18 Aprile, 2024
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Davide Astori, pm chiede un anno e sei mesi per il medico che rilasciò i certificati

Ha sconvolto il mondo del calcio. Ha commosso un’intera nazione, intenta quella domenica del 4 marzo 2018 a recarsi alle urne per rinnovare il Parlamento. La tragica scomparsa dell’ex capitano della Fiorentina, Davide Astori, come ogni storia italiana che si rispetti, è diventata un vero e proprio giallo.

Perché quella che pareva essere una tragica fatalità sarebbe potuta essere evitata. Almeno secondo la tesi della procura, che ha indagato prima, portato a processo poi e chiesto infine la condanna per Giorgio Galanti, ex direttore sanitario del centro di riferimento di medicina dello sport dell’azienda ospedaliera universitaria di Careggi, al quale viene contestato il rilascio di due certificati di idoneità.

Il pubblico ministero Antonino Anastasi, durante l’ultima udienza del processo con rito abbreviato, ha chiuso la requisitoria richiedendo la pena di diciotto mesi per omicidio colposo. Nello specifico si contesta il rilascio di due certificati datati luglio 2016 e luglio 2017, documenti che sarebbero stati emessi anche se nelle prove da sforzo erano state rilevate delle aritmie.

Quella maledetta domenica di marzo la compagine viola si trovava nell’albergo Là di Moret , in ritiro. Il pomeriggio sarebbe dovuta scendere in campo per affrontare l’Udinese. La procura del capoluogo friulano aprì immediatamente un fascicolo, acquisì le cartelle cliniche del calciatore e chiese l’autopsia. A giugno gli atti vennero trasmessi a Firenze, perché fu ipotizzata una responsabilità medica proprio in ordine alle visite effettuate dal professionista. Secondo i consulenti della procura, i risultati delle prove da sforzo a cui era stato sottoposto Astori sette mesi prima della sua morte, avrebbero dovuto suggerire ulteriori accertamenti, che avrebbero potuto far scoprire la cardiomiopatia aritmogena, di cui il campione soffriva. Una conclusione contestata dai periti della difesa, ma, almeno in parte, confermata da una terza perizia disposta dal giudice.

L’holter Ecg indicato all’interno delle linee guida Cocis (il comitato organizzativo cardiologico per l’idoneità allo sport) non è stato eseguito – scrivono  il professor Fiorenzo Gaita e il dottor Gianluca Bruno.- Avrebbe potuto, ma non con alta probabilità (vista la variabilità delle aritmie) identificare aritmie maggiori che, se documentate, avrebbero indirizzato ad ulteriori indagini di terzo livello”. Davide Astori era uno dei rari esempi di calciatori amati a trecentosessanta gradi, al di là del tifo e delle bandiere. Ai suoi funerali la basilica di Santa Croce, a Firenze, era colma di suoi colleghi, giunti da ogni angolo d’Italia per dargli l’ultimo saluto. Gigi Buffon, capitano della Juventus, che si trovava a Londra per affrontare in Champions League il Tottenham, la mattina alle sei noleggiò a sue spese un aereo privato, pur di essere presente al funerale, con altri dodici compagni (dieci calciatori, l’allenatore Massimiliano Allegri e il suo vice ed ex portiere viola Luca Landucci). Firenze, nonostante l’avversione per i colori bianconeri, tributò un interminabile applauso all’ex portiere della nazionale, visibilmente commosso. Un piccolo miracolo, merito di un un ragazzo dal cuore immenso, ma forse non più adatto a giocare in serie A.

(Corrieredellumbria)

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