25 Aprile, 2024
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A colloquio… con la “prof”

Doppio incarico per la professoressa Lucia Lolli. Con lei, s’è colloquiato in maniera amabile.

Nuovo ufficio, ma non la prima esperienza come dirigente, qual è la differenza tra i due incarichi di presidenza che attualmente ricopre?

«I tre anni appena trascorsi hanno rappresentato un momento di arricchimento e dato la possibilità di conoscere un segmento di istruzione che mi era, credevo, del tutto distante. Lavorare per i più piccoli è stata una meravigliosa sfida che mi ha consentito di realizzare ambienti di apprendimento significativi, lavorare per fare della scuola il luogo privilegiato della crescita umana e dell’acquisizione di solide conoscenze, ma soprattutto il luogo per acquisire competenze necessarie per sviluppare una cittadinanza attiva e consapevole. Dal primo settembre “torno a casa”: ho sempre insegnato nel secondo ciclo e sento questo segmento di istruzione più vicino alla mia preparazione e alla mia formazione. Il secondo ciclo è stimolante perché comprende l’interazione con gli studenti e una progettazione di più ampio respiro, ma è anche il momento formativo più importante nella vita di uno studente che deve maturare la sua scelta lavorativa e porre le basi per costruire il proprio futuro».

 

Inizio del nuovo anno scolastico, è possibile che tutto torni alla normalità per il rientro a scuola oppure ci saranno ancora protocolli Covid da applicare?

«Le indicazioni che si sono susseguite durante l’estate lasciano intravedere il permanere di alcune criticità che, speriamo vivamente, non ci costringano alla didattica a distanza. L’esigenza della didattica in presenza è forte e accomuna la comunità educante: la preparazione degli studenti è stata penalizzata, ma ancor più la loro capacità relazionale e il modo di affrontare il mondo esterno. Sono aumentati in questi due anni i disturbi alimentari e si sono diffuse forme severe di depressione: la scuola deve recuperare la socialità e il valore che racchiude una lezione condivisa con compagni di classe e docenti. Il distanziamento è ancora un requisito cogente, l’igiene delle mani resta una sana abitudine e il ricambio di aria frequente è fortemente consigliato: al momento sono queste le raccomandazioni nella speranza che lo stato di emergenza cessi definitivamente il 31 agosto e ci restituisca a quella normalità che abbiamo desiderato in questi due anni e, soprattutto, ci consenta di ricostruire ciò che la pandemia ha distrutto sia a livello umano che professionale».

 

Come sta cambiando il rapporto tra studenti e famiglie?

«Occorre, a mio avviso, partire da una attenta analisi della relazione esistente tra i soggetti al fine di realizzare azioni, programmi e strategie concertate. La crescita di ogni studente infatti non riguarda solo la scuola ma dovrebbe costituire una priorità condivisa dall’intera comunità educante. Andrebbe inoltre ripensata la normativa di riferimento alla luce dei profondi cambiamenti socio-culturali degli ultimi decenni».

Quale strategia suggerisce per cercare di dare un valore aggiunto, in termini socio-culturali, agli studenti del territorio sabatino e non solo?

«La mia visione di scuola è dinamica e innovativa: la scuola quale l’agenzia formativa preminente, deve svolgere un’azione di stimolo e deve puntare al protagonismo attivo degli studenti per guidarli nella costruzione di percorsi di apprendimento che rispondano ai loro bisogni formativi e gli consentano di costruire solide basi per l’esercizio di una cittadinanza attiva e per la pianificazione di un progetto di vita professionalmente e umanamente soddisfacente. L’ascolto e il dialogo restano elementi fondamentali per costruire un’alleanza educativa solida in cui ogni attore possa fare la propria parte nel rispetto dei ruoli e delle competenze di ciascuno. In questi tre anni ho voluto fortemente che la scuola e il territorio interagissero, convinta che il territorio è fattore, risorsa e prodotto dei percorsi di apprendimento dei nostri studenti. La valorizzazione del territorio resta uno dei punti fermi della mia visione di scuola per realizzare esperienze significative per gli studenti e che coinvolgano l’intera comunità in uno scambio proficuo e stimolante che miri alla conoscenza del patrimonio storico, culturale e ambientale. La scuola, con i suoi studenti, deve essere al centro di un movimento culturale di rinnovamento e di stimolo che miri alla crescita del territorio e alla sua valorizzazione. Restituire agli studenti la centralità nei percorsi di apprendimento e lavorare per realizzare ambienti di apprendimento innovativi e stimolanti resta un obiettivo preminente: gli studenti devono essere parte attiva nella costruzione delle proprie competenze e devono esercitare l’autoriflessività necessaria per la loro crescita umana e professionale».

Abbiamo sentito parlare dei fondi destinati alle Istituzioni scolastiche per il “piano scuola” 4.0: possiamo avere qualche dettaglio in più?

«Il “piano scuola” 4.0 rappresenta un’opportunità straordinaria che vedrà coinvolti, oltre al dirigente scolastico, docenti e studenti per la realizzazione di aule innovative con arredi flessibili e mobili da riposizionare in base alle attività disciplinari oppure ambienti di apprendimento dedicati per disciplina. Alla base della progettazione ci sarà una lettura dei bisogni degli studenti e dei docenti e, con un importante sinergico lavoro di squadra, la nostra scuola sarà valorizzata da ambienti di apprendimento confortevoli, sicuri e inclusivi. Il liceo Vian è destinatario di una somma importante che rappresenterà un investimento per il prossimo futuro. Cambiare gli spazi ci predispone a cambiare una visione pedagogica ancora legata alla didattica tradizionale per raccogliere le sfide poste dai cambiamenti culturali, sociali ed economici della società contemporanea e per rispondere ai mutati bisogni e ai diversi stili di apprendimento dei nostri ragazzi».

Un pensiero per gli studenti?

«Gli anni del liceo sono importantissimi nella vita di ogni persona perché si pongono le basi per la propria felicità: è in questi anni che si maturano le scelte lavorative e si sogna cosa fare da grandi. Auguro a questi giovani di fare un percorso di studio sereno, significativo e inclusivo, auguro a ciascuno di sentirsi sempre accolto e debitamente preso in carico, auguro di vivere questi anni con la gioia e la determinazione di chi si sta preparando ad andare nel mondo per lasciare un’impronta indelebile. Il mio impegno sarà quello di ascoltare e accogliere, di lavorare sempre perché la scuola sia quel luogo unico e irripetibile dove ogni mattina le nuove e le vecchie generazioni sperimentano relazioni significative e dove si impara condividendo saperi ed esperienze, il luogo in cui gli studenti si incontrano per commentare la giornata, confidare timori e speranze, parlare delle loro passioni e interessi, confrontarsi, scontrarsi, appassionarsi e a volte anche annoiarsi. Un posto bellissimo dove crescere, una palestra di vita per affrontare il mondo forti di un bagaglio di conoscenze e di competenze da spendere per essere donne e uomini capaci e realizzati».

Claudia Soccorsi
Redattrice L’agone

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