19 Aprile, 2024
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Il Covid aumenta disturbi mentali e depressione

Un terzo dei sopravvissuti al Covid sviluppa un disturbo cerebrale o psichiatrico entro sei mesi dalla malattia, suggerisce uno studio dell’Università di Oxford. I dati preoccupano gli esperti.

Il Covid aumenta il rischio di sviluppare disturbi mentali e neurologici. Lo afferma una nuova ricerca dell’Università di Oxford pubblicata su The Lancet Psychiatry che ha confrontato il Covid-19 con l’influenza e le infezioni respiratorie, rilevando un tasso più alto di ansia, disturbi dell’umore, ictus, depressione e demenza nei pazienti che hanno contratto il Sars-Cov-2 rispetto agli altri virus.

Un terzo dei sopravvissuti al Covid soffre di disturbi neurologici o mentali

Lo studio britannico ha preso in esame le cartelle cliniche di oltre 236.000 pazienti negli USA che hanno contratto il Covid-19 l’anno scorso, constatando che a un terzo dei sopravvissuti alla malattia è stata diagnosticata una condizione neurologica o psichiatrica nei 6 mesi successivi all’infezione.

Come ci si poteva aspettare, ansia e disturbi dell’umore erano le diagnosi più comuni, trovate nel 17% e nel 14% dei pazienti. Lo studio ha scoperto anche che il 7% delle persone che si sono ammalate ha avuto un ictus e al 2% è stata diagnosticata la demenza.

Dal confronto con i pazienti ammalati di influenza e altre infezioni del tratto respiratorio è emerso che il Covid-19 aumenta rispettivamente del 44% e del 16% il rischio di sviluppare problemi mentali e neurologici.

È noto che il virus può entrare nel cervello e causare danni diretti o indiretti, come influenzare la coagulazione del sangue che può portare a ictus, dicono gli autori della ricerca. Gli esperti sottolineano però che le cause specifiche di questi effetti a lungo termine del Covid-19 sono in gran parte sconosciute, sebbene potrebbero essere collegati allo stress della malattia e del ricovero, perdita del lavoro e senso di solitudine durante la quarantena.

Gli esperti affermano che i risultati di questo studio sono preoccupanti. “È un documento molto importante. Conferma oltre ogni ragionevole dubbio che il Covid-19 colpisce sia il cervello che la mente in egual misura”, ha detto il dottor Simon Wessely, presidente di psichiatria al King’s College di Londra.

“Vedere cosa succede più di 6 mesi dopo la diagnosi dimostra che i postumi del Covid-19 possono comparire molto più tardi del previsto, cosa che non sorprende chi soffre di sindrome del long Covid”, ha spiegato la sua collega Dame Til Wykes. “Anche se, come previsto, le condizioni sono più gravi in coloro che sono stati ricoverati, lo studio sottolinea che effetti gravi sono evidenti anche nei pazienti che non hanno avuto bisogno di ospedalizzazione”.

A inizio pandemia gli scienziati avevano già indagato la possibile correlazione tra Covid-19 e sintomi che interessano il cervello, come stati di confusione, convulsioni e perdita di memoria.

(Fiammetta Rubini – Money.it)

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