18 Aprile, 2024
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Lo scontro in Parlamento sulla ministra Lamorgese per i fatti del 9 ottobre

 

La relazione della titolare del Viminale è stata duramente contestata sia alla Camera che al Senato. Severo il giudizio di Salvini, attacco frontale da Fratelli d’Italia

Luciana Lamorgese ammette che ci sono state delle “criticità” nella gestione della piazza contro l’obbligo del green pass, ma respinge “fermamente” che dietro gli scontri di Roma di sabato 9 ottobre si nasconda un “disegno accreditato dalle forze dell’ordine”, che non sono “strumento di oscure finalità politiche”.

Sempre “fermamente” Lamorgese esclude “l’accusa secondo cui durante i disordini ci fossero degli agenti infiltrati tra i manifestanti”. Quindi, la ministra dell’Interno difende l’operato degli agenti in divisa, che hanno agito con “equilibrio”.

Lamorgese, nell’informativa resa prima alla Camera e poi al Senato, ripercorre quasi minuto per minuto quanto accaduto a Roma, parlando di “otto angoscianti minuti” quando ricorda l’irruzione nella sede della Cgil. Spiega che nella Capitale si sono riversati “un numero di partecipanti più che triplicato rispetto al previsto”, e sottolinea come sia risultato “evidente il rischio che la protesta e il malcontento sociale innescati dagli effetti della pandemia potessero essere oggetto di strumentali intrusioni da parte di frange eversive di vario orientamento politico e ideologico, interessate a rilanciare progettualita’ conflittuali e istanze destabilizzanti, anche canalizzando forme spontenee e trasversali di ribellismo rimaste finora prive di regia unica”.

Infine, Lamorgese chiarisce che “non si può abbassare la guardia”, perché “ci attende un periodo ancora molto impegnativo che peraltro vedrà a fine ottobre lo svolgimento del G20”.

Durante il lungo intervento della ministra si registrano momenti di tensione alla Camera, con le proteste da parte dei deputati di FdI che, al termine del dibattito, intonano cori al grido di “dimissioni, dimissioni” indirizzati alla ministra.

E Giorgia Meloni lascia l’Aula non appena Lamorgese conclude l’informativa, affidando al suo capogruppo il compito di contestare le parole della titolare del Viminale (la scorsa settimana, in occasione del question time a Montecitorio, era stata invece la stessa Meloni a replicare all’interrogazione posta a Lamorgese sempre sui fatti accaduti a Roma, ipotizzando un ritorno della “strategia della tensione” e accusando il governo di aver “volutamente permesso quanto accaduto”).

La Lega, che come il partito di Giorgia Meloni nei giorni scorsi aveva duramente attaccato Viminale e governo per la gestione della piazza, non si associa alle proteste, ma affonda il colpo ribadendo l’accusa di inadeguatezza. Lo fa prima in Aula a Montecitorio e poi al Senato con l’intervento del leader Matteo Salvini.

Il lungo j’accuse di FdI, rivolto principalmente a Lamorgese definita “vigliacca”, “bugiarda” e “inadeguata” (“non scarichi le responsabilità sugli agenti”, scandisce Lollobrigida) tira in ballo anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi, Franco Gabrielli.

A palazzo Madama Salvini punta il dito contro la totale “assenza di autocritica” da parte di Lamorgese, esortandola a più riprese ad assumersi “le sue responsabilità: io appositamente non parlo di sbarchi, rave party, baby gang… ne stanno succedendo di tutti i colori. Parlo di quello che è accaduto la settimana scorsa e che ci ha fatto fare una figura meschina a livello mondiale”. Quindi, anche Salvini si interroga sulle eventuali responsabilità del sottosegretario Gabrielli: non sapeva quanto sarebbe accaduto? È grave, sostiene. Sapeva ma non ha avvisato il Viminale? Ugualmente grave, insiste.

Poi conclude: “Neanche in Cile sarebbero stati usati idranti contro i manifestanti a Trieste e sarebbe stata permessa una manifestazione a Roma a urne ancora aperte, impari a fare il ministro perché finora non lo ha fatto”.

Che a Roma non tutto sia andato come doveva è la critica che arriva anche da altre forze di maggioranza, ma la difesa del Viminale non è in discussione. Anzi, viene duramente stigmatizzato l’atteggiamento di FdI, che ha messo in dubbio l’operato dell’esecutivo ipotizzando una strategia messa in atto ad arte.

“È necessario andare fino in fondo nell’accertamento delle responsabilità e verificare l’adeguatezza dei responsabili della sicurezza della Capitale”, dice Federico Fornaro di Leu. “C’è stato un cortocircuito che ha riguardato la non corretta valutazione delle persone da schierare in piazza, che ha impedito la corretta gestione, gestione che compete agli organi competenti territorialmente. Che c’e’ stato un errore è innegabile”.

Ma “il centrodestra, che ha sempre fatto della difesa delle forze dell’ordine una bandiera, in questo caso pur di colpire l’obiettivo politico di turno si lascia andare ad accuse indegne”, sostiene la pentastellata Vittoria Baldino.

Il Pd ribadisce “sdegno e condanna” verso la “devastazione della sede della Cgil di chiara matrice fascista”, afferma Debora Serracchiani, secondo cui “è evidente che quanto avvenuto non è omologaboile ad altre manifestazioni, apprezziamo il riconoscimento delle sottovalutazioni e responsabilità, per questo siamo convinti che lei ministro farà di tutto per evitare che avvenga di nuovo”.

Anche Forza Italia si schiera al fianco della ministra, pur sottolinando le mancanze nella gestione della piazza: “Grazie a Lamorgese per la ricostruzione onesta. Certo, un po’ di sottovalutazione c’e’ stata ma noi staremo con il governo, non soltanto non votando mozioni di sfiducia, ma anche sostenendolo nella difesa della legalita’”, afferma Maurizio Gasparri. E Annagrazia Calabria chiede alla ministra “tolleranza zero contro i violenti”.

(Agi)

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