29 Marzo, 2024
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La spregiudicata narrazione di Virginia Raggi sull’emergenza rifiuti

“I rifiuti a Roma? Sono infuriata”. Virginia Raggi, da un anno in permanente campagna elettorale, si smarca completamente dall’emergenza spazzatura di Roma.

Sceglie la strada del “non è colpa mia”, mettendo da parte, senza colpo ferire, anni di promesse, progetti, fallimenti. B

ugie e omissioni per una narrazione spregiudicata da dare in mano ai suoi follower per discolparsi dal più evidente fallimento della sua gestione.

Una narrazione che punta a raccontare come la Regione non mette a disposizione le discariche e che se sinora le cose non hanno funzionato a Roma è per colpa di un buco in bilancio di Ama che Raggi ha abilmente trovato. Ancora: che ora gli impianti si possono fare (e si faranno) perché i conti sono in ordine e che adesso Ama funziona per via di quest’azione.

Un racconto che mente ed omette in maniera consapevole e spregiudicata, in spregio di ogni onestà intelettuale e di rispetto verso il proprio elettore. Uno storytelling che disconosce i proprio validi programmi elettorali e che legittima inversioni ad U sul tema rifiuti difficilmente perdonabili da un elettorato che ha fatto dell’ambiente e della sostenibilità una delle proprie stelle e da un partito, il M5s, che è al potere puntando tutto sulla transizione ecologica.

“Virginia era carica, ha parlato per un’ora e finalmente ci ha chiarito le responsabilità sui rifiuti che sono tutte della regione”, racconta uno degli attivisti presenti alla cena elettorale di 10 giorni fa ad Ostia Antica. In effetti Raggi ha parlato e ha narrato, ma ha omesso, e tanto. E’ partita dal 2013, dalla chiusura di Malagrotta e dalla mancata apertura di una discarica di servizio (non aperta per le proteste degli abitanti di Falcognana). E’ passata poi alla sua elezione, tralasciando un primo passaggio fondamentale: durante la sua campagna elettorale lei e tutto il Movimento Cinque stelle hanno portato avanti il progetto rifiuti zero, trovando al proprio fianco tutte le associazioni di cittadini che si battono sul tema.

Ed anche eletta, dopo la brevissima parentesi Paola Muraro, i rifiuti zero sono stati legittimamente il faro. Lo raccontano i post su facebook della sindaca. Post in cui i rifiuti non erano più rifiuti, ma “materiali post consumo”, in cui si diceva che non servivano impianti e discariche, in cui si raccontava che la differenziata avrebbe raggiunto nel 2021, cioè oggi, il 70%. E che Ama, dall’aumento di questa differenziata, avrebbe addirittura guadagnato.

I post sono lì, sono firmati Virginia Raggi, e sono la rappresentazione plastica delle bugie e dei fallimenti dell’attuale sindaca. Ad uso e consumo di chi crede che siamo “i soliti giornalisti che attaccano Raggi”, vi riportiamo i link per poter leggere le promesse.

Nel frattempo però le associazioni che l’avevano votata l’hanno scaricata e la critica giornalistica faceva notare come quel piano fosse difficile, per non dire impossibile, da realizzare. Per la sindaca e per la sua amministrazione però andava tutto bene e i risultati sarebbero arrivati. L’immondizia neanche puzzava, tanto che non si sentivano neanche i miasmi provenire dal Tmb Salario.

Promesse cadute nel vuoto perché della politica rifiuti zero, oggi, non vi è traccia. La differenziata è al 46%, lontanissima dalle quote promesse. E non è un passaggio secondario. Sì, perché se è vero che la regione ha le sue colpe (in particolare il ritardo nell’approvazione del piano rifiuti, ndr), è altrettanto vero che questi passaggi dimostrano come la frase pronunciata ieri da Virginia Raggi su RaiUno rappresenti una bugia: “Io da subito ho lavorato, ho messo in luce un debito da 250 milioni di euro…”. Non è vero. E non lo diciamo noi, ma lei. E’ lei a dire nel tempo che investe per far funzionare la sua idea di differenziata. E lei che dice che grazie all’aumento della differenziata diminuirà la Tari e non serviranno impianti.  E lei a dire che dalla differenziata aumentata Ama guadagnerà. E sono i fatti e i numeri a dire oggi, 2021, che il 70% annunciato è una chimera.

