28 Marzo, 2024
spot_imgspot_img

Sul vaccino obbligatorio la Germania si divide (e la cancelliera Merkel tace)

L’ipotesi non viene esclusa in un contesto in cui aumentano i contagi, ma molti preferiscono puntare su limitazioni per i non vaccinati

Obbligo vaccinale no. Anzi sì, forse.  Anche la Germania si divide sull’ipotesi di un’immunizzazione imposta per legge ai cittadini. Ieri era stato il capo della cancelleria Helge Braun – considerato un fedelissimo di Angela Merkel – ad affermare che chi è vaccinato “avrà definitivamente più diritti di chi non lo è” e che in presenza di nuova grande ondata di contagi “coloro che rinunciano al vaccino dovranno forse prepararsi ad essere confrontati con nuove restrizioni”.

Diversa la posizione ufficiale del governo, di cui pure Braun fa parte: un obbligo vaccinale “non entrerà neanche dalla porta di servizio”, ha affermato la vice-portavoce Ulrike Demmer, “ma dovremo fare di tutto per impedire che si ripeta una situazione come quella che abbiamo visto la scorsa primavera”. In altre parole: se i contagi (la passata settimana i casi sono aumentati del 75%) continueranno ad aumentare ulteriormente, “dovremo mettere in atto ulteriori misure” per bloccare la pandemia.

Tuttavia, così sempre Demmer, “in questo contesto si dovrà riflettere sul fatto che i vaccinati e i guariti non contribuiranno più in maniera rilevante all’evoluzione delle infezioni”. L’obiettivo del governo, conclude la portavoce, rimane quello di “proteggere le persone e di scongiurare il sovraccarico del sistema sanitario tedesco”.

Non escluse limitazioni per i non vaccinati

Più netta la posizione della candidata alla cancelleria dei Verdi, Annalena Baerbock, che “non esclude” limitazioni per i non-vaccinati. “Ora la cosa più importante è di garantire ad ognuno un’offerta vaccinale”. Dopodiché bisognerà discutere del fatto che “in certi ambiti le persone che sono vaccinate potranno fare delle cose e altre no”. In termini non troppo dissimili si è espresso il presidente dell’Associazione medica mondiale, Frank Ulrich Montgomery: “Non c’è motivo di limitare i diritti fondamentali di vaccinati e immunizzati solo perché alcuni scettici si sfilano dalla vaccinazione”.

Contrario all’obbligo vaccinale è anche il candidato della Cdu/Csu alla successione di Angela Merkel, il governatore del Nord-Reno Vestfalia Armin Laschet: “Tamponati, guariti o vaccinati è un buon principio”, ha detto il capo dei cristiano-democratici tedeschi, secondo il quale è necessario “convincere” chi attualmente rifiuta il siero anti-Covid. “Se in autunno abbiamo un tasso di vaccinazione ancora troppo basso, dovremo rifletterci, ma non adesso”, ha concluso Laschet parlando con l’emittente Zdf.

Nessun obbligo nemmeno per il personale sanitario

A detta della ministra alla Giustizia Christine Lambrecht, un obbligo vaccinale “non è possibile”, rifiutando una tale opzione anche per categorie specifiche, come per esempio il personale sanitario. “In compenso, chi rifiuta il vaccino nelle case di cura oppure negli ospedali potrebbe essere sottoposto obbligatoriamente ai tamponi”, ha aggiunto Lambrecht, secondo la quale si può invece ragionare sul fatto che i non-vaccinati debbano pagare per i tamponi “affinché questo costo non debba pesare ancora sulla collettività”.

Sul tema è intervenuto anche Christian Lindner, il leader dell’Fdp, il partito liberale, secondo il quale la via dell’obbligo “non è giusta per la Germania, ma è chiaro che dobbiamo agire”. Contrario alla logica della “lotteria e della birra gratis” per indurre i tedeschi a vaccinarsi è il capogruppo della Linke Dietmar Bartsch, che chiede invece “regolamenti chiari e conformi alla Costituzione per chi è vaccinato e chi è guarito” dal coronavirus.

Eventi collettivi solo per i vaccinati

Cerca di tagliare corto il ministro all’Interno Horst Seehofer: “Io rispetto se qualcuno per motivi personali si decide contro la vaccinazione: tuttavia questa persona deve anche comprendere che dobbiamo proteggere la società nel suo insieme, e pertanto solo chi è vaccinato potrà essere ammesso a grandi eventi collettivi”. Significativamente, c’è solo una voce che ancora non si è sentita in questo dibattito: quella di Angela Merkel.

(Agi)

Ultimi articoli