19 Aprile, 2024
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Istituto Meloni, Ladispoli: la classe III H ha partecipato alla celebrazione della “Giornata dei Giusti“ che si è svolta a Milano.

“Chi salva una vita salva l’intera Umanità”, ecco il senso del giardino dei giusti: ecco il lavoro svolto dai ragazzi della 3H della Melone

Venerdì 5 marzo, la classe III H ha partecipato in diretta streaming alla celebrazione della “Giornata dei Giusti“ che si è svolta a Milano.

Ogni anno il 6 marzo si celebra la Giornata dei Giusti nel mondo, in onore di persone che hanno salvato vite umane in varie circostanze e difeso la dignità umana.

La cerimonia viene organizzata dall’associazione “Gariwo” che celebra i Giusti ponendo delle targhe ricordo all’interno del Giardino dei Giusti di Milano. Gariwo (Garden of the Righteous World Wide) è una ONLUS, con sede a Milano, che lavora per far conoscere i Giusti. Nel programma si legge: “È importante che la memoria del Bene sia uno strumento educativo e serva a prevenire genocidi e crimini contro l’Umanità”. Il modo scelto per mantenere questa memoria è creare dei Giardini dei Giusti in tutto il mondo, nelle città e nelle scuole e usare mezzi di comunicazione, social network e iniziative pubbliche per responsabilizzare le persone sul tema dei diritti umani. L’iniziativa si ispira a giardino dei Giusti dello Yad Vashem di Gerusalemme, in cui vengono ricordati i “Giusti tra le nazioni”, persone comuni che durante la Shoah hanno salvato anche un solo ebreo opponendosi al genocidio. L’argomento l’avevamo affrontato durante le lezioni di storia, dove abbiamo conosciuto alcuni “giusti” come Irena Sendler, Giorgio Perlasca, Gino Bartali e Oskar Schindler.

Nel 2012 l’associazione Gariwo ha ottenuto dal Parlamento Europeo il riconoscimento della Giornata dei Giusti, che si celebra appunto il 6 marzo. Tale ricorrenza è entrata nell’ordinamento italiano con la legge n.212 del 7 dicembre 2017. Quest’anno per via della pandemia la celebrazione si è svolta online, così a partire dalle 9.30 ci siamo collegati e siamo riusciti a partecipare all’evento. All’inizio ha parlato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, offrendo il suo saluto al pubblico “virtuale”, subito dopo ha preso la parola lo scrittore Gabriele Nissim, presidente dell’Associazione Gariwo. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di rendere omaggio a quanti, in vari ambiti, hanno trovato il coraggio e la determinazione di non voltarsi dall’altra parte, adoperandosi attivamente per la tutela dei diritti umani, spesso a rischio della propria vita.

Quest’anno sono stati riconosciuti come “giusti”e insigniti di una targa commemorativa nel giardino di Milano cinque personaggi: Ruth Bader Ginsburg, giudice liberale e pioniera della parità di genere in America e in tutto il mondo; Carlo Urbani, medico italiano, il primo a identificare e classificare la SARS, non abbandonò i suoi pazienti, si contagiò e morì; Dag Hammarskjöld, Segretario generale dell’ONU, premio Nobel per la Pace, un diplomatico a servizio dell’umanità; Liu Xiaobo, poeta cinese che si è battuto per la difesa dei diritti umani in Cina insieme alla moglie Liu Xia.

Del primo giusto, Ruth Bader Ginsburg, ci ha offerto una bella testimonianza il nipote, Paul Sfera. Della nonna ha ricordato il ruolo che ha ricoperto, giudice della Corte Suprema negli USA che ha lottato per tutta la vita per la parità di genere, la democrazia, il dialogo ma soprattutto ha creduto fortemente nell’importanza della meritocrazia. Abbiamo appreso quanto fosse stata difficile la sua carriera universitaria ad Harward, dove Ruth era una delle poche studentesse (in tutto nove) ad essere ammesse alla facoltà di giurisprudenza.

Il secondo “giusto” di cui ci hanno parlato è Carlo Urbani, di questo medico italiano ci ha raccontato la storia il figlio, direttamente dal Giardino dei Giusti. Carlo Urbani faceva parte dell’ONG “Medici Senza Frontiere”, ha sempre aiutato gli altri distribuendo farmaci essenziali ai più poveri del mondo. In Vietnam fu il primo a identificare la SARS e a cercare di sconfiggere questa malattia, purtroppo ne fu contagiato e nel 2003 chiuse gli occhi per sempre, insomma un vero orgoglio italiano. Il figlio, Luca Urbani, ci ha raccontato che suo padre, oltre ad amare la sua professione di medico, amava la vita in tutti i suoi molteplici aspetti: suonava il pianoforte, volava con il deltaplano, era un appassionato di fotografia. . .

Il terzo giusto ad essere presentato è stato Dag Hammarskjold, un diplomatico svedese che ha ricoperto la carica di segretario generale dell’ONU ed è morto in Rhodesia nel 1961 in un incidente aereo, probabilmente a causa di un attentato. La sua carriera è stata improntata sulla pace perché si è impegnato per favorire il dialogo tra gli Stati ed evitare le guerre. Hammarskjöld ricevette postumo il premio Nobel per la pace nello stesso anno, “per aver costruito un Segretariato ONU efficiente e indipendente e portato avanti una linea non subordinata nei confronti delle grandi potenze. Per aver organizzato una forza di mantenimento della pace in Medio Oriente dopo la crisi di Suez e per il suo impegno per la pace durante la guerra civile in Congo.”

Gli ultimi ad essere stati insigniti sono sati i coniugi cinesi Liu Xia e Liu Xiabo, lei una pittrice e lui uno scrittore morto nel 2017, insieme hanno lottato per la difesa dei diritti umani in Cina. Lui scrisse un manifesto contro la politica “autoritaria” cinese, per questo fu arrestato e non riuscì neanche a ritirare il premio Nobel. Lei rimase bloccata agli arresti domiciliari, ma poi è riuscita a uscire dal Paese e trovare accoglienza in Germania. Siamo stati onorati di ricevere un video da parte di Liu Xia che ci ha letto una bellissima poesia di Liu Xiaobo intitolata “Bambole”.

Dobbiamo dire che questo incontro è stato tra i più interessanti a cui abbiamo partecipato, perché ci ha fatto comprendere che esistono persone, di cui non conoscevamo neanche l’esistenza, che si sono battute per aiutare gli altri indipendentemente da chi fossero. Siamo rimasti impressionati soprattutto dal loro coraggio di denunciare i fatti, situazioni in cui i diritti umani vengono calpestati: uomini e donne che hanno sacrificato la propria vita per rendere il mondo un posto migliore. Sicuramente resteranno per sempre un grande esempio per tutti noi.

Aurora Farina, Alice Gera, Gabriele Orsini, Elisa Pacchiarotti (IC Corrado Melone, classe III H tempo prolungato)

 

P.S. di seguito il messaggio che abbiamo ricevuto da parte dello staff organizzativo di Gariwo:
Grazie per aver partecipato alle celebrazioni per la Giornata dei Giusti!
Nonostante le difficoltà del periodo che stiamo vivendo, siete stati tantissimi e con i vostri video, le vostre domande e la vostra partecipazione ci avete dato prova di quanto il messaggio dei Giusti possa entrare nel nostro quotidiano e quanto sia importante ricordare sempre il loro esempio.
Questo 6 marzo è stato ricco di spunti e di contributi che sono arrivati da ogni parte d’Italia e del mondo: siamo riusciti, anche grazie a voi, a rendere davvero universali le celebrazioni.
Riccardo Agresti

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