28 Marzo, 2024
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La nuova mafia nigeriana consolida il traffico di esseri umani in Europa

La tratta di esseri umani è un reato molto redditizio che porta enormi profitti ai criminali, generando nello stesso tempo un costo enorme per la collettività.

Secondo una stima, per difetto, il profitto annuo della tratta di esseri umani a livello mondiale ammonta a trenta miliardi di euro (Save the Children 2020). Il costo totale della tratta nell’Unione europea in un solo anno è stimato a circa tre miliardi di euro (Relazione della Commissione al Parlamento europeo 2020).

Tale cifra comprende i servizi aggiuntivi nei seguenti settori: attività di contrasto, salute e delle tutele sociali, perdita di produzione economica, diminuzione di qualità della vita e organizzazione delle varie attività anti-tratta.

Le mafie nigeriane incidono in modo significativo su questo panorama europeo cooperando regolarmente con le cosche locali dei vari Stati membri nelle varie attività di sfruttamento di esseri umani. Sono utilizzati diversi stratagemmi tra cui la richiesta di asilo per legalizzare il loro status e quello delle loro vittime. Molti presunti responsabili della tratta di esseri umani hanno permessi di soggiorno regolari, sono richiedenti asilo o godono in alcuni casi dello status di rifugiati. Le vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale nel mondo sono in maggioranza di nazionalità nigeriana.

Le donne nigeriane costituiscono anche la maggior parte delle vittime africane della tratta di esseri umani in Europa. La quasi totalità di queste ultime (comprese le minorenni) è costretta a prostituirsi. Numerose organizzazioni criminali gestiscono il traffico e le complicità con le autorità politiche della Nigeria. Le statistiche europee ci confermano che un numero crescente di donne nigeriane s’insedia nei vari Stati membri dell’Unione europea. Le mafie nigeriane sfruttano le più fragili e le più deboli. Molte di queste donne sono giovanissime, hanno ricevuto un’istruzione scarsa o inesistente e spesso sono in stato di estrema povertà o abbandonate senza una famiglia. Attraverso una rete criminale di ampia portata arrivano in Italia per poi essere distribuite in Europa. Finiscono nelle grinfie delle “maman”, donne che le sfruttano per conto delle organizzazioni criminali.

Prima di partire per l’Europa, queste donne sono persuase e illuse su guadagni facili e una vita migliore. Una volta sul suolo europeo, diverranno prostitute o schiave nei lager del lavoro nero poiché per loro è l’unico modo di guadagnare i soldi da restituire alle mafie. Europol nel 2018 ha registrato un notevole aumento di donne nigeriane vittime di trafficanti di esseri umani. Un aumento significativo rispetto all’anno precedente poi confermato anche nel primo trimestre del 2019. I nigeriani ormai trafficano esseri umani in tutto il mondo. Un approccio transnazionale per combattere questi criminali, pertanto, è essenziale, poiché la maggior parte delle donne nigeriane arriva in Europa proprio attraverso l’Italia.

Nell’ultimo triennio (2018-2019-2020) oltre trenta mila donne nigeriane, molte delle quali minorenni, sono arrivate in Italia attraverso il Mar Mediterraneo. L’ONU stima che circa l′80% di queste sia vittima della tratta di esseri umani o sia a forte rischio di diventarlo. Le nuove mafie nigeriane pur mantenendo la caratteristica della brutalità oggi sono diventate più professionali e meno visibili.

Durante la pandemia da Covid-19 si sono spostate anche sulla rete o con prestazioni sessuali a domicilio o in zone off-limits. Le nostre ricerche confermano che le nuove mafie nigeriane non sono costituite da gruppi omogenei e di vertice, tipo “Cosa Nostra” siciliana. Sono assimilabili più alle frange della camorra o alle ndrine della ’ndrangheta. Attualmente sono state censite oltre cinquanta cosche operanti in Nigeria. Coltivano rapporti con la politica, l’imprenditoria e i colletti bianchi. Poco si sa della loro struttura organizzativa poiché è davvero molto duttile.

Uno dei pochi pentiti, John Omoruan, ex membro di alto rango della Black Axe, conferma la frammentarietà dell’organizzazione convalidando l’assunto che l’Europa in questo momento rappresenta una parte importante di “mercato” per la tratta di esseri umani. In un interrogatorio in Germania Omoruan avrebbe affermato che sia proprio il “mercato” europeo a richiedere prostitute più economiche e più giovani.

Le mafie nigeriane – sempre secondo il pentito – starebbero semplicemente soddisfacendo questa domanda con la loro offerta. Il guadagno annuo di una sola donna trafficata nella prostituzione sarebbe stimato in circa cinquantamila euro il mese. Un guadagno secondo solo alla droga. Il traffico di donne nigeriane procurando ingenti introiti andrà avanti finché l’Europa non prenderà realmente coscienza di questa situazione emergenziale.

Occorrerà assumere le dovute contromisure tra le quali un’efficace legislazione europea e una reale cooperazione internazionale con le autorità giudiziarie e di polizia nigeriane. Solo in questo modo si potrà provare a reprimere in maniera mirata proprio queste reti internazionali di traffico di esseri umani partendo dalla Nigeria e perseverando nei vari Stati membri dell’Unione europea.

(Huffpost)

 

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