20 Aprile, 2024
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“Una lista di possibili sostituti per le dosi in eccesso e per chi non si presenta, evitando sprechi e somministrazioni improprie”

“I vaccini anti-Covid sono la risorsa più preziosa di cui disponiamo. Le dosi che avanzano non possono essere somministrate a caso, nè tantomeno buttate come purtroppo sta accadendo in questi giorni. Per questo proponiamo i supplenti del vaccino”.

La proposta è stata presentata da Tommaso Bori (PD) e Thomas De Luca (M5S) ed è stata “già sperimentata con successo nel Lazio e ispirata al sistema israeliano. Punta a migliorare il tasso di vaccinazione in Umbria, tra le ultime regioni in Italia, evitando sprechi inutili di dosi preziose e la somministrazione ai cosiddetti ‘furbetti’, cioè persone non propriamente in cima alle classi di rischio di esposizione al Covid”.

Bori e De Luca spiegano che “l’obiettivo è quello di non sprecare nemmeno una dose di vaccino: succede spesso che le dosi avanzate a fine giornata vadano sprecate quando qualcuna delle persone prenotate non si presenta all’appuntamento vaccinale. Per evitare che queste dosi vengano somministrate a persone non a rischio o, peggio ancora, buttate, proponiamo una lista di supplenti, quelli che nel Lazio vengono definiti ‘i panchinari del vaccino’, persone pronte a sostituire chi non si presenta all’appuntamento per farsi vaccinare al suo posto. Un metodo che punta a non sprecare nemmeno una dose di vaccino e, contestualmente, a proteggere dal Covid il numero più alto di persone nel minor tempo possibile”.

“Il modello laziale – aggiungono i due capogruppo di opposizione – è ispirato a quello messo in campo in Israele e punta ad ottimizzare al massimo la campagna vaccinale anche se, ad oggi, il tasso di presenza agli appuntamenti prenotati è stato del 98 percento, dunque i ‘panchinari’ sono stati chiamati per dare copertura solo al 2 percento delle mancate vaccinazioni. I numeri dicono che oggi l’Umbria è tra le ultime quattro regioni in base alle dosi somministrate sul numero di quelle consegnate e terz’ultima come dosi somministrate ogni 100mila abitanti. È vero che negli ultimi giorni sono aumentate le dosi quotidianamente somministrate, come nel resto d’Italia d’altro canto, e questo è avvenuto soprattutto perché si è cominciato ad inoculare quelle di Astrazeneca che giacevano inutilizzate nei depositi dal 9 febbraio.

Ma è innegabile il grave ritardo accumulato fin qui dalla nostra regione. Ancora non si è terminato di vaccinare gli operatori sanitari e gli ospiti delle strutture RSA. La vaccinazione degli oltre 80mila over 80 – concludono Bori e De Luca – procedono molto a rilento con una media di 1.200 al giorno. Arriveremo a terminare la vaccinazione di questa popolazione più fragile tra due mesi, mentre in altre realtà già si procede con gli over 65. Per questo non possiamo permetterci di mandare sprecate preziose dosi di vaccino”.

(QuotidianodellUmbria)

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