19 Aprile, 2024
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Coronavirus Lazio, pronto soccorso ancora in tilt per il secondo giorno di seguito

Anche stamattina si raggiunge la cifra di 734 pazienti in condizioni severe, ancora più di ieri che, alla stessa ora (11 di mattina) hanno sfiorato quota 725

Boom di accessi per il secondo giorno di seguito ai pronto soccorso. Il picco nei maggiori ospedali del Lazio non accenna a diminuire. Le corsie sono sature, mantenere il distanziamento diventa impossibile o quasi, i medici e gli infermieri impegnati nei reparti di urgenza-emergenza sono stremati.

Anche stamattina si raggiunge la cifra monstre di 734 pazienti in condizioni severe, ancora più di ieri che, alla stessa ora (11 di mattina) hanno sfiorato quota 725. Pazienti distesi su barelle anche per giorni, in attesa di essere trasferiti o ricoverati nei reparti, dove però mancano i posti letto, sia Covid che non-Covid. Un numero che supera di quasi un terzo la media di 500 pazienti nelle medesime condizioni che si registrava fino a pochi giorni fa.

Il peso ricade sempre sulle stesse strutture, circa 20: le situazioni più critiche al Pertini (con 78 pazienti in attesa), al Gemelli (63) e al San Camillo (66). Ma i numeri sono solo di poco inferiori al CasilinoUmberto ISant’EugenioSant’AndreaTor Vergata. A Ostia tutto ricade sul Grassi, con 16 pazienti in attesa di ricovero e trasferimento. Uscendo da Roma sono lo Spaziani di Frosinone e il Santa Maria Goretti di Latina quelli più sotto pressione.

E se all’interno dei pronto soccorso si crea un “reparto nel reparto” saturo di pazienti in attesa di essere spostati, le accettazioni, all’esterno, vanno inevitabilmente a rilento. Ed ecco formarsi le file di ambulanze: al Grassi da stamattina già sono fermi 5 mezzi. Ares 118 riferisce di code anche davanti al San Giovanni, Sant’Andrea, Casilino e Pertini, rispettivamente tre, sei, cinque e quattro veicoli in attesa, per un totale di 30 mezzi complessivamente fermi davanti agli ospedali.

Numeri, destinati a crescere ancora nei giorni di Pasqua, quando diminuiranno, come sempre accade nei festivi, le dimissioni, e nei quali di riflesso si aspetta un picco di presenze negli ospedali.

Sia per quanto riguarda i posti ordinari che di terapia intensiva, sia nei pronto soccorso. Che continuano a viaggiare sotto organico. Per assicurare le giuste cure e attenzione ai pazienti, servirebbero almeno 200 medici di urgenza-emergenza in più nei reparti.

(La Repubblica)

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