16 Aprile, 2024
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Cosparge l’ex compagno con l’alcol e gli dà fuoco, non accettava la fine della relazione

L’uomo aveva riferito alla polizia di essere rimasto vittima dell’esplosione di una caldaia

Lo ha attirato in una stanza, lo ha cosparso di alcol etilico, gli ha dato fuoco con un accendino e poi se n’è andata di casa.

Vittima l’ex compagno che voleva chiudere la relazione. Fermata dalla Polizia di Stato una 38enne originaria dell’isola di Cuba. 

Secondo quanto si apprende l’uomo è arrivato al pronto soccorso dell’Ospedale di Anzio con delle gravi ustioni su tutto il corpo; lo stesso, accompagnato dalla fidanzata, prima di essere traferito nella terapia intensiva di un ospedale specializzato della capitale, ha dichiarato di essere rimasto vittima dell’esplosione della caldaia domestica della sua abitazione nel Comune neroniano.

Gli investigatori del locale commissariato, diretto da Andrea Sarnari, non hanno creduto all’incidente ed hanno avviato una serie di accertamenti. La caldaia è risultata perfettamente integra ed anche alcune testimonianze hanno escluso l’incidente.

Alla fine la vittima si è decisa a raccontare la verità: la compagna, cubana di 38 anni, non accettava la fine della loro relazione ed al culmine dell’ennesima lite, con uno stratagemma, lo ha fatto entrare in una stanzone dove gli ha buttato addosso dell’alcol a cui ha, subito dopo, dato fuoco usando un accendino.

La donna di origini caraibiche è poi fuggita di casa senza chiamare i soccorsi ed è tornata solo il mattino dopo. L’uomo era ancora lì; gravemente ustionato ma vivo. È stata lei stessa ad accompagnarlo al pronto soccorso.

Chiuso il cerchio delle indagini, condotte con il coordinamento del Sostituto Procuratore di Velletri dottor Taglialatela, la stessa Procura ha chiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale di Velletri dottor Picca, una misura cautelare per la donna.

Sono stati gli stessi agenti del commissariato Anzio/Nettuno a rintracciare la cubana; dopo la notifica dell’atto la stessa è stata accompagnata nel  carcere di Rebibbia.

(RomaToday)

 

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