29 Marzo, 2024
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Confindustria punta il dito contro Orlando: “Ci ha teso un’imboscata”

Ha parlato Carlo Bonomi che ha attaccato il ministro del lavoro sulla proroga dei licenziamenti a fine agosto. Landini (Cgil): “Per noi la partita sul blocco dei licenziamenti non è chiusa”

 

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha puntato il dito contro il ministro del Lavoro Andrea Orlando in un’intervista al Messaggero sulla questione della proroga del blocco dei licenziamenti a fine agosto.
“La dimensione di quanto accaduto l’ha data con grande onestà intellettuale il sottosegretario al Lavoro, Tiziana Nisini, che ha parlato di un’imboscata. Non lo dice solo Confindustria, ma anche un rappresentante del governo. Più chiaro di così”.
Ha poi continuato: “Avevamo incontrato il ministro ed era stato trovato un accordo per prorogare il blocco al 30 giugno. Poi ci siamo trovati di fronte a un cambio di metodo inaspettato e inaccettabile”.
Protesta sull’altro fronte della barricata anche Maurizio Landini: “Per noi la partita sul blocco dei licenziamenti non è chiusa” ha detto il segretario generale della Cgil, a Forrest su Rai Radio 1.
Secondo Landini, c’è il rischio che dal primo luglio vi saranno migliaia di persone senza lavoro e questo perché il Governo ha “ascoltato un po’ troppo Confindustria”.
Il confronto tra Governo e parti sociali, spiega Landini, è avvenuto 20-30 giorni fa e si erano registrate posizioni diverse, con Confindustria contraria, Confapi che aveva proposto di prorogare il blocco fino ad agosto e i sindacati che volevano proseguisse fino ad ottobre.
“Non si era arrivati a condividere una posizione – ha fatto notare il leader sindacale – poi sui giornali si legge che Confindustria aveva un accordo con qualcuno, ma non si capisce con chi”.
Dopo la mediazione di Mario Draghi il blocco dei licenziamenti resta fissato al 30 giugno: salta la proroga al 28 agosto per le aziende che abbiano chiesto la cig Covid dall’entrata in vigore del decreto Sostegni bis entro la fine del prossimo mese. Confermata invece la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione ordinaria, dal primo luglio, senza dover pagare le addizionali fino alla fine del 2021 con l’impegno a non licenziare per tutto il periodo in cui ne usufruiscono. E dunque  potenzialmente fino a fine anno.

“Lega e Confindustria hanno alzato le barricate e Draghi si è trovato costretto a fare una sintesi” avrebbe detto, secondo quanto riporta la Repubblica, il ministro Orlando, dicendosi “particolarmente amareggiato per le ricostruzioni fantasiose relative a un presunto inganno”. Termine usato dal Sole 24 Ore, in relazione alla posizione di Confindustria, che ora con Carlo Bonomi conferma la linea: “Un’imboscata”.
“Noi abbiamo dato una grande disponibilità anche a questo Governo, com’è nella tradizione di Confindustria, anche in materia di lavoro” spiega il presidente degli industriali. “Avevamo incontrato il ministro ed era stato trovato un accordo per prorogare il blocco dei licenziamenti al 30 giugno. Poi ci siamo trovati di fronte ad un cambio di metodo inaspettato e inaccettabile”.
Bonomi precisa che sta parlando “di metodo perché nel merito ci si poteva confrontare e ragionare con la massima trasparenza”. “Mi sembra però che a mancare sia la volontà del ministro di affrontare i veri problemi del mondo del lavoro” ha osservato. “Da un anno, infatti, abbiamo messo nero su bianco le nostre proposte sulla riforma degli ammortizzatori sociali e sulle politiche attive del lavoro ma a quanto pare, al momento, è solo Confindustria ad avere idee e proposte al riguardo. Dispiace che questa ulteriore sorpresa da parte del ministro Orlando metta in ombra quanto di positivo è contenuto nel decreto Sostegni Bis come, per esempio, il recupero dell’Iva derivante da crediti fallimentari” prosegue Bonomi, il quale ribadisce che “c’è un problema di metodo: se, come dice la sottosegretaria Nisini, si fanno imboscate, mi chiedo qual è il livello di interlocuzione, come si fa a lavorare insieme sulle riforme delle politiche attive del lavoro che – ha spiegato- dovrebbero vedere il concorso di tutti, dallo Stato alle imprese, ai sindacati”.

(Globalist)

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