20 Aprile, 2024
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Cartabia, a Santa Maria Capua Vetere “violenza a freddo”

La Guardasigilli in un’audizione alla Camera ha parlato di “uso smisurato e insensato della forza” nel carcere campano

“Dagli atti di indagine sembra che non si sia trattato di una reazione a rivolte, ma di violenza a freddo“. La Guardasigilli Marta Cartabia, ha riferito con una informativa alla Camera sui fatti avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove dei video relativi al 6 aprile del 2020 hanno documentato delle violenze a carico dei detenuti. La ministra della Giustizia ha parlato di un “uso smisurato e insensato della forza”.

Per la Cartabia “i fatti reclamano indagini ampie, affinché si conosca quanto accaduto in tutti i penitenziari nell’ultimo anno dove la pandemia ha esasperato tutti”. Al Dipartimento dell’Amministrazione Pentitenziaria, ha sottolineato la ministra, “abbiamo costituito una Commissione ispettiva interna che visiterà tutti gli istituti che sono stati interessati dalle proteste”. Perché l’uso della forza da parte di chi legittimamente lo detiene,” sia sempre strumento di difesa dei più deboli, mai aggressione, violenza o sopruso”.

La ministra ha ricordato la vista della scorsa settimana nell’istituto di pena assieme al premier. “Quanto siamo arrivati a Santa Maria Capua Vetere – ha aggiunto – il presidente Draghi ha detto ‘questa è una sconfitta per tutti’: è così, al di là delle singole responsabilità penali, è qualcosa che ci interessa tutti”. Poi la Guardasigilli ha ammonito: “Il carcere è lo specchio della nostra società. Ed è un pezzo di Repubblica, che non possiamo rimuovere dallo sguardo e dalle coscienze”.

Per questo motivo, a suo giudizio: “Le violenze e le umiliazioni inflitte ai detenuti a Santa Maria Capua Vetere recano una ferita gravissima alla dignità della persona, pietra angolare della nostra convivenza civile, come chiede la Costituzione, nata dalla storia di un popolo che ha conosciuto il disprezzo del valore della persona e si pone a scudo e difesa di tutti, specie di chi si trova in posizione di maggiore vulnerabilità”.

(Agi)

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