29 Marzo, 2024
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In Uk ancora 40 mila casi di Covid al giorno. Pronto soccorso “sull’orlo del baratro”

L’allarme: “Pazienti costretti ad aspettare nelle ambulanze, fuori dagli ospedali, anche oltre 11 ore”

 

Il Regno Unito ha registrato ieri oltre 40 mila casi di coronavirus per il quarto giorno consecutivo: è quanto emerge dai dati dell’Ufficio di statistica nazionale, riporta l’Independent, secondo cui i contagi sono in costante aumento dall’inizio di ottobre. Nelle ultime 24 ore le infezioni sono state 43.423, in lieve calo rispetto alle 45.066 di giovedì scorso, pari al livello più alto da luglio. Secondo le stime dell’Ufficio di statistica, il Paese si avvicina al picco segnato durante la seconda ondata della pandemia lo scorso inverno. I dati indicano infatti il trend in crescita: nella settimana dal quattro al 10 ottobre, circa una persona su 60 in Inghilterra aveva il Covid rispetto ad una su 70 nella settimana precedente. All’inizio di ottobre i casi positivi erano circa 30 mila al giorno.

I medici e paramedici avvertono che i Pronto soccorso “sono sull’orlo del baratro”, con i pazienti costretti ad aspettare nelle ambulanze, fuori dagli ospedali, anche oltre 11 ore. A riferirlo è il britannico Guardian, riportando l’allarme della Association of Ambulance Chief Executives (Aace), secondo cui ogni servizio di ambulanza nel Paese è al momento al massimo livello di allerta.
“Siamo estremamente preoccupati del livello senza precedenti di ritardi, che si stanno verificando nel Regno Unito, nel trasferimento dei pazienti in ospedale”, ha dichiarato Martin Flaherty, direttore della Aace. Le linee guida nazionali prevedono un massimo di 15 minuti per il trasferimento dall’ambulanza al reparto ospedaliero, ma da agosto ormai si verificano code anche di 20 ambulanze all’ingresso dei Pronto soccorsi. 

Si tratta di un problema cronico che l’Nhs, il sistema sanitario nazionale, non è stato ancora in grado di risolvere e che è stato aggravato dalla forte pressione esercitata dal Covid sui servizi di Pronto soccorso. “Sono molto preoccupato del fatto che questi ritardi diventeranno ancora più gravi senza una effettiva pianificazione su come affrontarli”, ha denunciato il dottor Ian Higginson, vice presidente del Royal College of Emergency Medicine. “Siamo sull’orlo del baratro, in termini di qualità delle cure che possiamo offrire ai nostri pazienti”, ha aggiunto il medico. I dati pubblicati una settimana fa dall’Nhs hanno rivelato che, il mese scorso, 2,1 milioni di persone si sono rivolte al Pronto soccorso, una cifra record per settembre, con un aumento del 30% rispetto allo stesso periodo del 2020. I ritardi nel trasferimento dei malati in ospedale incidono spesso anche sui tempi di risposta delle ambulanze alle chiamate di emergenza, che in Inghilterra al momento sono i più lunghi da quando si è iniziato a registrare il dato, cioè da aprile 2018.

Quali sono le cause? La Bbc ha confermato che un ruolo significativo è stato giocato proprio dalla variante Delta che, come ormai sappiamo, si diffonde più velocemente rispetto alle precedenti. E poi lo stop alle restrizioni. Nonostante gli alti tassi di vaccinazione, la decisione di riaprire ed eliminare le misure di distanziamento nel mese di luglio è stata il preludio all’attuale situazione di contagi fuori controllo, come conferma anche The National. 

Incide anche il ritorno a scuola in presenza. Secondo diversi media britannici, il nuovo picco di contagi è da imputare anche al rientro nelle classi scolastiche: la maggior parte delle positività, infatti, sono state registrate proprio tra bambini e ragazzi. Si stima che un bambino su 15 in età scolare (dai sette agli undici anni) abbia contratto il Covid nell’ultima settimana di settembre: si tratta del tasso di positività più alto tra tutte le fasce di età. Un’altra causa è da attribuire ai viaggi e all’uso dei mezzi pubblici in Uk, abitudini che stanno tornando sempre più vicine ai livelli pre-pandemia. I lavoratori, infatti, stanno tornando gradualmente nei centri urbani e, secondo i dati del Dipartimento dei trasporti britannico, i viaggi in auto sono solo di pochi punti percentuali al di sotto della settimana equivalente del 2019. La mattinata più trafficata dall’inizio della pandemia è stata registrata all’inizio di settembre nella metropolitana di Londra.

Infine il rallentamento della campagna vaccinale. Come riporta il Guardian, il Regno Unito ha perso la fama di nazione leader dei vaccini in Europa negli ultimi mesi, poiché paesi come Francia, Italia e Spagna lo hanno superato, in termini di quota di persone completamente vaccinate. Per tutto il mese di settembre, infatti, il Regno Unito ha vaccinato una media di 1.461 persone per milione al giorno, molto meno delle 3.925 vaccinate in Italia, 3.694 in Francia, 3.280 in Spagna e 2.305 in Germania. Il tasso di vaccinazione del Regno Unito è stato il più veloce in Europa fino alla fine di aprile, secondo i dati di Our World in Data. Ma poi è stato superato da Germania, Francia, Italia e Spagna. Gli studi suggeriscono che questo è in gran parte dovuto alla lenta diffusione delle somministrazioni tra i giovani. Ci sono ancora un numero significativo di persone sotto i 40 anni non vaccinate, secondo gli ultimi dati di Public Health England. Solo il 64% delle persone di età compresa tra 18 e 29 anni è stato vaccinato con due dosi al 9 ottobre, rispetto al 96% degli over 70.

(RomaToday)

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