L’esposizione alle sostanze PFAS unita ad un maggior apporto di grasso alimentare possono sinergizzare e influenzare il metabolismo cellulare favorendo una condizione di pro cancro secondo uno studio, basato su esperimenti su topi e colture cellulari, condotto da ricercatori dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign e dell’Università di Chicago.[1]
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nutrients.[2]
Le sostanze PFAS sono sostanze chimiche che possono trovarsi in molti oggetti di uso quotidiano, dalle pentole antiaderenti ai tappeti. Sono descritti anche come inquinanti organici persistenti in quanto tendono a persistere nell’ambiente.[3]
Esposizione a PFAS attiva gene che codifica le proteine PPARa
Come spiega Zeynep Madak-Erdogan, professore di scienze della nutrizione e autore principale dello studio, i dati che lui e i collaboratori hanno raccolto e analizzato suggeriscono che l’esposizione ai composti PFAS, insieme ad una dieta particolarmente ricca di grassi, può attivare un particolare gene che codifica le proteine PPARa. Questo può alterare, a sua volta, il metabolismo delle cellule della prostata in modi tali che viene favorito il rischio cancerogeno.
“Queste alterazioni nel metabolismo cellulare che si verificano a valle dell’attivazione di PPARa possono sostenere l’aumento del rischio di cancro alla prostata osservato negli uomini che sono esposti alle PFAS”, spiega il ricercatore.[1]
Esperimenti sui topi
I ricercatori hanno eseguito esperimenti iniettando cellule prostatiche umane maligne nei topi maschi. Questi ultimi venivano poi alimentati con una dieta particolarmente ricca di grassi, una dieta che imitava la dieta tipica occidentale. Altri invece dovevano portare avanti una dieta normale e questi topi rappresentavano il gruppo di controllo.
Inoltre alcuni degli animali ricevevano anche delle dosi, per via orale, di perfluoroottano sulfonato (PFOS). Si tratta di un comune PFAS che, come riferisce il comunicato dell’università americana, già in passato è stata collegata alcune tipologie di cancro.[1]
I risultati degli esperimenti sui topi
I ricercatori osservavano un maggior volume dei tumori nei topi esposti alla dieta ricca di grassi o al PFOS. Dopo 40 giorni dall’iniezione i ricercatori scoprivano però anche una crescita tumorale più rapida in cui topi che avevano portato avanti la dieta ricca di grassi ed erano anche stati esposti al PFOS.
Secondo Michael J. Spinella, professore di geoscienze comparate e ricercatore del Cancer Center dell’Illinois, questi risultati suggeriscono che forse esiste un’interazione sinergica tra i due fattori.[1]
Esperimenti con colture cellulari
I ricercatori hanno compiuto anche esperimenti con colture cellulari esponendo cellule prostatiche benigne oppure cellule maligne aggressive al PFOS. Scoprivano che le cellule maniglie tendevano a replicarsi con una velocità molto più alta, di circa tre volte, rispetto alle cellule benigne.
Hanno poi esposto le stesse cellule ad un altro PFAS, l’acido perfluorobutan solfonico (PFBS). In questo caso la velocità di replicazione delle cellule maligne era addirittura cinque volte più grande.[1]
Fenotipo metabolico delle cellule del cancro alla prostata alterato
“Abbiamo analizzato i metaboliti che sono cambiati in risposta al trattamento con PFOS e abbiamo scoperto che il fenotipo metabolico delle cellule del cancro alla prostata era alterato, sovraregolando i percorsi energetici proliferativi”, spiega Joseph Irudayaraj, professore di bioingegneria all’Università dell’Illinois ed altro autore dello studio.[1]
Note e approfondimenti
- PFAS exposure, high-fat diet drive prostate cells’ metabolism into pro-cancer state | Illinois(IA)
- Nutrients | Free Full-Text | Per- and Polyfluoroalkyl Substance Exposure Combined with High-Fat Diet Supports Prostate Cancer Progression(IA) (DOI: 10.3390/nu13113902)
- Per- and polyfluoroalkyl substances – Wikipedia in inglese(IA)
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(Notiziescientifiche)