19 Marzo, 2024
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Trasporti e mobilità a Roma: i programmi e le proposte dei candidati sindaco

I trasporti pubblici a Roma. La fotografia dell’agenzia capitolina sui servizi e le proposte dei competitor nella corsa al Campidoglio.

 

Le attese alle fermate sono lunghe, i mezzi sovraffollati, l’offerta di trasporto di superficie è diminuita, le alternative al ricorso al mezzo privato ancora non sono convincenti. E’ questa la fotografia del sistema di trasporto pubblico della Capitale. Le criticità di cui soffre Roma, sono state sintetizzate dall’A.Co.s. l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale. Un organismo autonomo, istituito dal Campidoglio nel 2002 proprio con l’obiettivo di migliorare l’offerta di servizi pubblici in città. Uno degli aspetti su cui l’agenzia concentra il proprio lavoro è quello legato ai trasporti.

La situazione dei trasporti a Roma

La premessa è che negli ultimi 6 anni, l’offerta in termini di vetture per km, è complessivamente diminuita sia per quanto riguarda il TPL di superficie che per le ferrovie. Se le vetture sono poche, inevitabilmente lo sono anche i posti offerti per ciascun chilometro. E questo, combinato con il traffico, comporta tempi lunghi di spostamento oltre che un considerevole affollamento sui pochi mezzi che transitano. Anche la velocità commerciale dei mezzi su gomma è peggiorata negli ultimi 6 anni, facendo registrare un passivo del 12%. Il numero di posti km per abitante, nello stesso arco temporale, è sceso del 28%. Ma mentre nella Capitale si registrano questi trend, a Milano l’offerta di posti km ha fatto segnare un significativo balzo in avanti, con una crescita del 5%.  A peggiorare il quadro contribuisce il fatto che una corsa su due di Atac, sempre secondo l’analisi fatta dall’A.Co.s., non rispetta le frequenze di passaggio. Lunghe attese alla fermata, quindi, a cui si associano i pochi posti a disposizione ed il conseguente sovraffollamento dei mezzi. In un quadro del genere gli utenti non possono ritenersi appagati. Infatti per il 34% degli utenti che hanno partecipato ad un’indagine dell’Acos, condotta su oltre 2000 fruitori del servizio, il trasporto pubblico locale così com’è non scoraggia il ricorso al mezzo previsto. E per una percentuale simile, il 38%, può rappresentare solo parzialmente una possibile alternativa al trasporto privato.

C’è un altro aspetto che emerge dal lavoro condotto dall’Agenzia capitolina che monitora i servizi pubblici: “un’importante carenza di governance da parte dei soggetti coinvolti, troppo numerosi e scarsamente coordinati fra loro”. Responsabilità e compiti che si sovrappongono, dalla programmazione al controllo, non contribuiscono a migliorare il quadro. Nel complesso la fotografia del trasporto pubblico romano fa quindi emergere la necessità di avere più mezzi, maggiori alternative di mobilità, ed anche una migliore gestione complessiva del servizio. In positivo ci sono poche cose da evidenziare, tra queste l’aumento dell’offerta metropolitana per l’apertura di stazione nella tratta B1 e della linea C.  Ma quali sono, a fronte delle criticità rilevate, le ricette messe in campo dai quattro principali candidati?

Il programma di Calenda

Carlo Calenda ha scelto di lavorare su un programma articolato su due dimensioni: gli interventi da realizzare nell’immediato e quelli che riguardano le opere più importanti, che vedranno la luce nei successivi 10 anni. Nell’immediato il leader di Azione ritiene si debba procedere ad effettuare la manutenzione dei binari dei tram ed una revisione dei treni metropolitani. Vuole comunque acquistarne altri 18 “con fondi già stanziati dal Governo”, e punta ad ammodernare le linee ferroviarie della Roma Nord e Roma lido “affinchè raggiungano la stessa frequenza delle metropolitane”. Calenda mira a sviluppare lo sharing dei mezzi, non solo delle bici, vuole rivedere il progetto della funivia di Casalotti mentre intende “accelerare quella di Villa Bonelli-Eur Magliana”.

Per quanto riguarda le opere di medi lungo periodo, Calenda  prevede di completare la tratta della linea C fino a piazza Venezia e di proseguire con la progettazione delle tratte Venezia-Farnesina-Grottarossa. Mira al prolungamento delle linee A, B e B1 fino al Gra e punta a riprendere il progetto della Linea D, da Talenti a Magliana. Nel programma trova spazio anche il completamento dell’anello ferroviario. Il tutto da realizzare in 10 anni e con un investimento stimato in 12 miliardi di euro.

Il programma sui trasporti di Carlo Calenda

Il programma di Gualtieri

Il tema della mobilità trova spazio anche nel programma di Roberto Gualtieri. Il candidato di centrosinistra ha promesso di presentare “nei primi 100 giorni almeno 20 lotti” per attuare un piano con “scadenze annuali e verificabili”. Al primo posto Gualtieri ha messo la nuova governance integrata del sistema della mobilità “che vedrà partnership con ASTRAL e COTRAL”. Il candidato di centrosinistra definisce “uno degli assi della nostra idea di servizio” anche la cosiddetta “cura del ferro”, declinata come “un sistema integrato di ferrovie, metropolitane e rete tranviaria con stazioni trasformate in hub dell’intermodalità”. Mira inoltre a “dare un nuovo ruolo a Taxi e NCC”,  ed annuncia l’intenzione di definire “nuove regole per la logistica urbana delle merci”, in modo da efficientare il settore, rendendolo compatibile con le necessità di movimento dei cittadini.

Il programma sui trasporti di Roberto Gualtieri

Il programma di Raggi

Nella parte legata alla mobilità, la sindaca ha posto al primo punto la “continuità realizzativa del PUMS”. Tra gli interventi promessi figura anche la trasformazione della Roma Lido in metro E fino a Fiumicino e la progettazione di una serie di prolungamenti metropolitani. In totale, entro il 2025, Raggi prevede di estendere l’ infrastruttura su ferro superando i 100 km. Il programma contempla anche l’individuazione di “Green deliveries”, ovvero degli HUB sul perimetro delle mura Aureliane da usare per incentivare le consegne con mezzi sostenibili di piccole dimensioni. Suò piano del trasporto pubblico Raggi prevede invece di inserire 150/200 nuovi bus all’anno e di potenziare del 10-15% il servizio di trasporto pubblico. Nel programma elettorale si fa inoltre riferimento alla creazione di una centrale unica della mobilità, in grado di fornire info sul traffico stradale con indicazione di percorsi alternativi.

(RomaToday)

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