28 Marzo, 2024
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“Il 12 ottobre blocco stradale. Pronti a morire”. I No Green Pass non si fermano

Nelle chat di Telegram i nuovi proclami. La protesta di Roma era solo un assaggio, dicono.

 

“Dal 15 ottobre nessuno deve lavorare più finché non distruggiamo la dittatura intera, non solo il certificato schiavitù”. L’appello si legge sul gruppo Telegram “IoApro”, uno degli account attivi nell’organizzazione della manifestazione che questo sabato ha portato in piazza migliaia di cittadini contrari al Green Pass, tra gli animatori delle violenze di Piazza del Popolo, dell’assalto alla sede della Cgil e delle aggressioni nel pronto soccorso del Policlinico Umberto I. La protesta era solo un assaggio, dicono. Sulla piattaforma si procede in vista del termine, che, per decisione di decreto, imporrà l’uso della certificazione verde per poter lavorare.

Per martedì 12 Ottobre, l’agenda prevede un blocco stradale del paese. “Munirsi di viveri e coperte” si legge nel post del blocco promosso da ”#IoApro” ,“Movimento italia unita #StopEuropa” e “Camionisti #NoGreenPass”, che “invita tutti i cittadini liberi a partecipare e sostenere”. Per aderire bisogna inviare una mail, farsi tracciare, indicare il luogo dove si intende creare disagio: “Organizzeremo così i blocchi a tempo indeterminato delle principali arterie”. “Fino a che il green pass non verrà ritirato definitivamente la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi”, si legge in un altro gruppo Telegram, in un comunicato firmato dagli esponenti di Forza Nuova Giuseppe Provenzale, Luca Castellini, Davide Pirillo, Stefano Saija.

Solo pochi giorni fa, dopo l’intervento della Procura di Torino – e su sollecitazione della stessa – il social aveva bloccato il gruppo “Basta dittatura”, dove erano partite minacce contro medici, politici e giornalisti che avevamo promosso l’uso del Pass. Sulla pagina – che contava 40mila iscritti – era partito anche l’invito a bloccare le stazioni, in vista dell’obbligo di esibire il documento di avvenuta vaccinazione o tampone negativo sui treni a lunga percorrenza. Un buco nell’acqua: all’appuntamento si presentarono solo poche decine di manifestanti in tutta Italia. Le agitazioni si dissolsero nel giro di poche ore, tra la delusione generale.

Si torna su Telegram, ma questa volta il tentativo va a segno. Morto un account se ne fa un altro e il “Basta dittatura” torna sotto forma di “Basta dittatura – proteste” (ora apparentemente di nuovo oscurato). Qui gli iscritti sono 9mila, circa un quarto della platea precedente. Su IoApro sono 13mila. Forza Nuova ne conta poco più di 2mila. Sono sufficienti a dar vita al tam tam, che sabato ha poi portato in piazza migliaia di persone. Eentre nelle piazze prendono vita le agitazioni, sui gruppi Telegram circolano le immagini delle proteste. Inneggiano a Giuliano Castellino, leader del movimento neofascista Forza Nuova, i manifestanti che hanno preso d’assalto la sede della Cgil, mostrano i filmati. “Ecco Castellino”, esclama in uno di questi un uomo alla vista del leader, in cima alle scale d’ingresso del palazzo del sindacato. E giù cori a favore di “Giuliano”. E’ presente anche Roberto Fiore, altro leader del movimento neofascista. Un piccolo cordone di polizia separa i manifestanti dall’ingresso, ancora pochi minuti e il corteo sfonderà la resistenza ed entrerà nella sede della Cgil. “Ecco le merde museruolati. I servi traditori di Cgil, leccaculi degli oligarchi”, scrivono i responsabili del gruppo Telegram Basta Dittatura – Proteste commentando una foto nella quale si vede Maurizio Landini, segretario generale del sindacato dei lavoratori, in compagnia di altre persone davanti alla sede della Cgil in Corso d’Italia, danneggiata dai no-Vax e dai no Green pass.

Forza Nuova non sembra intenzionata a fermarsi. Sono gli stessi membri del gruppo neofascista a scriverlo su Telegram. “Il regime è in difficoltà, la giornata romana di sabato fa da spartiacque tra vecchio e nuovo, ma media mainstream, questure e partiti del sistema non sono in grado di leggere i fatti, (perché non gli conviene e hanno paura) – scrivono in una comunicazione tra iscritti – e danno la croce addosso a un movimento politico che non rappresenta che una piccolissima componente delle centinaia di migliaia di italiani esasperati, perché minacciati nello stesso diritto elementare al lavoro e alla sopravvivenza, che hanno invaso prima piazza del Popolo e poi le strade del centro della Capitale per puntare ai palazzi dell’odiato potere”. Nella comunicazione – firmata da Giuseppe Provenzale, Luca Castellini, Davide Pirillo, Stefano Saija – si legge ancora: “Mesi di piazze pacifiche non hanno fermato l’attuazione accelerata del Great Reset, ora la musica è cambiata e il direttore d’orchestra e compositore è solo il popolo in lotta, costretto a difendersi dalla ferocia unanime di chi dovrebbe rappresentarlo, l’attacco alla Cgil rientra perfettamente in questo quadro analitico, che ha deciso di alzare il livello dello scontro. Da domani, dal 15 ottobre, e fino a che il Green pass non verrà ritirato definitivamente la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi”.

“Roma in pieno caos. Abbiamo occupato la Cgil, invasione in corso”, informava i seguaci su Telegram il gruppo #IoApro, nelle ore delle violenze. La musica non cambia, alla fine della manifestazione. L’obiettivo è andare avanti, finché le richieste non verranno accolte: “Ritirate il Green Pass per i lavoratori. Avete ancora 6 giorni per farlo. Se c’è da morire, da sacrificarsi per il popolo, moriremo. Qua non si tira indietro nessuno”.

(Huffpost)

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