19 Aprile, 2024
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Senato, via libera all’assegno unico per i figli

Approvata la legge con 227 sì, 4 voti contrari e due astenuti. La ministra Bonetti: “Provvedimento importante, inizia un tempo nuovo”.
La capogruppo del Pd Malpezzi: “Un significativo passo per il sostegno alle famiglie”

Via libera al Senato all’assegno unico. Nel pomeriggio si è conclusa la votazione e l’Aula di Palazzo Madama ha varato la legge sull’assegno unico familiare con 227 sì, nessun no e 4 astenuti. ha commentato la ministra alla Famiglia e alle Pari opportunità. Elena Bonetti. “E’ un provvedimento importante perché inizia un tempo nuovo, del futuro, della ripartenza – ha aggiunto – si rimettono al centro le nuove generazioni”.

Il provvedimento entrerà in vigore dal primo luglio e il ministero prevedere di erogare a tutte le famiglie 250 euro al mese per ogni figlio (con maggiorazioni in caso di disabilità). Come denunciato da Repubblica nei giorni scorsi, però, le risorse dispobili sono di i 20 miliardi, quindi l’asticella dell’assegno si abbassa a 161 euro. E una prima simulazione dimostra come 1,35 milioni di famiglie di lavoratori dipendenti ci rimetterebbero in media 381euro all’anno rispetto a oggi.

Parla di un’approvazione molto positiva la capogruppo dem al Senato, Simona Malpezzi. “L’assegno unico è una misura fortemente voluta dal Pd, che rappresenta un primo significativo passo per il sostegno alle famiglie. Ed è un segnale importante che queste norme siano state approvate proprio nei giorni in cui l’Istat ha registrato un’ulteriore accentuazione al ribasso della natalità nel nostro Paese”. Malpezzi confida che nei prossimi mesi “anche grazie alle possibilità offerte dal Next Generation UE , promuoveremo ulteriori investimenti per il potenziamento dei servizi per l’infanzia, la riorganizzazione del lavoro di cura, i sostegni alle madri che lavorano, gli sgravi fiscali per il lavoro femminile. Questa è – conclude la capogruppo del Pd – la direzione per combattere l’inverno demografico e restituire speranza e fiducia al Paese”.

(La Repubblica)

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