19 Aprile, 2024
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Piano rifiuti, istituita cabina di regia: a Roma serve una discarica. Il frusinate si ribella al “soccorso”

La Capitale dovrà diventare autosufficiente e smaltire i rifiuti prodotti sul suo territorio. Intanto 11 comuni chiedono al Ministero della Transizione Ecologica di intervenire al posto della Regione: “Facciamo spese di balletto responsabilità con Campidoglio”

E’ stata istituita la Cabina di monitoraggio del Piano dei rifiuti del Lazio che dovrà controllare e verificare l’attuazione delle misure previste all’interno dello strumento di pianificazione 2019-2025.

Piano rifiuti del Lazio: istituita la cabina di regia

Ne faranno parte il presidente della Regione Lazio e l’assessore al Ciclo dei rifiuti, i responsabili delle direzioni regionali Ciclo dei rifiuti e Capitale naturale, parchi e aree protette, insieme al sindaco della Città Metropolitana di Roma e ai presidenti delle province di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo.

“Questa struttura avrà un ruolo fondamentale perché dovrà verificare che le indicazioni contenute nel Piano regionale vengano attuate, sollecitando gli interventi di enti locali e operatori del settore per garantire il corretto funzionamento del sistema dei rifiuti. Ognuno è chiamato a fare la propria parte per scongiurare il rischio di nuove emergenze, assicurando una gestione sostenibile ed efficiente in tutto il Lazio” – ha commentato Massimiliano Valeriani, assessore regionale al Ciclo dei Rifiuti.

Il Piano dei rifiuti: una discarica per Roma

Il Piano dei rifiuti del Lazio è stato approvato nell’agosto del 2020, dopo oltre due anni dalla scadenza del precedente. E’ quello che ha imposto a Roma l’autosufficienza, ossia l’obbligo di trattare e smaltire i rifiuti prodotti sul proprio territorio attraverso impianti adeguati e soprattutto una discarica. Il Campidoglio, tradendo le promesse della campagna elettorale e noncurante delle proteste del territorio, ha indicato il sito di Monte Carnevale, nella Valle GaleriaDopo l’inchiesta che ha portato ai domiciliari la dirigente della Regione Lazio, Flaminia Tosini, e l’imprenditore Valter Lozza, la sindaca Raggi ne ha annunciato la revoca. La Regione Lazio ha sospeso la conferenza dei servizi. Così, se il piano industriale di Ama prevede la realizzazione di un nuovo TMB e la chiusura di quello obsoleto di Rocca Cencia, sul fronte discarica di Roma è tutto ancora ai nastri di partenza. La Capitale, come prescritto dall’ordinanza della Regione Lazio emanata per far fronte all’emergenza scaturita dallo stop della discarica di Roccasecca, avrà fino ai primi di maggio per trasmettere un piano impiantistico “ai fini dell’autosufficienza in termini di trattamento, trasferenza  e smaltimento”Il Campidoglio ha già opposto un netto rifiuto: all’orizzonte il nuovo scontro sull’asse Palazzo Senatorio-Pisana. Ma il tempo stringe, la crisi dei rifiuti a Roma è sempre dietro l’angolo.

A Roma la raccolta differenziata non decolla

Tornando al Piano rifiuti, tra gli obiettivi principali per il Lazio c’è la differenziata da portare al 70% entro il 2025. Difficile che Roma possa fare da traino. Il Campidoglio, rivendendo l’obiettivo di inizio mandato “differenziata al 70% entro il 2021”, ha abbassato l’asticella e adesso punta al 65% entro il 2025. Pesano però carenze impiantistiche, non decisioni e iter burocratici lunghi. Lo slancio auspicato non c’è stato: tanto che nell’era Raggi a Roma la differenziata è cresciuta solo di 3 punti percentuali, oggi è al 46%.

Rifiuti, Roma accerchiata: “Non autosufficenza pesa su comunità limitrofe”

La Capitale è accerchiata, la misura oltre confine colma. Le sue mancanze pesano sulle comunità limitrofe alle quali Roma è costretta a rivolgersi per smaltire i suoi rifiuti. Quelle che la Regione Lazio chiama in soccorso. Così da Roccasecca e altri 11 comuni del frusinate (Frosinone, Ceccano, Pontecorvo, Piedimonte, Aquino, Atina, San Giovanni, San Vittore, Colfelice, Pastena e Picinisco) è partita la ribellione: i sindaci hanno chiesto al Ministero della Transizione Ecologica di intervenire al posto della Regione Lazio.

Rifiuti, la ribellione dei comuni del frusinate

“Sino ad oggi la Regione Lazio – lamenta il sindaco di Roccasecca – non è stata in grado o non ha voluto creare una rete impiantistica integrata che rendesse ogni Ato (Ambito territoriale ottimale, ndr), quindi ogni provincia, autosufficiente. Chi ne ha fatte le spese è stata anche e soprattutto la provincia di Frosinone e, in particolare, Roccasecca con la sua discarica. Visto anche il ‘balletto’ delle responsabilità tra Regione e Roma Capitale, tra il presidente Zingaretti e la sindaca Raggi, noi superiamo l’impasse per non essere ancora una volta coinvolti in questa situazione. Chiediamo così al Ministero di intervenire e surrogarsi alla Regione nella scelta dell’impiantistica”. 

Chissà se basterà una cabina di regia per placare gli animi e colmare anni di gap. Per uscire dall’eterna precarietà sulla gestione dei rifiuti, dall’annosa inconcludenza.

(Sara Mechelli – RomaToday)

 

 

 

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