20 Aprile, 2024
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Roma, sul Tevere le barriere che salvano il mare dai rifiuti

Una tecnologia innovativa per l’intercettazione delle plastiche è in sperimentazione sul fiume capitolino fino al 20 giugno. L’occasione è l'”Expo plastic free”, per la cura dell’ambiente marino.

Si chiamano “Blue barriers” e il loro scopo è fermare la plastica che scorre nei fiumi prima che arrivi ad inquinare il mare. E sembra davvero che ci riescano. Per chi fosse curioso del loro funzionamento, basta affacciarsi in questi giorni sul Tevere, dalle zone centrali di ponte Sisto e di ponte Giuseppe Mazzini. Oppure anche scendere lungo le sponde del fiume capitolino. Tra i ciclisti e qualche timido pescatore, spicca vicino alle arcate la barriera blu, con le boe e una rete. Il galleggiante, posizionato obliquamente lungo la riva, è in plastica per non avere effetti sull’ecosistema fluviale e si ancora sotto la superficie con cavi d’acciaio. I rifiuti vengono intercettati e raccolti tra l’istallazione e il bordo, pulendo le acque. Ma Roma è solo una tappa.

Il sogno dei due giovani ingegneri italiani che hanno ideato le barriere galleggianti nel 2014, Fabio Dalmonte e Mauro Nardocci, è quello di esportare l’invenzione in tutto il mondo. Una buona pratica, quella della raccolta delle plastiche nei fiumi, che può supportare i Paesi più inquinati anche attraverso la spinta al riutilizzo dei rifiuti, in un’ottica di economia circolare. «Le barriere inoltre – ha spiegato Dalmonte, fondatore della startup SEADS (Sea Defence Solutions) per lo sviluppo delle tecniche di salvaguardia degli oceani – sono adatte a tutti i fiumi, resistono a tutte le condizioni ambientali e non hanno impatto sulla navigazione».

Le Blue barriers sono fra i protagonisti dell’edizione 2021 di EXPO Rotary Plastic Free water, in programma dal 18 al 20 giugno, lungo il fiume Tevere. L’iniziativa ha come obiettivo quello di “adottare il fiume”, per sensibilizzare giovani e adulti sul problema dell’inquinamento e informare sulle tecniche per la salvaguardia dell’ambiente marino. Questo perché circa l’80% delle plastiche e microplastiche che finiscono nei mari proviene da acque fluviali non curate. La tre giorni è stata ideata dal Rotary Club Roma Foro Italico, in collaborazione con la Regione Lazio, la Fondazione per lo sviluppo Sostenibile, aziende e startup come SEADS e Castalia. Nella mattinata di domani, per la chiusura dell’evento, è previsto nei locali dell’associazione Marevivo (Lungotevere Arnaldo da Brescia) un incontro sul tema dell’economia circolare e sul ruolo delle startup nella valorizzazione del rifiuto come risorsa.

(Avvenire)

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