire la prospettiva, guardare dalle aree interne verso Roma e non viceversa”.

L’agone, da sempre attento alle politiche del territorio e allo sviluppo delle comunità, era presente con il presidente Giovanni Furgiuele e parte della redazione.

Ludovica Di Pietrantonio, direttore L’agone

La ASL RM 4 organizza un tavolo interistituzionale antiviolenza ad Anguillara

Riceviamo e pubblichiamo

D’AMATO: SAN MICHELE, EMERGE UN QUADRO GRAVE E DESOLANTE, SEMBRANO I TEMPI DI LADY ASL.

Riceviamo e pubblichiamo

“L’inchiesta di Fanpage fa emergere un quadro grave e desolante: serve fare la massima chiarezza e Rocca deve venire a riferire in aula. La vicenda del San Michele rischia di essere una slavina per il governo regionale al pari di quello che accadde ai tempi di Lady Asl, in cui ancora una volta la struttura fu al centro di attività illecite poi confermate da sentenze definitive. La destra romana e laziale è una coazione a ripetere”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale di Azione, Alessio D’Amato.