29 Marzo, 2024
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Violenza sulle donne, letture per il cambiamento

Analisi e ragionamenti sul rapporto uomo-donna e sulla famiglia, dati e riflessioni

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Seguire i figli

I nostri figli vanno accuditi, nutriti, lavati ed educati, ma soprattutto seguiti e ascoltati e non solo nelle parole che dicono, ma per come le dicono. Il tono della voce, il momento in cui ci parlano, come ci parlano o tacciono, sono gli elementi importanti per poter capire se hanno bisogno di aiuto oltre quello che noi gli diamo.

Certo è semplice, per chi è fuori da certe situazioni drammatiche, parlare, poiché è probabile che chi le vive ha un carico di sofferenza molto antica che risale non solo alla propria infanzia, ma all’infanzia dei propri genitori e probabilmente dei propri nonni, per non andare ancora più lontano.

Ciò nonostante la nostra responsabilità non può essere delegata. Essere presenti a sé stessi è un modo di esserci anche per i nostri figli. La vita di oggi ci porta a continue distrazioni dovute al lavoro, allo stress e alla stanchezza, per cui spesso vorremmo avere uno spazio in cui lasciarci andare e rilassarci senza pensare. Con i figli questo spesso non è possibile: la nostra attenzione deve essere doppia o tripla perché non solo dobbiamo badare a noi stessi, ma anche a ciò che accade loro fisicamente e psichicamente.

Frequentemente i figli non parlano dei propri problemi e questo non accade soltanto quando sono piccoli, ma anche quando sono adolescenti e adulti. L’abilità dei genitori è quella di comprendere, spesso di intuire, la presenza di difficoltà più o meno serie.

Se la violenza sulle donne è commessa da uomini le cui famiglie di origine (genitori, nonni, zii), per vari motivi non sono stati in grado di crescere un individuo equilibrato, vuol dire che il problema di oggi risale a ieri, all’altro ieri o prima ancora. Questo perciò significa che la violenza di domani, dopodomani e oltre, dipende da come oggi noi genitori cresceremo i nostri figli. Quindi noi, genitori di oggi, dobbiamo essere consapevoli della responsabilità che abbiamo verso i figli e verso la società.

Quando si ha un figlio le gioie e le preoccupazioni ricadono sui genitori, e solo i genitori sanno quanti sacrifici e rinunce hanno dovuto fare per crescerli. Eppure, nonostante i sacrifici siano fatti esclusivamente dalla famiglia, allevare i figli è un compito che ci assumiamo verso i figli stessi e verso tutta la società: quello che i nostri figli faranno e saranno nel futuro riguarderà per primi essi stessi, poi le persone che incontreranno e la società.

Noi e la società

Purtroppo questa ottica si perde con facilità poiché spesso ci si sente, come individui e come famiglie, delle isole perse in un mare ostile e quindi ci si chiude e ci si ripiega su sé stessi. Accade che i figli non vadano mai via di casa oppure tornino, magari dopo un matrimonio finito o per la perdita del lavoro e in questi momenti, non si sente di far parte di una società e soprattutto non si sente di dovere nulla a questa società che ci circonda indifferente.

Ma questo vissuto è una trappola nella quale non bisogna cadere: la società è lì pronta ad accogliere o pronta a distruggere, dipende da noi riuscire a cogliere le occasioni e a superare gli ostacoli. La chiusura (reazione comprensibile specie ad eventi che possiamo non capire o che sono più grandi di noi, come per esempio la pandemia o la guerra), è pericolosa perché aumenta la nostra solitudine e il nostro senso di disperazione.

È vero, gli altri non sono là fuori ad accoglierci con le braccia aperte, spesso anzi, non ci vedono affatto come noi non vediamo loro e questo accade perché siamo tutti immersi e ripiegati sui nostri problemi e tutti siamo soli! Non possiamo aiutare tutti e non tutti ci possono aiutare, ma la società è grande e ci sono persone con cui possiamo condividere le nostre difficoltà ed insieme costruire qualcosa. E questa è l’unica strada che può portare ad un cambiamento, alleviare la nostra sofferenza e trovare la serenità che cerchiamo.

L’uomo e la donna, parlare e convivere

Gli uomini violenti oggi sembrano essere gli unici artefici di situazioni drammatiche e di fatto nella quasi totalità dei casi sono loro ad agire la violenza, che porta a volte ad epiloghi tragici. Quando questi fatti giungono alla cronaca gli eventi sono già tristemente segnati e così dimentichiamo che essi si sono svolti in un contesto familiare. Siamo abituati a conoscere queste realtà solo dagli ultimi atti del dramma, ma molti eventi si sono succeduti prima di arrivare a tanto e molti sono stati i fattori che hanno determinato i fatti accaduti. Molte altre situazioni presentano le caratteristiche sociali e relazionali simili a questi drammi, ma non avendo avuto esse conclusioni eclatanti rimangono silenti e sconosciute.

Osservazioni e valutazioni

Premetto che ogni osservazione e valutazione che farò di seguito, nulla toglie alla responsabilità individuale di ciascuno di noi. Non stiamo cercando giustificazioni per chi compie reati spesso efferati, ma stiamo cercando di riflettere e di comprendere le basi di problematiche sociali per prevenirli e soprattutto per attuare un cambiamento.

Nella nostra cultura vi sono due fattori che negli ultimi cinquant’anni hanno subito dei rapidi cambiamenti e sono i concetti della differenza – uguaglianza fra i sessi e della comunicazione fra i sessi.

Solo nel 1945 le donne in Italia hanno avuto il diritto di voto e nel 1946 il diritto di essere elette. Queste leggi, come tante altre hanno sancito l’uguaglianza fra i sessi rispetto alla partecipazione alla vita politica, ma le leggi necessitano di molto tempo prima di diventare cultura individuale e sociale. Molti uomini, ma anche molte donne, sono stati contrari a queste innovazioni e mentre con il tempo tante persone hanno elaborato il cambiamento, altre lo hanno subito senza accettarlo veramente.

Norme che eguagliano uomini e donne di fronte alla legge sono alla base di una cultura civile, ma esse non bastano. Inoltre l’eguaglianza dei diritti civili non comporta l’assenza di diversità né fra le persone, né fra i sessi.

Durante i decenni da poco trascorsi la crescita culturale degli uomini e delle donne è stata complessa e assolutamente non lineare. Molti uomini non sono riusciti ad evolversi e a cambiare nella misura in cui la società faceva loro nuove richieste e le donne spesso hanno frainteso il termine di uguaglianza fra i sessi.
Dianella Viola

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