19 Aprile, 2024
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Roma lercia per Ziantoni è un complotto: “Lasciano i rifiuti in strada perché hanno paura che Raggi vinca di nuovo”

L’assessora ai rifiuti: “Stanno volutamente lasciando i rifiuti in strada, tenendo in ostaggio Roma e i suoi cittadini”

Nella giornata che segna l’ulteriore strappo tra Virginia Raggi e il mondo delle istituzioni impegnato nel trovare soluzioni all’emergenza rifiuti, arriva l’ulteriore conferma di una narrazione della giunta finalizzata a discolpare l’amministrazione grillina e chi la guida. E’ l’assessora ai rifiuti Katia Ziantoni ad evocare il complotto, con parole chiarissime.

“Hanno paura che Virginia Raggi vinca di nuovo. E per questo stanno volutamente lasciando i rifiuti in strada, tenendo in ostaggio Roma e i suoi cittadini”, scrive la responsabile capitolina dei rifiuti. Ziantoni continua: “Dopo gli arresti della ex dirigente regionale del ciclo dei rifiuti, il sistema regionale, già precario, è andato in crisi e a pagarne le spese sono la Capitale ed i suoi cittadini”.

La spregiudicata narrazione di Virginia Raggi sull’emergenza rifiuti

Quindi, uscendo dal complotto, l’ex assessora di Tor Bella Monaca promossa in Campidoglio spiega la scelta della sindaca della città metropolitana di firmare un’ordinanza per riaprire la discarica di Albano: “Già nel tavolo tecnico di oggi avevamo fatto presente al Prefetto che la ridotta capacità di trattamento degli impianti è legata all’assenza di sbocchi nelle discariche laziali e alle difficoltà tecniche ed economiche di avviare accordi fuori Regione. Le ipotesi di Roccasecca ed Albano, infatti erano già al vaglio degli Enti convocati presso il Ministero della Transizione ecologica. La stessa discarica di Civitavecchia esaurirà le volumetrie residue nel mese di agosto. Così un piano regionale dei rifiuti basato sullo smaltimento in discarica rimane con un solo impianto in tutta la Regione, quello di Viterbo”.

Katia Ziantoni, l’assessora ai rifiuti che dice no a tutto: l’arma di Raggi per riconquistare il VI municipio

Ziantoni difende Raggi e attacca l’assessore Valeriani: “Virginia Raggi, come Sindaca della Città metropolitana interviene ora per l’inerzia della Regione Lazio e per l’inadeguatezza del suo piano dei rifiuti. Ricordiamo a Valeriani che nessuna Provincia è autonoma, così come non è autonomo alcun Comune. Il suo piano regionale, tra l’altro, prevedeva 36 mesi dall’adozione, avvenuta ad agosto del 2020, per raggiungere l’autosufficienza degli ATO, ovvero degli ambiti provinciali. Ma questi organismi, dopo più di 20 anni, non sono mai stati neppure previsti”.

La Ziantoni risponde direttamente a Valeriani che qualche ora prima aveva attaccato dicendo che “la Sindaca Raggi ha rilasciato dichiarazioni assurde sull’emergenza rifiuti, annunciando provvedimenti non comunicati alla riunione in Prefettura. Ennesimo segnale della drammatica confusione e approssimazione che regna in Campidoglio”. Valeriani spiega che “l’amministrazione comunale in questi 5 anni non ha compiuto alcuna scelta che servisse a risolvere davvero la questione rifiuti, rifiutandosi di adempiere alle proprie competenze stabilite per legge. Il risultato è una città piena di rifiuti e una tassa, che pesa sulle tasche dei romani, tra le più alte in Italia a causa della necessità di conferire i rifiuti altrove, visto che Roma, la capitale d’Italia, non è autosufficiente. Senza contare la raccolta differenziata ferma da anni al 45%. Anche questa volta la Regione Lazio si assumerà le sue responsabilità accogliendo la richiesta unanime dei partecipanti alla riunione istituzionale di prorogare l’ordinanza che prevede il conferimento dei rifiuti romani nella discarica di Viterbo. Ora la Raggi dimostri di essere sindaco e individui i siti sul territorio comunale dove realizzare gli impianti necessari alla chiusura del ciclo dei rifiuti”.

(RomaToday)

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Più in fondo di così in effetti non si potrebbe andare.

Si evoca un complotto contro la Raggi, organizzato da non si sa chi, che vede un esercito assoldato al fine di distribuire rifiuti per le strade di Roma: non si sa se c’è da ridere oppure da piangere

L’agone

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