20 Aprile, 2024
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Morto operaio in una fonderia,  è la sesta  vittima lombarda a maggio

Le principali sigle sindacali hanno dato vita a un presidio sotto la Regione per chiedere interventi più efficaci alla politica 

Ottavo morto sul lavoro in Lombardia nel solo mese di maggio. La vittima è Vasile N., un operaio di 55 anni che ha perso la vita nella fonderia di Torbole Casaglia, nel Bresciano.

Stando a una prima ricostruzione del 118, stava pulendo un condotto intorno alle 14 quando è precipitato da un’altezza di dieci metri morendo sul colpo. I colleghi hanno chiamato i soccorsi ma ai sanitari non è rimasto che constatare il decesso. Tre giorni fa, erano morti nel Pavese due operai uccisi da una nube di gas in una ditta che si occupa della raccolta e della lavorazione di sottoprodotti della macellazione.

Per i sindacati “la politica deve prendersi le sue responsabilità”

Proprio oggi Cgil, Cisl e Uil hanno dato vita a un presidio sotto Palazzo Lombardia, sede della giunta regionale, chiedendo interventi più efficaci per fermare la catena di vittime “otto solo nel mese di maggio”.

Per Alessandro Pagano, segretario generale Cgil Lombardia “serve volontà politica per garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Le risorse ci sono, le dichiarazioni anche, ma i ritardi si accumulano e continuiamo a contare i morti. La politica deve prendersi le sue responsabilità mettendo gli investimenti in sicurezza al primo posto. Poi c’è il tema dell’organizzazione del lavoro che sta in capo alle imprese. I datori di lavoro devono garantire tutte le misure necessarie all’incolumità di lavoratrici e lavoratori all’interno dei processi produttivi. Gli infortuni sul lavoro non sono fatalità ma hanno responsabilità precise. Le persone devono poter andare al lavoro sapendo che è tutto in ordine e organizzato per impedire qualsiasi tipo di infortunio”.

Ugo Duci, segretario generale della Cisl Lombardia, ha poi sottolineato: “Ormai assistiamo ad una strage quotidiana. Questa Regione deve smetterla di prendere impegni, di fare promesse e non realizzare niente di quel che servirebbe per evitare questa strage. Servono 800 ispettori , professionisti della prevenzione e dei controlli. Perché senza i controlli e le verifiche in tante in tante aziende la sicurezza viene messa sotto il tappeto. Noi noi siamo certo contro il profitto delle imprese, ma le persone, le donne, gli uomini, la salute e la vita devono venire sempre prima di ogni profitto”.

Danilo Margaritella, segretario generale Uil Lombardia, ha osservato che “a morire sono i lavoratori più umili: operai, facchini, muratori, braccianti” e occorre che “venga restituita operatività̀ ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza, si rafforzi il sistema dei controlli e l’attività̀ ispettiva nei luoghi di lavoro, e venga fatta una formazione vera”.

(Agi)

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