28 Marzo, 2024
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L’Africa crescerà più rapida del previsto

Il rapporto semestrale sul continente redatto da Banca Mondiale prevede che il Pil nella regione aumenterà tra il 2,3 e il 3,4% nel 2021 dopo la contrazione del 2020 a causa della pandemia

Una più lenta diffusione del virus e una minore mortalità correlata al covid-19, accanto a una forte crescita agricola e a una ripresa più rapida del previsto dei prezzi delle materie prime ha aiutato molte economie africane a superare la tempesta economica indotta dalla pandemia. È una delle conclusioni, forse inaspettate, cui arriva Africa’s Pulse, il rapporto semestrale sul continente redatto da Banca Mondiale e diffuso oggi. Secondo l’analisi, intitolata “The Future of Work in Africa: Emerging Trends in Digital Technology Adoption”, la ripresa economica è ora legata al tipo di risposta che i vari governi attueranno. A superare la fase di contingenza internazionale saranno, secondo gli analisti di Banca Mondiale, quei Paesi che riusciranno ad approfondire riforme in grado di creare posti di lavoro, di incoraggiare gli investimenti e di migliorare la competitività.  

La recrudescenza della pandemia alla fine del 2020 – si legge – e il limitato sostegno fiscale aggiuntivo rappresenteranno “una dura battaglia” per i responsabili politici mentre continuano a lavorare per una crescita più forte e migliori mezzi di sussistenza per le loro popolazioni. “I Paesi africani hanno fatto enormi investimenti nell’ultimo anno per mantenere a galla le loro economie e proteggere la vita e il sostentamento delle comunità”, ha affermato Albert G. Zeufack, capo economista per l’Africa della Banca Mondiale.

“Riforme ambiziose che sostengano la creazione di posti di lavoro, rafforzino la crescita equa, proteggano i vulnerabili e contribuiscano alla sostenibilità ambientale saranno fondamentali per rafforzare quegli sforzi che vanno avanti verso una ripresa più forte in tutto il continente africano”.

Si prevede che la crescita nella regione aumenterà tra il 2,3 e il 3,4% nel 2021, a seconda delle politiche adottate dai paesi e dalla comunità internazionale. Una seconda ondata di infezioni da covid-19 sta in parte trascinando verso il basso le proiezioni di crescita per il 2021, con infezioni giornaliere superiori di circa il 40% rispetto alla prima ondata. Mentre alcuni paesi hanno registrato un calo significativo delle infezioni da covid-19 grazie a misure di contenimento adottate dal governo, altri paesi stanno affrontando una tendenza al rialzo.

Il rapporto stima che la crescita del Pil reale per il 2022 sarà del 3,1%. La ripresa dell’Africa subsahariana dovrebbe variare da paese a paese. I paesi non ad alta intensità di risorse, come la Costa d’Avorio e il Kenya, e le economie dipendenti dall’attività mineraria, come il Botswana e la Guinea, dovrebbero vedere una crescita robusta nel 2021, guidata da un rimbalzo dei consumi privati ​​e degli investimenti man mano che la fiducia rafforza e aumentano le esportazioni.

Nelle regioni dell’Africa orientale e australe, la contrazione della crescita per il 2020 è stimata al -3%, principalmente guidata da Sudafrica e Angola, le maggiori economie di queste sub-regioni. Escludendo Angola e Sudafrica, nel rapporto si prevede che l’attività economica nella regione aumenterà del 2,6% nel 2021 e del 4% nel 2022.

In Africa occidentale e centrale il 2020 si è chiuso con una contrazione dell’1,1%, meno di quanto previsto, in parte a causa di una contrazione meno pesante in Nigeria, la più grande economia africana, nella seconda metà dell’anno. Il prodotto interno lordo reale in Africa occidentale e centrale dovrebbe crescere del 2,1% nel 2021 e del 3% nel 2022. L’analisi di Banca Mondiale rileva inoltre che i Paesi africani possono accelerare la loro ripresa intensificando gli sforzi esistenti per sostenere l’economia e le persone, in particolare le donne, i giovani e altri gruppi vulnerabili.

Africa’s Pulse raccomanda che tali politiche siano integrate da riforme che promuovano la crescita inclusiva della produttività e la competitività del paese. Un’eventuale riduzione degli oneri del debito dei Paesi libererebbe risorse per gli investimenti pubblici, in settori come l’istruzione, la salute e le infrastrutture. Gli investimenti nel capitale umano contribuiranno a ridurre il rischio di danni a lungo termine derivanti dalla pandemia che potrebbero manifestarsi nei prossimi anni e potranno aumentare la competitività e la produttività, riflettono ancora gli analisti di Banca Mondiale secondo i quali decisivi saranno i prossimi dodici mesi.

Un’ulteriore spinta, in questi mesi, potrebbe arrivare dalla graduale implementazione dell’area di libero scambio continentale africana e da una maggiore integrazione dei Paesi africani nelle catene di valore regionali e globali. Il rapporto rileva inoltre che le riforme che affrontano le lacune delle infrastrutture digitali e rendono l’economia digitale più inclusiva – garantendo l’accessibilità economica ma anche la creazione di competenze per tutti i segmenti della società – sono essenziali per migliorare la connettività, stimolare l’adozione della tecnologia digitale e generare più e migliori posti di lavoro.

(Agi)

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