29 Marzo, 2024
spot_imgspot_img

La metamorfosi di Snam e il ruolo di Arera. L’idrogeno “blu”

Lettera di Enrico Gagliano, Coordinamento Nazionale No Triv, in merito al commento di GB Zorzoli di venerdì scorso e alla posizione espressa da Arera sull’idrogeno blu.

Non si può restare indifferenti di fronte alle parole scritte da GB Zorzoli nella sua nota “Il silenzio sulla metamorfosi di Snam”, circa l’utilizzo della tecnica del silenzio, anche da parte delle forze politiche rappresentate in Parlamento, rispetto a quanto è accaduto in Snam. “Quando il problema da affrontare non consente manovre diversive – scrive GB Zorzoli – lo si sopprime, adottando la tecnica del silenzio”.

Come noto, l’Assemblea Straordinaria degli azionisti di Snam, il più importante azionista è di fatto il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha modificato lo statuto della società consentendole, d’ora in avanti, di produrre gas e di svolgere attività d’impresa, regolate o non regolate, nel settore della transizione energetica.

Il problema sollevato da GB Zorzoli è costituito dal fatto che le modifiche dello statuto di Snam sono in contrasto con quanto previsto da una legge dello Stato che prevede “la piena terzietà dei servizi regolati di trasporto, di stoccaggio, di rigassificazione e di distribuzione dalle altre attività della relativa filiera svolte in concorrenza”.

La circostanza che sulla spinosa quaestio della metamorfosi di Snam non voli mosca tra i banchi di un Parlamento svuotato di senso e privo di bussola è di per sé grave; altrettanto grave è che a tacere sul punto sia Arera, la cui mission precipua è “tutelare gli interessi dei consumatori e di promuovere la concorrenza, l’efficienza e la diffusione di servizi con adeguati livelli di qualità, attraverso l’attività di regolazione e di controllo”.

Eppure è quella stessa Arera che, rimasta in silenzio su Snam, invece il 2 marzo scorso, candidandosi al ruolo di “certificatore indipendente” della transizione, è scesa in campo con un endorsement all’idrogeno blu (che in Italia significa soprattutto Eni-Snam), il cui sviluppo andrebbe sostenuto con i fondi del Recovery Plan 

A pag. 4 della Memoria di Arera in merito alla proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è infatti possibile leggere che “L’applicazione dell’idrogeno verde su scala industriale, se gestita in maniera non efficiente, rischierebbe, almeno nel breve-medio periodo, di distrarre le risorse destinate alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dall’obiettivo di decarbonizzazione del sistema elettrico, predominante e con vantaggi maggiori su tale scala temporale. In tale fase è, quindi, opportuno che le energie rinnovabili siano valorizzate attraverso il contributo diretto alla decarbonizzazione del sistema elettrico, valutando, in aggiunta, anche tecnologie alternative per la decarbonizzazione del settore dell’idrogeno,

quali la cattura e il sequestro della CO2, impiegabili nel breve periodo a costi inferiori”.

Se non fosse per l’esito scontato della risposta, verrebbe spontaneo chiedere se nell’uso del pallottoliere i contabili di Arera abbiano tenuto conto o meno delle criticità associate all’estrazione del gas naturale necessario per produrre l’idrogeno blu, ed alle connesse attività di stoccaggio della CO2.

Tra quelle indicate, ad esempio, dal prof. Vincenzo Balzani, sarebbe stato sufficiente che Arera ne avesse preso in considerazione almeno due per giungere a conclusioni di segno opposto a quelle evidenziate nella memoria del 2 marzo scorso; in particolare:

  1. La cattura di CO2 all’interno degli impianti di produzione di energia elettrica riduce le prestazioni degli impianti così da raddoppiare i costi di produzione dell’energia elettrica;
  2. I costi di un impianto Ccs sono elevati e non risulta che siano stati finora valutati in modo compiuto, specialmente per il caso di impianti di grande scala, i soli in grado di sequestrare quantità di CO2 tali da contenere i cambiamenti climatici.

Legittimo, comunque, che Arera dica la sua sulla parte “Energy” del Pnrr e perfino che si ritagli un ruolo di certificatore indipendente dei costi della transizione, a condizione però di non abdicare al suo ruolo terzo e di valutare tutti i costi, esternalità negative comprese; non è accettabile, invece, che Arera mutui dalle forze politiche rappresentate in Parlamento la pratica del silenzio, venendo meno alle prerogative che la legge assegna all’Autorità all’interno di un quadro di pesi e contrappesi che è garanzia di tenuta del sistema democratico.

Enrico Gagliano, Coordinamento Nazionale No Triv,

Ultimi articoli