18 Aprile, 2024
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“I migranti del clima aumenteranno fino al 350% se non facciamo qualcosa”

Le simulazioni anticipano le allarmanti proporzioni che il dislocamento di massa dovuto ai cambiamenti climatici potrà avere da qui alla fine del secolo, specie se il mondo non mantiene gli obiettivi degli accordi di Parigi per ridurre le emissioni nocive nell’atmosfera

 

LONDRA. Milioni di persone sono costrette a lasciare le proprie case ogni anno a causa delle estreme condizioni atmosferiche causate dal cambiamento climatico. Ora uno studio del fenomeno indica le allarmanti proporzioni che questo dislocamento di massa potrà avere da qui alla fine del secolo, specie se il mondo non mantiene gli obiettivi fissati dagli accordi di Parigi per ridurre le emissioni nocive nell’atmosfera.

Secondo dati della Croce Rossa Internazionale, più di 10 milioni di persone si sono dovute trasferire a causa del clima avverso soltanto negli ultimi sei mesi, quattro volte di più del numero di coloro che nello stesso periodo hanno lasciato le proprie abitazioni per guerre e conflitti. Un recente esempio sono le inondazioni in Australia, dove decine di migliaia di persone sono state costretti a lasciare le proprie cause dopo settimane di piogge torrenziali.

Il rapporto del Weather and Climate Risk Group di Zurigo, pubblicato di recente dalla rivista Environmental Research Letters, esamina l’influenza del cambiamento climatico così come dei cambiamenti demografici e socioeconomici per questo genere di rischi. I ricercatori hanno così scoperto che, se la popolazione terrestre rimarrà stabile al livello attuale, il rischio di migrazioni di massa come conseguenza di inondazioni aumenta del 50%, rispetto ai livelli del 2010, per ogni grado in più di temperatura del Pianeta. La popolazione della Terra, tuttavia, non rimane stabile, bensì continua a crescere. Ebbene, anche se questa crescita demografica continuerà a un livello sostenibile, il rischio di evacuazioni di massa aumenterà significativamente fino al 110% entro la fine del XXI secolo.

Le inondazioni. (a) La frequenza delle inondazioni per decennio (b) L’aumento della popolazione nel periodo 2070-2090 rispetto alla media del 2000 (Environmental Research Letters)

Questa previsione viene fatta calcolando che l’obiettivo degli accordi di Parigi di limitare a 2°C l’aumento della temperatura del Pianeta entro l’anno 2100 verrà mantenuto. Ma se ciò non avvenisse, e il gap tra ricchi e poveri continuasse a crescere, il rischio salirebbe al 350%.

Le simulazioni. Il rischio di inondazioni al livello globale calcolata in 7 arre geografiche (2066-2096). (Environmental Research Letters)
“Le nostre scoperte indicano la necessità di un’azione rapida per mitigare il cambiamento climatico e al tempo stesso ridurre il rischio di inondazioni, particolarmente nei confronti delle popolazioni più vulnerabili, costruendo dighe e altre barriere protettive”, afferma il dottor Pui Man Kam, autore principale dello studio. “Non è troppo tardi per intervenire”.

(La Repubblica)

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