29 Marzo, 2024
spot_imgspot_img

Coronavirus Lazio, vaccino dai medici di base: al via il 1° marzo. Incognita sui rifornimenti

Verrà inoculato l’AstraZeneca, che si può somministrare fino ai 65enni senza patologie. Magi: “Il problema vero sono le dosi che non arrivano”

“La campagna vaccinale partirà il 1 marzo” , spiega la Regione. “

E ogni Asl si sta organizzando con i medici dei distretti ” per portarla avanti in maniera congrua e per poter vaccinare il numero più alto di persone nel minor tempo possibile. La vaccinazione di almeno il 70 per cento della popolazione, obiettivo principe del governo e perciò di tutte le regioni, vede dunque nell’impiego dei medici di medicina generale una rotella importante per il funzionamento di tutto il meccanismo.

Il primo step sarà quello di chiamare le varie classi di aventi diritto secondo la scansione del piano vaccinale. Verranno poi raccolte le anamnesi e infine contattate le Asl con il numero dei pazienti, per la conseguente consegna delle dosi di vaccino. Che probabilmente saranno i medici stessi ad andare a ritirare nei centri di smistamento. Per ogni inoculazione i medici saranno pagati 6,16 euro (quindi in totale, con il richiamo, 12,32). La Regione Lazio rimborserà poi 2,50 euro per l’organizzazione e 1,50 per i dpi ( dispositivi protezione individuale).

Il vaccino sarà l’AstraZeneca per il quale, in un primo tempo, era stata consigliata la somministrazione dalla classe 1966 in giù: l’Aifa ha però innalzato l’età fino ai 65enni senza patologie: difficile, tuttavia, spiegano, che dopo i 55 anni non ce ne siano. Ogni giorno, poi, il medico di famiglia dovrà inserire nella piattaforma messa a punto da LazioCrea per la Regione i nominativi di chi si sta via via vaccinando, per consentire in tempo reale alla stessa di monitorarne l’andamento, avendo il conto dei farmaci erogati e di quelli utilizzati.

“Oltre a tutte le nostre attività, avremo il compito di seguire l’iter della vaccinazione, che ci assumiamo volentieri per senso di dovere, per codice deontologico e perché siamo stanchi come tutti e vorremmo vedere questo virus debellato”, spiega la dottoressa Pina Onotri, membro di una Ocp di 16 medici ai Monti Tiburtini e anche segretaria generale Smi (Sindacato medici italiani). “Sarà complicato: per ogni paziente ci vorranno 15 minuti per l’anamnesi e la compilazione dei fogli (gli anziani vaccinati in questi giorni devono riempire 14 pagine di storia clinica), 15 minuti di attesa per eventuali complicazioni, 10 minuti almeno per caricare tutti i dati sulla piattaforma regionale. Quanto potremo fare? Senza calcolare eventuali problemi (reazioni avverse al vaccino, reazioni vagali, eccetera), al massimo saremo in grado di inoculare 4 pazienti al giorno. Avevamo proposto di poter andare a vaccinare presso i centri vaccinali delle Asl, pagati a quota oraria come gli altri, eliminando temporaneamente l’incompatibilità, (i medici di famiglia non potrebbero svolgere altre attività come quella dei medici vaccinatori). Ma non è possibile”.

“Con i medici di medicina generale saremo in grado di arrivare capillarmente a tutto il territorio”, spiega Antonio Magi, presidente Omceo (Ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri di Roma). “Il problema vero sono le dosi di vaccino: che non arrivano. Per vaccinare più persone aprirei anche ai medici degli ospedali, agli specialisti delle Asl, ai liberi professionisti. Il virus è furbo, non si fa fermare dalla burocrazia: dovremmo fare così anche noi”.

(La Repubblica)

 

Ultimi articoli