Da subito quindi non si è lavorato per trovare il buco nei bilanci Ama, ma si è lavorato affinché le promesse elettorali, rifiuti zero, potessero essere mantenute. Peccato però che il piano proposto fosse evidentemente sbagliato.

E se Ama non ha funzionato in questi anni è anche perché (e qui l’ulteriore omissione della narrazione della sindaca sui rifiuti) lei ha avvicendato 5 diversi amministratori delegati, tutti di comprovata fede grillina. Inoltre da febbraio 2019 (data delle dimissioni di Pinuccia Montanari) fino a settembre 2020, Roma non ha avuto un assessore ai rifiuti: la delega è rimasta in capo a Raggi che nel frattempo ha disconosciuto tutto il lavoro fatto dalla sua assessora. Oggi Katia Ziantoni, la nuova responsabile dei rifiuti capitolini, può dichiarare tranquillamente che “per far aumentare la differenziata non basta scrivere numeri alti, ma prevedere investimenti”. Chi ha previsto numeri alti? L’amministrazione Raggi. Chi non ha fatto investimenti? L’amministrazione Raggi. A chi rivolge le sue critiche l’assessora Katia Ziantoni? All’amministrazione Raggi.

Pinuccia Montanari, va detto, non è una qualunque: è amica strettissima di Beppe Grillo, una sua protetta, definita dall’Elevato “un’eroina”. All’indomani delle sue dimissioni, per salvare l’idea di “zero responsabilità” in carico a Raggi, è stata scaricata così, senza colpo ferire, perché incapace di risolvere il problema. Il tutto mentre diventava un utile capro espiatorio da immolare per raccontare che “era colpa sua non di Raggi”.

Ed è in piena campagna elettorale che la Raggi inventa la narrazione del buco dell’Ama che lei dice di aver trovato subito (lo ha detto ieri su RaiUno), ma che è stato annunciato solo a marzo 2021. Un buco legato alla vicenda del Centro Carni che è stato ceduto ad Ama nel 2010 e ipervalutato in diversi bilanci di Ama per via di un progetto urbanistico mai realizzato. Durante la conferenza stampa di presentazione di questo bilancio, l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori dichiara: “Questo problema del centro Carni era noto a tutti da anni. Lo trovate su tutti i siti dei comitati” [qui il video la frase è al minuto 54.40]. Era noto, ma solo dopo 4 anni e mezzo di consiliatura si è intervenuti, definendolo buco. Un buco che però diventa funzionale a dire che se finora le cose non hanno funzionato è appunto per colpa di questa falla in bilancio.

Ed Ama, secondo Raggi, oggi è ripartita. “Adesso che abbiamo sistemato il debito, stiamo assumendo nuovi spazzini, stiamo comprando nuovi cassonetti e nuovi impianti. Se Ama avesse avuto i conti in ordine sono cose che si potevano fare da subito”. I nuovi impianti sono ancora alla fase progettuale. Casal Selce e Cesano, dove sorgeranno impianti di compostaggio, sorgeranno se va bene nel 2023. I due tmb, uno da acquistare e uno da costruire, non facevano minimamente parte del piano rifiuti della sindaca Raggi. Come non faceva parte del piano rifiuti una discarica, che Raggi ha indicato, salvo poi ritirare la delibera solo allo scoppio dell’inchiesta che ha portato agli arresti di Lozza e Tosini, disinteressandosi completamente delle proteste dei cittadini e della sua stessa maggioranza in consiglio comunale.

Discarica che Ama nel frattempo ha messo nel suo piano ma che oggi il Comune ha cancellato e non vuole più indicare. Nel frattempo però la colpa è della Regione che ha chiuso Colleferro e Roccasecca e nel frattempo i romani pagano milioni di euro per portare rifiuti in impianti fuori regione che, come tutti gli impianti, vanno in manutenzione, provocando i problemi di questi giorni.

Così Raggi è infuriata e chi lavora per lei, Federica Angeli, adombra lo spettro del complotto contro la sindaca. Ovviamente su facebook, omettendo quanto fatto (e fallito) in questi anni. Perché ai follower non non vanno date informazioni corrette e complete, vanno date armi per poter dire che non è mai colpa di Raggi ed è sempre colpa di qualcun altro.

(RomaToday)

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