Riceviamo e pubblichiamo
Il mese di marzo ha visto la celebrazione dell’anniversario dell’unità d’Italia e l’inizio del funzionamento del piano vaccinale nazionale .
Per quanto tra loro diversissimi e lontanissimi nel tempo,entrambi sono rappresentativi della operosa e preziosa unità d’intenti e sinergica azione di tutte le componenti della comunità nazionale.
Ma qualcuno ancora legato ad arcaici ancoraggi ideologici ha storto il naso riguardo la nomina del Generale Figliolo a commissario in sostituzione di Arcuri.
É stata una giornalista della Rai ad esprimere il proprio disappunto legandolo alla propria appartenenza politica .
In sostanza ,a suo parere l’incarico affidato ad un Generale suonerebbe come l’avvio di una detiva verso un regime militare.
Sarebbe ben strano non fare ricorso in situazione di emergenza a tutte le risorse di cui il nostro paese dispone come è stato sempre fatto in tutte le circostanze più difficili e dolorose.
Probabilmente la dimensione psicologica in cui ci costringere a vivere il perdurare della pandemia ha determinato una qualche confusione nella mente della giornalista .
Forse aveva qualche ricordo dell’operato dei Generali russi che soffocavano nel sangue ,con il plauso di alcuni componenti della sua parte politica, la mobilitazione popolare contro l’occupazione delle armate sovietiche e contro le proteste delle altre nazioni dell’Est Europa.
Costituiscono contraltare a cotanto stupidario ideologico le parole del Caporal Maggiore Chessa che assumeva in sé il dolore per le vittime del Covid-19 che trasportava con il mezzo militare che stava guidando e la sua straordinaria sensibilità nel guidare evitando loro con maestria ogni qualsivoglia disturbo .
Il militare nei paesi democratici costituisce il custode delle istituzioni repubblicane .
L’opera dalla Forze Armate si estrinseca nel servizio quale diretta espressione della religione laica e civile dello Stato definizione coniata da un eminente intellettuale nonché politico e statista italiano.
Donato Mauro