28 Marzo, 2024
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Giornata contro la violenza sulle donne: premiato Andrea Marcelli, il pugile che ha salvato una donna da uno stupro

Il riconoscimento nel corso di un convegno al Consiglio Regionale del Lazio

Il suo intervento ha salvato una donna da uno stupro.

Era lo scorso 7 novembre quando Andrea Marcelli sentì una ragazza chiedere aiuto nel condominio dove abita a Prati. Delle forti grida che portarono l’ex pugile a scendere nell’androne condominiale dove si trovò davanti ad una violenza sessuale. Senza pensarci un attimo il boxeur intervenì e permise alla polizia, insieme ad altri residenti della palazzina, di arrestare l’uomo che poco prima aveva pedinato una ragazza con l’intento di abusare sessualmente di lei.

Da quella domenica è passato quasi un mese ed oggi, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ha ricevuto un premio, nel corso di un convegno organizzato al Consiglio Regionale del Lazio. A consegnarglielo il presidente del Consiglio Regionale di via della Pisana Marco Vincenzi: “Oggi premiamo un uomo coraggioso, Andrea Marcelli, ex pugile che ha salvato una ragazza da una violenza nel quartiere di Prati, a Roma, qualche settimana fa. La sua presenza qui oggi in Consiglio regionale ci rende particolarmente orgogliosi”.

Andrea Marcelli finì sulle cronache dei giornali romani e nazionali lo scorso 7 di novembre, quando salvò una vicina di casa in un palazzo nel quartiere Delle Vittorie da un malintenzionato che dopo averla aggredita alle spalle la provò a trascinare nei locali caldaia al piano seminterrato dell’immobile. Da qui la richiesta d’aiuto con il 55enne ex pugile ed attuale insegnante di boxe che, come raccontò poi al nostro giornale “le stava addosso e l’ho steso”. Oggi il suo coraggio, anche se affermò di aver semplicemente fatto quello che chiunque avrebbe fatto, è stato premiato in un giorno particolare come la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel dicembre del 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Premiazione avvenuta, come detto, nel corso del convegno promosso al Consiglio Regionale di via della Pisana. Ad aprire i lavoro con un saluto in video la ministra per le pari opportunità Elena Bonetti, secondo la quale le istituzioni hanno il compito di tradurre queste ricorrenze in politiche concrete. Per questo però servono fondi e il governo ha pensato infatti a rendere permanenti gli stanziamenti previsti a questo scopo, ha aggiunto la ministra.

Quindi, il segretario generale del Consiglio regionale Cinzia Felci, in qualità di moderatore, ha dato la parola alla consigliera regionale Michela Di  Biase, che ha ricordato l’origine di questa giornata, istituita dall’Onu nel 1999. “Dopo 22 anni la strada è purtroppo ancora lunga”, ha detto la consigliera, nonostante le politiche mirate a contrastare il fenomeno. La maggior parte di queste violenze avviene in ambito familiare, ha aggiunto la consigliera, la cosiddetta “violenza assistita” in danno anche dei minori.

Il presidente della prima sezione penale della Corte di appello di Roma Tommaso Picazio è intervenuto poi sugli aspetti dell’attività giudiziaria tesa a contrastare il fenomeno, parlando della legge 69 del 2019, c.d. Codice rosso, strumento legislativo che pecca a suo avviso di vaghezza, non consentendo di graduare l’intervento al giudicante. Perplesso sulla possibilità che questo fenomeno possa superarsi per via esclusivamente giudiziaria si è detto comunque Picazio, che vede prevalente l’aspetto culturale del problema.

Il prefetto vicario di Roma Raffaella Moscarella ha elencato poi una serie di dati per rendere l’idea della dimensione del fenomeno, sottolineando come la dimensione familiare sia troppo spesso il teatro delle violenze, con la conseguenza che i minori che assistono hanno probabilità più alte di essere a loro volta violenti.

I lavori sono proseguiti, a questo punto, con una articolazione in tavoli: il primo, dal titolo “Il contrasto al fenomeno”, era dedicato agli aspetti giudiziari e repressivi del problema e vedeva la partecipazione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Tivoli Francesco Menditto, del procuratore della Repubblica vicario presso il tribunale di Roma Lucia Lotti, del sostituto procuratore generale, segreterio generale della procura di Roma Emma D’Ortona, del comandante della legione Carabinieri Lazio Antonio De Vita.

La fase giudiziaria, ha detto Menditto, rappresenta l’ultimo anello della catena, quello a cui si arriva nei casi estremi. Lucia Lotti ha esposto i dati dell’attività della procura di Roma, sottolineando il valore della specializzazione del personale degli uffici giudiziari nel lavoro di contrasto al fenomeno. D’Ortona ha ricordato il protocollo con la Regione del 2018: i protocolli sono importanti per la collaborazione interistituzionale, ma il concetto di rete è molto più vasto, ha detto. Il comandante De Vita ha spiegato come l’Arma abbia una sezione specifica, denominata “atti persecutori”, che supporta le attività investigative, da un lato, ma collabora anche con istituzioni di studio e ricerca, dall’altro. La legge sul “codice rosso”, a suo avviso, funziona.

Il secondo tavolo tematico, dal tema “Il sostegno e la tutela”, era dedicato alle associazioni, presenti Oria Gargano di Be free, nata per contrastare i fenomeni di tratta e violenza, Laura Terracciano dell’associazione Telefono Rosa e il presidente dell’ordine degli avvocati di Roma, Antonino Galletti.

Anzitutto, Gargano si è chiesta il perché del fatto che molte donne tacciano sulla violenza subita, anche coi più stretti contatti della loro vita. I condizionamenti di ogni tipo sono ancora troppi a suo avviso, questa la risposta. Terracciano ha ricordato il lavoro con gli studenti fatto in questi anni da Telefono Rosa e ha riconosciuto che il rapporto con le forze dell’ordine in questi anni è migliorato molto. Galletti ha sottolineato l’importanza della formazione e il fatto che il ruolo degli avvocati rileva anche e soprattutto al di fuori della sede del dibattimento.

Nel suo saluto finale, il vicepresidente della Regione Daniele Leodori ha constatato una presa di coscienza del problema specie negli ultimi vent’anni e ha ricordato le numerose iniziative della Regione in questo campo, ultimo, pochi giorni fa, il rifinanziamento del fondo per il contrasto alla violenza. Tuttavia, molto ancora c’è da fare in questo campo, ha riconosciuto, con una punta di pessimismo nel rilevare che probabilmente il fenomeno non verrà mai eliminato del tutto. “Protocolli dinamici e non statici”, sulla falsariga di quello con la procura di Tivoli, che ha una storica esperienza in questo campo, sono necessari secondo Leodori.

Il 25 novembre è una giornata che “noi utilizziamo per una riflessione uno studio uno scambio di opinioni e informazioni con chi tutti i giorni quotidianamente è impegnato nel contrasto alla violenza sulle donne, nella tutela e nell`assistenza alle donne. La Regione è impegnata dal punto di vista normativo per migliorare l`impianto legislativo della nostra regione a favore della tutela delle donne per la piena affermazione dei diritti sia livello economico, sociale, culturale e amministrativo – le parole del presidente del consiglio regionale del Lazio, Marco Vincenzi -. Le istituzioni pubbliche – ha sottolineato Vincenzi – come l`amministrazione della Regione Lazio puo` fare molto perchè costruisce una rete con le associazioni di difesa delle donne, una rete che potenzia i servizi di assistenza di difesa delle donne e anche implementazione, appunto, della parità del genere”.

(RomaToday)

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