“L’Amministratore di Talete SpA. ha aumentato le tariffe dell’acqua imponendo le “partite pregresse” incrementi cioè con effetto retroattivo sulle bollette già pagate” afferma Solange Manfredi coordinatrice regionale del Movimentoblu e consigliere Comune di Acquapendente .
“Per i Tribunali sono illegittime, per i cittadini sono crudeli – continua – Teorizza l’assenza di norme necessarie a dar seguito al referendum. Se il referendum abrogativo avesse generato un vuoto normativo, la Corte costituzionale non l’avrebbe autorizzato. Ed infatti, a seguito del referendum, come confermato anche dalla Suprema Corte, per fare l’acqua pubblica non c’è bisogno di nessuna legge, né nazionale, né regionale.
E se questo non si sa, abbiamo un problema. Era il 1600 quando De Luca sottolineava come governanti e classe dirigente dovessero conoscere e rispettare il diritto per tutelare i cittadini ed il bene comune. Ora si parla di spendere 300 milioni di euro del Recovery fund relativo a dighe e invasi per risolvere il problema dell’arsenico nell’acqua, ma nessun documento pare consultabile.
Sulla stampa si susseguono dichiarazioni in cui si parla di soldi, soldi, e ancora soldi, ma dei diritti dei cittadini chi se ne occupa? Sono mai stati consultati? Eppure, le Convenzioni internazionali richiedono la partecipazione democratica dei cittadini, la condivisione delle scelte con i territori, cosa ritenuta addirittura necessaria dalle Nazioni Unite. “È triste e immorale imporre ai cittadini di sborsare soldi non dovuti, dare informazioni inesatte o incomplete così da rendere difficile l’esercizio dei propri diritti”.
La scelta se fare l’acqua pubblica o no è una decisione politica – sottolinea la coordinatrice – non è l’amministratore di Talete che deve decidere, ma i sindaci. “E la privatizzazione di Talete non è solo un’ipotesi sono già pervenute tre offerte di acquisto del 40%, le operazioni di dismissione sono in atto. Sono scelte scellerate che pagheranno i nostri figli”.
(Viterbonews24)