20 Aprile, 2024
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Il calo della differenziata smaschera il Comune che dà la colpa alla Regione. I dati lo smentiscono

La raccolta differenziata è ferma al palo mentre nel resto della regione cresce in maniera esponenziale

Sulla raccolta differenziata Roma è il fanalino di coda della Regione Lazio. Non solo. Anche nei confronti del resto del paese, la performance della Capitale sconta un grave ritardo.

I numeri sulla raccolta differenziata

I dati dell’Ispra sulla percentuale della raccolta differenziata, nel periodo intercorso tra il 2015 ed il 2019, evidenziano un trend di crescita estremamente contenuto a Roma. I dati più recenti poi,  raccolti dal sistema di gestione O.R.SO.(osservatorio rifiuti sovraregionale) attestano anche un regresso. Nel 2020 la differenziata, com’è stato comunicato anche al MiTE, è infatti scesa passando dal 45,2% del 2019 al 43,8%. Un dato sostanzialmente analogo a quello del 2018. Signifca aver azzerato anche quel lieve miglioramento che, negli ultimi anni, era stato registrato.

Il Comune dà colpa alla Regione

Il Campidoglio però scarica le responsabilità sulla Regione. “Le criticità che si registrano in questi giorni nella città di Roma sono esclusivamente legate alla cronica carenza di impianti di smaltimento (discariche) all’interno del Lazio. Carenza che fa rallentare anche la raccolta differenziata” ha dichiarato l’assessora capitolina ai rifiuti Katia Ziantoni. “Gli impianti di trattamento, infatti per assenza di sbocchi in discarica e indagini che continuano a coinvolgere le autorizzazioni rilasciate dalla Regione Lazio, ricevono meno rifiuti. Questo ha due effetti: la raccolta non è regolare, i mezzi AMA restano pieni e quando saltano i giri inevitabilmente si creano cumuli di rifiuti che fanno crescere la frazione indifferenziata”.

I dati forniti dal Campidoglio

“Le cicliche crisi della Regione Lazio impediscono da anni la necessaria pianificazione e la corretta gestione del ciclo dei rifiuti – ha aggiunto l’assessora Ziantoni – Ciononostante, ancora oggi, alcuni importanti membri della giunta regionale attaccano Roma sulla percentuale di raccolta differenziata che comunque è superiore alle grandi Capitali europee (Roma sta al 47%).  A dirlo non siamo soltanto noi, ma i dati. L’ultimo rapporto Rifiuti Urbani dell’ISPRA, pubblicato nel 2020, fotografa una situazione impiantistica più che disastrosa per quanto riguarda la nostra regione. A partire dalle discariche che, nel 2019 (dato di riferimento di Ispra), erano 5 e che, oggi, sono drasticamente diminuite lasciando in attivo soltanto 2 siti (di cui uno si avvia alla chiusura)”.

La percentuale dell’ ISPRA smentisce il Campidoglio

I dati dell’ISPRA, come accennato, si fermano al 2019. Ma non confermano la percentuale di raccolta rifiuti del 47% che è stata citata dall’assessora Ziantoni. Tra l’altro nell’arco temporale in esame testimoniano un modesto incremento della raccolta differenziata in città che nel 2019 raggiunge il 45,22%. Inoltre, la stessa indagine, evidenzia la crescita nelle altre città della regione che sono passate dal 35,9 al 59,4%. Un balzo in avanti che ha permesso di staccare la Capitale, che nel 2015 era in vantaggio nella percentuale della raccolta differenziata, e che oggi sconta un ritardo di 15 punti percentuali. Anche di più se si tengono in considerazione i dati dell’Osservatorio sovraregionale. Il ritardo è ancora più evidente nel resto del paese dove, secondo l’ISPRA, nel 2019 la differenziata superava il 61%.

Il ritardo della Capitale

“La raccolta differenziata cresce in tutti i Comuni del Lazio, tranne che a Roma: negli ultimi cinque anni la differenziata media regionale è passata dal 32% al 51,6% con un incremento annuo di quasi 4 punti percentuali e senza il dato negativo di Roma è superiore al 60% – ha commentato l’assessore regionale ai Rifiuti Massimiliano Valeriani –  Si continua a cercare un colpevole e a scaricare il proprio fallimento sulle altre comunità del Lazio, piuttosto che assumersi la responsabilità di affrontare e risolvere la gestione dei rifiuti secondo principi di autosufficienza e prossimità”.

Le difficoltà di Ama

Per l’assessore regionale le responsabilità vanno ricercate nella gestione dell’Ama. “È dalla crisi industriale dell’azienda municipalizzata che inizia la riduzione della raccolta differenziata, la diminuzione del servizio porta a porta e l’aumento dei rifiuti sulle strade. Una crisi che il Campidoglio ha aggravato con la nomina di 8 manager e 4 assessori in cinque anni, creando confusione e minando la continuità gestionale. Con bilanci non approvati per molti anni, impedendo all’azienda di investire su mezzi e impianti”. Il risultato è che “L’Ama attualmente tratta appena il 12% di tutti i rifiuti di Roma, contro il 35% che lavorava fino al 2018” ha ricordato Valeriani, ed “il motivo è la carenza e la vecchiaia del parco mezzi, la mancanza di impianti e di stazioni di trasferenza, visto che può disporre solo del Tmb di Rocca Cencia, che viene utilizzato anche alla metà della capacità autorizzata e il Comune di Roma vuole chiudere senza avere un’alternativa”.

Caos rifiuti a Roma

Intanto la città continua a fare i conti con la presenza dei rifiuti nelle strade. Con i cassonetti incendiati e la protesta dei romani, esasperati per una condizione che non sembra migliorare. Tutte questioni che verranno affrontate, insieme alla gestione dell’Ama, in una seduta di consiglio straordinario che l’Assemblea capitolina ha calendarizzato nel pomeriggio del 14 luglio.

(RomaToday)

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