29 Marzo, 2024
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Genova, la donna uccisa si era pagata il funerale : “Aveva capito che sarebbe finita male”

Il commesso racconta un particolare agghiacciante. E intanto una moltitudine di persone si raccoglie davanti al negozio durante il presidio del collettivo Non una di meno. L’omicida: “Lei non mi voleva più, così l’ho colpita”

Emerge un retroscena agghiacciante sull’omicidio di Clara Ceccarelli, la commerciante genovese  di 69 anni uccisa ieri con trenta coltellate da Renato Scapusi, il compagno che non voleva saperne della fine della loro relazione

“Clara due settimane fa si era andata a pagare il funerale. Non voleva gravare sull’anziano padre e sul figlio. Forse aveva capito che sarebbe finita male”.

Lo ha raccontato oggi Herbert Lima  il commesso brasiliano che in modo saltuario lavorava per Clara Ceccarelli, la negoziante uccisa ieri pomeriggio in pieno centro a Genova dal suo ex compagno Renato Scapusi, 59 anni.

Il racconto del commesso

Herbert questa mattina ha deposto come tanti altri genovesi un mazzo di fiori davanti alla saracinesca della pantofoleria di via Colombo e poi ha ricordato gli ultimi momenti trascorsi con Clara: “Ieri è arrivata alle quattro e ci siamo dati il cambio, in realtà avrei dovuto fare il la chiusura ma lei aveva dovuto far euna commissione e così…. Sapevo tutto, mi diceva non ce la faccio più. Lui passava tutti i giorni e quando c’ero io non entrava ma ieri purtroppo l’ha trovata da sola. Clara qualche giorno fa mi aveva detto che era andata a pagarsi il funerale perchè aveva avuto dei sogni strani. Che io sappia lui non era mai stato violento però la ossessionava…”.

L’uomo la perseguitava da quasi un anno, e cioè dalla fine della loro relazione. “Non risultano però denunce a suo carico o altri procedimenti” ha detto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi. Il pubblico ministero, Giovanni Arena, ha disposto la perizia psichiatrica sull’assassino: l’incarico verrà conferito lunedì al medico Gabriele Rocca, mentre lunedì pomeriggio il medico legale Lucrezia Mazzarella eseguirà l’autopsia.

Le indagini accerteranno anche se i servizi sociali e i servizi di igiene mentale si fossero presi in qualche modo carico di Scapusi che aveva già mobilitato forze dell’ordine e ambulanze per quattro tentativi di suicidi, l’ultimo pochi giorni fa dalla finestra di una scuola del levante cittadino.

Oggi pomerigigo davanti al negozio si sono ritrovati per un ricordo tantissimi genovesi. Ci sono rose e tulipani e le prime mimose, gli anemoni e le azalee e i messaggi di chi la conosceva e l’omaggio di chi non l’aveva mai neppure incrociata. Via Colombo, a Genova: la saracinesca del negozio di pantofole di Clara Ceccarelli,  è nascosta da uno striscione rosa con su scritto “Non è un raptus ad ucciderci. Basta crederci”.
In duecento, per la quasi totalità donne, hanno reso omaggio all’ennesima vittima di femminicidio, un presidio dolente costruito anche sui ricordi di chi Clara “amica vera, donna dolcissima che aveva sofferto tanto”  l’ha conosciuta davvero.
C’è chi spera “che chiudano quell’assassino in galera e buttino via la chiave”, chi ha paura che “tanto lo metteranno fuori dopo due mesi”, chi si sente rassegnata e passa e se ne va “tanto è sempre successo e sempre succederà” e chi auspica “un cambio di mentalità generazionale nel rapporto uomo-donna”.
Il presidio è stato organizzato dal collettivo Non una di meno con  l’appoggio del centro antiviolenza Mascherona di Genova: “siamo sconvolte per quello che è successo a pochi passi da noi – ha detto Manuela Caccioni, responsabile del Centro Antiviolenza Mascherona –  ma non siamo stupite. Sono già 13 le donne uccise nel nostro Paese da inizio anno. L’uccisione di Clara è un’ulteriore triste conferma di un fenomeno purtroppo sempre attuale e diffuso e che ci obbliga ancora una volta a una riflessione e ad una assunzione collettiva di responsabilità.”

L’assassino

“Sono entrato nel negozio e abbiamo iniziato a discutere. Volevo tornare con lei, ma Clara non voleva. Così l’ho colpita”.Sono le prime parole dette  agli investigatori ieri notte da Renato Scapusi.

“Dopo ho vagato per la città fino al Galliera. Volevo uccidermi”. Scapusi, difeso d’ufficio dall’avvocato Stefano Bertone, è accusato di omicidio volontario aggravato. Il pubblico ministero Giovanni Arena, che coordina le indagini della mobile e delle volanti, sta valutando se contestare la premeditazione.
Scapusi è arrivato in negozio con un coltello che poi ha buttato quando è scappato. Agli inquirenti non ha però saputo dire dove lo ha gettato. L’uomo perseguitava la ex da mesi: le telefonava di continuo, si presentava in negozio.
Ma Clara non lo aveva mai denunciato, pur rimanendo ferma nella volontà di non volere riprendere la convivenza. Nei prossimi giorni verrà fissato l’interrogatorio di convalida davanti al gip. Non e escluso che il pm possa disporre una perizia psichiatrica su Scapusi.

(La Repubblica)

 

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