19 Aprile, 2024
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Il Pd è “ostaggio delle correnti”, dice Decaro

Il presidente dell’Anci sprona il suo partito: “Siano ascoltati gli amministratori locali. Che abbiano posto negli organismi dirigenti e parola nelle decisioni” perché sono loro “che tengono in vita il Pd nazionale”

Il Partito democratico “è ostaggio delle correnti e le correnti tengono in ostaggio il segretario. Non sono contrario per principio alle correnti, se sono aree culturali che dibattono sui temi. Ma non è più così da molto tempo”. Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari, lo dice in una intervista a Repubblica.

“Oggi – aggiunge – sono gruppi di eletti che si muovono allo scopo di essere rieletti sulla base di un vincolo di fedeltà al loro leader. Si alimentano di parlamentari che studiano strategie per tornare a fare i parlamentari. Le competenze non c’entrano”. Decaro rassicura tutti: “Non voglio discutere il segretario. Non chiedo il congresso in piena pandemia. Non mi candido a niente. Ho ancora tre anni e mezzo di mandato da sindaco, sono stato eletto per acclamazione presidente Anci, me ne potrei stare tranquillo».

Il presidente dell’associazione dei sindaci chiede però “che siano ascoltati gli amministratori locali. Che abbiano posto negli organismi dirigenti e parola nelle decisioni” per “accrescere la forza del partito” perché “gli amministratori locali tengono in vita il Pd nazionale”.

«Sento che Zingaretti vuole eliminare i vincoli che impediscono ai sindaci di essere eletti in Parlamento. È una strada – dice ancora -: dare potere di decisione a chi ha dimostrato di saper governare i territori e vincere le elezioni. Dargli parola anche pubblica, magari persino in tv. Che portino idee, soluzioni. Non è davvero il tempo del silenzio per chi abbia qualcosa da dire – conclude – Nel partito chi ha voce per parlare penso anche ai giovani, alle donne deve prenderla adesso».

(Agi)

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