17 Aprile, 2024
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                                                             GREEN PASS O LIFE PASS?

Uno Spazio per te: A cura della dr.ssa Rosaria Giagu psicologa, psiconcologa.

 

Stiamo attraversando un momento storico e sociale particolare: la conseguenza diretta legata all’esperienza della pandemia ha portato fin da subito, le persone a dividersi in due grandi schieramenti di pensiero: sulla scia fondamentalmente di chi è d’accordo con la campagna vaccinale e chi non lo è. Questo articolo vuole essere un invito alla riflessione , un modo per andare oltre lo status sociale, intellettuale e l’apparato di credenze che appartiene a ognuno di noi, per cercare di utilizzare la nostra capacità di condivisione, e non di divisione,  là dove esistano anche differenti interpretazioni dei fenomeni e delle esperienze. Andare oltre, significa stare in un ottica in cui si protegge noi e gli altri,  con il nostro comportamento e le nostre azioni per un bene comune:  Allora credo che uno dei primi punti da sviluppare possa essere la chiarezza concettuale:

La questione vaccini si, o vaccini no è l’espressione di un libero pensiero personale e inalienabile. L’intenzione che da questo ne deriva si distingue per caratteristiche e anche per consequenzialità: Intenzione è una parola composta da intento e azione. Un intento che diventa azione provoca necessariamente e naturalmente una conseguenza che investe non solo il nostro spazio, sacro e inviolabile di libero pensiero e di scelta, ma anche quello di chi ci sta vicino.

Che fare dunque in questo gioco dell’elastico in cui sembra non esista una via d’uscita?

Basterebbe sviluppare un poco di più la capacità di rispettare l’altro, come rispettiamo noi stessi, perché per quanto ne possiamo essere convinti non è scritto da nessuna parte che quello che pensiamo noi sia più giusto o più sbagliato di quello che pensano gli altri.

Anche la scienza si trova in difficoltà davanti a questo conflitto ideologico e di conoscenza e ciò pone anche in luce i limiti della nostra medicina, che ricordiamo si sviluppa comunque sempre in termini di ipotesi e probabilità, contempla l’errore e non può per natura del proprio paradigma di appartenenza dare una sicurezza del 100% su niente. L’assolutismo è dunque mal collegato alle discipline scientifiche,e anche  in qualsiasi altro contesto,  se non lo integriamo con il buon senso e un profondo rispetto per la vita. Si tratta , a mio avviso, di prendersi la responsabilità, ma di farlo consapevolmente e con tranquillità: esistono dunque, come ci insegna la statistica, degli indicatori a rischio che possono essere riconosciuti da tutte le persone di buon senso e mediamente connesse a un piano di realtà, al di là delle proprie convinzioni, piccole accortezze tra cui prima fra tutti la percezione di come stiamo noi, l’uso della mascherina, l’attenzione di un minimo di distanza e l’utilizzo di disinfettanti nel contatto.

La questione  dunque non verte sul fare o non fare delle cose, ma sul farlo responsabilmente, e sentire come l’adozione di queste semplici azioni ci possa mettere nella condizione di dire che stiamo facendo tutto il possibile per creare benessere intorno a noi: non è necessario condividere un pensiero, ma rispettarlo sarebbe una buona possibilità di “stare” in contatto con un benessere più grande del nostro, personale o familiare in un ottica collettiva. Mediare i nostri atteggiamenti e comportamenti in virtù e onore di chi è diverso da noi, significa avere una responsabilità civile, perché come dice il mio collega la diversità può rappresentare una ricchezza, se si rispettano gli spazi personali e i confini di ognuno di noi.

Andiamo oltre, poniamoci come obbiettivo una buona vita e il nostro life pass, sarà una porta magica che ci permette di cogliere con molta più consapevolezza le infinite possibilità di crescita che questo particolare tempo ci sta donando:  è gratuito e lo dobbiamo richiedere solo a noi stessi.

Rosaria Giagu

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