19 Marzo, 2024
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Caso J&J, Speranza: “Vaccino importante, va utilizzato”. Magrini (Aifa): “Benefici superiori ai rischi”

E l’azienda rinvia il lancio in Europa

Lo stop negli Stati Uniti chiesto da Cdc e Fda: problemi simili a AstraZeneca. Attese nel pomeriggio all’hub della Difesa a Pratica di Mare le prime 184mila dosi.

 

Occhi puntati anche in Italia su Johnson&Johnson dopo la richiesta di sospendere in via precauzionale nei siti federali l’uso del vaccino da parte Cdc (il più importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti) e Fda (l’ente governativo americano che regolamenta l’uso di farmaci e alimenti). E proprio le autorità sanitarie Usa parlano di problemi simili a AstraZeneca.

Intanto in Italia si è tenuta una riunione al ministero della Salute sul caso J&J, presente anche l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). “Abbiamo fatto oggi una riunione con i nostri scienziati e l’Aifa e siamo in collegamento con l’Ema: valuteremo nei prossimi giorni, appena Ema e gli Usa ci daranno notizie più definitive, quale sarà la strada migliore ma io penso che anche questo vaccino dovrà essere utilizzato perché è un vaccino importante”, ha detto a ‘Porta a portà il ministro della Salute Roberto Speranza, al termine della riunione.

“La scelta statunitense è precauzionale, la scelta di J&J di non immettere in commercio immediatamente in Ue il vaccino è anch’essa una scelta di natura precauzionale. Il nostro auspicio è di poter al più presto sciogliere questi nodi, e usare anche questo vaccino”, ha continuato Speranza. “Intanto c’è stata una scelta nelle ore successive al pronunciamento delle autorità regolatoria Usa di sospendere il vaccino di J&J da parte della stessa azienda, che ha scelto di rinviare per un tempo limitato l’immissione in commercio in tutti i paesi europei di questo vaccino. È un vaccino importante, che ha una caratteristica particolarmente significativa perché riesce a immunizzare con una sola dose anziché due. È chiaro che rispetto alla scelta fatta dagli Usa, l’azienda ha scelto di non immettere immediatamente sul mercato il vaccino in Europa e di fare prima – ha concluso – i controlli sui dati americani “.

Il vaccino J&J è altamente sicuro con rapporto rischio beneficio chiaramente favorevole come è stato dimostrato dagli studi” ma “ci sono molte similitudini con il vaccino Astrazeneca, le limitazioni sono quindi possibili e ragionevoli e sarà probabilmente la direzione verso la quale ci si muoverà tutti assieme”, ha confermato il direttore generale dell’Aifa al Tg1, Nicola Magrini. “I dati parlano di rarissimi eventi, 6 casi su 7 milioni di vaccini, non modifica il rapporto beneficio-rischio di questo farmaco è una pausa di grande cautela, forse eccessiva in fase pandemica”.

La scelta di J&J

La richiesta di Fda e dei Cdc di sospendere il vaccino arriva dopo alcuni casi di coagulazione e proprio nel giorno in cui in Italia sono attese le prime 184mila dosi. Ma nel frattempo Johnson&Johnson, che ha consegnato oggi le sue dosi di vaccino anti-Covid anche nel Vecchio Continente, precisa di aver deciso di “ritardare il lancio” del proprio siero in Europa “in un’ottica di trasparenza e in attesa delle valutazioni delle autorità sanitarie europee” spiegando di star “esaminando” con le autorità europee i sei casi di trombosi segnalati in seguito alla somministrazione del suo vaccino. “Stiamo collaborando a stretto contatto con gli esperti e le autorità sanitarie e sosteniamo fortemente una comunicazione trasparente ai professionisti della Sanità e ai cittadini”, si legge in una nota. “La sicurezza e il benessere delle persone che utilizzano i nostro prodotti sono la nostra priorità numero uno”, aggiunge il gruppo farmaceutico dicendo poi che l’azienda è “consapevole che sono state segnalate delle patologie estremamente rare in un piccolo gruppo di persone che hanno bassi livelli di piastrine in seguito all’utilizzo del nostro vaccino anti Covid-19”.

Evitare un nuovo ‘caso AstraZeneca’

Mentre Alessio D’amato, assessore alla Sanità del Lazio, chiede che sul vaccino J&J “ci sia una decisione rapida, chiara, definitiva, senza tentennamenti e incertezze. Bisogna evitare di fare ciò che è stato fatto con il vaccino AstraZeneca”. E aggiunge: “Le autorità si pronuncino con una voce sola anche perché negli Usa si trovano in una situazione totalmente diversa avendo già somministrato alla popolazione milioni di dosi. Mi auguro che si mantenga un livello di razionalità e di pragmatismo, il rischio di una tempesta perfetta è molto alto”.

Rimodulare il piano vaccinale

Per Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova “non sorprendono” né i casi di trombosi che si sono verificati dopo la somministrazione del vaccino Johnson&Johnson, né la sospensione voluta dalla Fda e Cdc. Il siero della J&J funziona come quello di AstraZeneca, è ovvio quindi che possa dare gli stessi problemi”.

“L’importante ora”, sostiene Crisanti, “è che il governo rimoduli subito il piano vaccinale”. Per il resto, “quello che sta accadendo è del tutto normale: i vaccini hanno una loro vita che si definisce meglio con l’aumentare del numero elle persone vaccinate. È un processo naturale”.

Intanto a seguito della procedura di segnale condotta a livello europeo, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha emesso una nuova nota sul vaccino AstraZeneca per aggiornare gli operatori sanitari sui punti emersi dalla valutazione del vaccino. Gli elementi chiave sono che “una relazione causale tra la vaccinazione con Vaxzevria e l’insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia è considerata plausibile. Anche se tali reazioni avverse sono molto rare, hanno superato quanto atteso nella popolazione generale”. Ma in questa fase “non sono stati identificati fattori di rischio specifici”. In ogni caso, scrive l’Aifa, “gli operatori sanitari devono vigilare su segni e sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia e informare di conseguenza i vaccinati. L’uso di questo vaccino deve essere conforme alle raccomandazioni ufficiali nazionali”.

(La Repubblica)

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