19 Aprile, 2024
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Kim “troppo dimagrito”, tornano i timori in Corea del Nord

Il fisico del leader ha destato perplessità persino tra i residenti di Pyongyang che ai media statali lo hanno definito “emaciato”. I nuovi dubbi sono alimentati anche dal diradamento delle sue apparizioni pubbliche

Lo stato di salute di Kim Jong-un torna a destare perplessità sul futuro della Corea del Nord. Un Kim visibilmente dimagrito è apparso sui media del regime il mese scorso, quando il Partito dei Lavoratori di cui è al vertice si è riunito in sessione plenaria.

Il regime si è chiuso a riccio, sigillando i confini dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19, e percepire i cambiamenti degli assetti che lo regolano è diventato ancora più complicato per gli analisti della scena di Pyongyang, ma il dimagrimento del leader ha destato perplessità anche tra gli stessi residenti della capitale nord-coreana, che ai media statali lo hanno definito “emaciato” nei giorni scorsi.

Dall’esterno, le analisi si dividono su due filoni principali: se il dimagrimento fosse il segnale di una maggiore attenzione verso la propria salute, sul piano politico si potrebbe tradurre in una “maggiore prevedibilità” del regime nei confronti gli attori regionali e per gli Stati Uniti; se la perdita di peso fosse, invece, il segnale di un deterioramento delle condizioni del giovane dittatore porrebbe forti dubbi sulla sua eventuale successione al vertice del partito e dello Stato, in assenza di un delfino.

Nel valutare le condizioni di Kim, il fumo eccessivo, il consumo di alcol e una dieta inappropriata – che lo hanno portato a sfiorare i 140 chilogrammi di peso – si mescolano con i noti problemi di salute che scuotono la sua famiglia da generazioni, come il diabete e i disturbi cardiaci.

I nuovi timori sono alimentati anche dal diradamento delle apparizioni pubbliche del leader nord-coreano, assenze che nell’ultimo anno hanno dato adito a forti speculazioni, alcune delle quali lo volevano addirittura in fin di vita. Oltre all’evidente perdita di peso del leader, il clima all’interno del Paese appare lontano dal definirsi roseo. Lo stesso Kim ha lanciato l’allarme per una “situazione tesa” sul piano alimentare, in conseguenza, probabilmente, anche del crollo degli scambi con la Cina dopo lo scoppio dell’epidemia a Wuhan.

Il Covid ‘assente’ nel Paese

Lo scenario appare complicato anche sul piano del contenimento del Covid-19, di cui ufficialmente non c’è traccia in Corea del Nord, dato di cui tutti dubitano fortemente: proprio nei giorni scorsi sono saltate le poltrone di alcuni alti funzionari per un non meglio specificato “grave incidente” relativo alla pandemia.

I segnali che arrivano da Pyongyang, avvertono gli esperti potrebbero, però, essere, in qualche modo, fuorvianti: dopo che i nord-coreani hanno cominciato a parlare dello stato di salute del leader – spiega al Financial Times Rachel Lee, ex analista della scena nord-coreana per il governo Usa – le autorità del Paese hanno colto l’occasione per sfruttare la nuova immagine del dittatore, sottolineando “i sacrifici e il duro lavoro” di Kim per il suo popolo.

Una nuova gestione del potere

Questo particolare rifletterebbe il cambiamento di stile nella leadership inaugurato da Kim, che prevede anche il riconoscimento di alcune debolezze ed errori, e che ha comportato un aumento della trasparenza rispetto al passato.

Il rischio, in sostanza, è quello che eccessive speculazioni possano generare un “falso allarme” sulla tenuta del regime. Per cercare di capire lo stato attuale del Paese, e della sua leadership, non resta altro che affidarsi alle percezioni dell’intelligence.

Secondo quanto filtra da Seul, Kim ha istituito il posto di “primo segretario” del Partito dei Lavoratori. La nuova carica servirebbe a spianare la strada alla designazione di un de facto numero 2 nell’organigramma del partito al potere in Corea del Nord, e il nuovo ruolo sarebbe stato affidato a uno stretto alleato del giovane dittatore: Jo Yong-won, membro del Politburo, l’ufficio politico del partito.

Kim non sembrerebbe, però, intenzionato ad abbandonare la scena: sempre secondo quanto emerge dagli ambienti diplomatici di Seul, il leader nord-coreano avrebbe intrattenuto una corrispondenza con Moon Jae-in a cavallo del summit con il presidente Usa, Joe Biden, e dai leader delle due Coree sarebbe emersa l’ipotesi di un nuovo summit.

L’incontro riaprirebbe il dialogo dopo il congelamento dei rapporti sul fallimento dei negoziati con gli Usa per l’abbandono delle armi nucleari. Pur apparendo lontana come ipotesi – considerato anche il fatto che il mandato presidenziale di Moon scadrà l’anno prossimo – alcuni esperti hanno percepito di recente un ammorbidimento di Pyongyang, e hanno fatto notare che le critiche verso la Corea del Sud e il suo presidente si sono attenuate nelle ultime settimane.

(Agi)

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